In Europa la campagna vaccinale segna il passo. La difficoltà di reperire i vaccini porta a chiedersi quale sia l’effettiva capacità produttiva nella Ue. È mancata un’istituzione in grado di garantire il tempestivo ampliamento di una filiera complessa.
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Il rinvio delle elezioni amministrative 2021 è stato motivato come una precauzione necessaria contro la diffusione del Covid-19. Ma serviva davvero? L’analisi di quanto è successo con le elezioni comunali di settembre 2020 dà alcune indicazioni.
A partire dai primi giorni di febbraio il rapporto tra il numero dei decessi per Covid-19 e il numero di persone entrate in terapia intensiva è diminuito del 36 per cento. È un segnale che la campagna di vaccinazione inizia a produrre risultati.
La Commissione europea ha gestito i negoziati con le case farmaceutiche per la fornitura dei vaccini anti-Covid. I contratti conclusi derogano però dalle stesse norme europee sulla trasparenza. L’emergenza sanitaria non è una giustificazione.
Le difficoltà nel procurarci i vaccini anti-Covid riflettono lo stato del nostro sistema produttivo. Nella produzione di beni e servizi dovremmo puntare sulla complessità. Potrebbe anche favorire il riequilibrio territoriale, frenando la fuga dei cervelli.
Perché mortalità e letalità da Covid sono così alte in Italia? L’elevata età media non spiega da sola il primato. E perché in altri paesi europei prima e seconda ondata hanno dato esiti tanto diversi? I cittadini hanno diritto a capirne le ragioni.
La strategia Ue ha assicurato a tutti gli stati membri la disponibilità del vaccino contro il Covid-19. Ma la somministrazione richiede capacità organizzative coordinate, a livello nazionale e regionale, tra cui un procurement sanitario più efficace.
L’emergenza Covid-19 ha rilanciato il tema del fabbisogno di personale nel Ssn. Ma quante assunzioni sono necessarie, con quali specializzazioni e in quali zone del paese? Occorre definire una metodologia che dia risposte standard a queste domande.
Anche senza emanare una legge ad hoc, opportuna ma non indispensabile, possono essere i rapporti contrattuali a sostenere la diffusione della copertura vaccinale. Perché il contratto può prevedere questa misura di protezione, là dove essa sia praticabile.