La didattica a distanza sembra essersi limitata a trasferire sulle piattaforme le lezioni che si sarebbero svolte in classe. Si è così persa un’occasione di vera innovazione nell’insegnamento. Nonostante tutto, però, alcuni segnali positivi ci sono.
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Il finanziamento dei centri estivi 2021 sarà erogato a 7.145 comuni. Benché le adesioni siano alte, molte amministrazioni del Nord-Ovest hanno preferito rinunciare ai fondi. La distribuzione dei minorenni nelle varie regioni ci aiuta a capire il perché.
Una legge che, come nella sanità, prevedesse l’obbligo di vaccinarsi per tutto il personale scolastico sarebbe altamente auspicabile. Ma la misura potrebbe essere adottata dal ministero, quale datore di lavoro, a norma dell’articolo 2087 del codice civile.
Rimane un problema irrisolto la compatibilità di contributi pubblici alle scuole paritarie con la disciplina europea sul divieto di “aiuti di stato” alle imprese. Superata la fase derogatoria dovuta alla pandemia, tutti i nodi ritorneranno al pettine.
C’è una relazione tra la sensibilità ambientale dei più giovani e la loro consapevolezza nell’uso del denaro? Uno studio dice di sì. L’educazione economico-finanziaria potrebbe allora diventare uno strumento di educazione alla sostenibilità.
La chiusura delle scuole dovuta alla pandemia ha avuto forti ripercussioni sugli apprendimenti degli alunni. Un primo studio per l’Italia mostra che ne fanno le spese i bambine e le bambine più bravi quando sono figli di genitori non laureati.
Per le famiglie le conseguenze della chiusura delle scuole sono state notevoli. Anche perché la Dad può essere svolta in varie modalità. I rischi sono l’aumento dei divari negli apprendimenti e la minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Al prolungamento dell’anno scolastico proposto da Mario Draghi abbiamo rinunciato. Le scuole sono impegnate in un “Piano estate” che suscita dubbi per scelta dei destinatari, modalità organizzative e tempi. Però un buon risultato può raggiungerlo.
Rivedere le classi di laurea per renderle più flessibili e ampliare l’offerta formativa in base a criteri multidisciplinari può finalmente contribuire a superare l’atavica parcellizzazione dei saperi. Anche perché ci sono 430 milioni di finanziamenti.
Il Pnrr coglie alcuni nodi centrali dell’istruzione universitaria. Ma gli interventi indicati per scioglierli non sono lineari. Perché possano dare risultati è importante prevedere un coordinamento stretto fra tutti i soggetti chiamati a realizzarli.