Il decreto “Cura Italia” riesce solo parzialmente a limitare gli effetti dirompenti della serrata imposta dal governo. Una simulazione calcola costi e benefici delle misure adottate fin qui. E per le famiglie cresce la probabilità di cadere in povertà.
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Non c’è più solo lo storico divario Nord-Sud Italia. Ora emerge anche quello tra Est e Ovest. Perché la crisi ha accentuato le disuguaglianze nelle regioni più fragili, ma in modo diverso tra aree adriatiche e tirreniche. E il Lazio è un caso emblematico.
Trovare un lavoro per i poveri. A questo doveva servire il reddito di cittadinanza secondo la comunicazione dei suoi promotori. Ma si tratta di un obiettivo irrealizzabile. E il rischio è che a pagarne le conseguenze sia proprio chi sta peggio.
Le differenze tra Centro-Nord e Mezzogiorno nella distribuzione dei redditi sono nettamente superiori a quelle di altri paesi. Per ridurle sono fondamentali politiche che aumentino il tasso di occupazione al Sud. Anche a costo di abbassare le paghe orarie.
Il reddito di cittadinanza sembra avere un occhio di riguardo per le famiglie in affitto. In realtà, a parità di canone o di reddito, le iniquità sono tante. Differenze anche con la pensione di cittadinanza. Eppure, la soluzione sarebbe a portata di mano.
Il vivace dibattito sui beneficiari del reddito di cittadinanza sbaglia bersaglio. È troppo presto per giudicare se le domande ricevute siano tante o poche. Bisognerebbe invece concentrarsi sulle difficoltà dei più deboli a fruire di un loro diritto.
Il reddito di cittadinanza provoca un aumento strutturale del tasso di disoccupazione, perché induce una partecipazione virtuale al mercato del lavoro. Questo ulteriore difetto della misura è a tutti gli effetti un secondo spread a carico del nostro paese.
Le domande di reddito di cittadinanza sono meno del previsto. A non riceverlo potrebbero essere famiglie che invece ne avrebbero grande bisogno, per lo più straniere. Perché a loro si richiede di rispettare due requisiti di dubbia legittimità.
Con il reddito di cittadinanza sicuramente diminuirà la povertà economica, perché le risorse impegnate sono ingenti. Dalla misura rischiano però di essere esclusi gruppi sociali in condizioni spesso difficili, come famiglie numerose o extracomunitari.
Gli immigrati hanno salari e redditi più bassi degli italiani. Per questo rappresentano una componente rilevante tra coloro che ricevono sussidi contro la povertà. La soluzione migliore è costruire efficaci politiche del lavoro e per l’integrazione.