Più stretti i legami familiari e più alto il tasso di contagio del coronavirus in tutto il mondo. Vaccino a parte, la diffusione del Covid-19 può essere contrastata solo con misure di distanziamento sociale. Come già avvenuto in passato.
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Usciamo dalla pandemia con la consapevolezza di dover rivisitare i nostri sistemi sanitari. Per renderli capaci di affrontare nuovi eventi pandemici e di rispondere alla sfida dell’aumento dei malati cronici. Quattro le questioni all’ordine del giorno.
La questione della sospensione dei brevetti sui vaccini è molto complessa. E la proposta di India e Sudafrica non ne risolverebbe tutte le implicazioni. Ma le organizzazioni internazionali tornano ad avere un ruolo centrale nella ricerca di soluzioni.
Esistono marcate differenze tra paesi nel numero di decessi causati dal Covid. Perché? Composizione demografica, inquinamento e ordine in cui gli stati sono stati colpiti sembrano fattori rilevanti per spiegare il fenomeno, almeno nei paesi avanzati.
Nonostante la pandemia, nell’inverno 2020-2021 il numero dei morti non è aumentato rispetto agli anni precedenti. Un mistero? La conferma di tesi negazioniste? No, la spiegazione è proprio nelle misure di protezione e precauzione contro il Covid-19.
In Europa la campagna vaccinale segna il passo. La difficoltà di reperire i vaccini porta a chiedersi quale sia l’effettiva capacità produttiva nella Ue. È mancata un’istituzione in grado di garantire il tempestivo ampliamento di una filiera complessa.
Il rinvio delle elezioni amministrative 2021 è stato motivato come una precauzione necessaria contro la diffusione del Covid-19. Ma serviva davvero? L’analisi di quanto è successo con le elezioni comunali di settembre 2020 dà alcune indicazioni.
A partire dai primi giorni di febbraio il rapporto tra il numero dei decessi per Covid-19 e il numero di persone entrate in terapia intensiva è diminuito del 36 per cento. È un segnale che la campagna di vaccinazione inizia a produrre risultati.