Il problema di migliorare la qualità delle università non riguarda solo l’Italia. Diversi altri paesi europei sono alle prese con la mancanza di meritocrazia nei processi di promozione e assunzione dei docenti. La Spagna ha pensato di risolvere la questione con concorsi centralizzati e l’estrazione a sorte dei membri delle commissioni. Ma la casualità nella formazione delle commissioni non ha eliminato i fenomeni di favoritismo. Le probabilità di promozione di un candidato aumentano notevolmente se ha forti connessioni con un esaminatore. L’effetto positivo di legami più deboli.
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Il regolamento sul sistema nazionale di valutazione per istruzione e formazione varato dal Governo si focalizza sull’intervento migliorativo a livello di singola scuola. È però necessario realizzare tutte le quattro fasi previste dal procedimento e in particolare rispettare il nesso tra autovalutazione e valutazione esterna. Si limitano così i rischi di inutilità o di adempimento insiti nel processo. Ma tutto ciò richiede risorse umane e organizzative adeguate, stabili e legittimate, negli istituti come negli apporti che dovrebbero arrivare dal ministero o dall’Invalsi.
Dopo tredici anni arriva finalmente un concorso ordinario per ricoprire quasi 12mila cattedre nelle scuole statali. È una buona notizia, perché dovrebbe mettere fine alla giungla delle graduatorie, composte da decine di migliaia di precari che di anno in anno hanno consentito il regolare svolgimento delle lezioni. Ma la scuola italiana ha bisogno di bravi insegnanti. E il concorso sarebbe un’occasione sprecata se non riuscisse a selezionarli. E allora bisogna avere ben chiaro che cosa permette a un laureato di diventare un docente capace di far crescere i suoi studenti.
Varato dal Consiglio dei ministri il regolamento sul sistema nazionale di valutazione per istruzione e formazione. L’obiettivo dichiarato è il miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti. Il processo di valutazione si focalizza sull’istituto, sui risultati finali misurabili, sul Pof e sulla sua organizzazione, facendo leva sui principi di responsabilità dell’autonomia. Nessuna relazione con il profilo professionale dei docenti o con la loro produttività. L’iter di approvazione del Dpr è però ancora lungo.
I finanziamenti alle università saranno assegnati sempre più sulla base degli esercizi di valutazione. Che però continuano a considerare gli atenei nel loro complesso e non riescono dunque a raggiungere gli obiettivi di una allocazione efficiente delle risorse e dell’incremento di produttività. La soluzione passa inevitabilmente attraverso la valutazione individuale dei docenti, in modo da legare una parte della retribuzione al merito. Solo così si possono disincentivare i comportamenti opportunistici di chi antepone l’utilità personale a quella pubblica e premiare i migliori.
Nei prossimi mesi l’Anvur sarà impegnata a valutare la produzione scientifica delle università italiane sulla base di criteri sempre più fondati sui cosiddetti indici bibliometrici. Scienze aziendali è una delle discipline nelle quali finora prevalevano le pubblicazioni su riviste nazionali e quelle in forma monografica. Ma qualcosa è cambiato e sono in costante crescita la qualità e il numero di articoli pubblicati a livello internazionale dai docenti che a quelle classi di concorso fanno riferimento.
Le slides della presentazione che il professor Checchi ha tenuto in occasione del Convegno del 4 luglio, nel giorno del decennale de Lavoce.info. Scarica l’allegato in pdf.
Pur riconoscendo l’importanza di rendere quanto più possibile omogenee le competenze dei ragazzi italiani, molti docenti si interrogano su alcune questioni legate alle prove Invalsi nel contesto dell’esame di terza media. Soprattutto in considerazione dell’attività concreta che si svolge nelle scuole e che porta gli insegnanti a non considerare soltanto l’intelligenza logica degli alunni. La risposta dei vertici dell’Istituto di valutazione sottolinea i vantaggi che la prova Invalsi offre, in particolare nell’indispensabile opera di autovalutazione delle scuole.
Ringraziamo i lettori per l’interesse dimostrato nei confronti del nostro articolo e per la possibilità che ci offrono di chiarire alcuni punti che per forza di cose in un articolo breve non possono essere affrontati appieno.