Uniche responsabili dellattuale crisi sono le società di calcio. Perché si sono affidate ad artifici contabili invece di affrontare il problema dei costi superiori ai ricavi. Dovuto non tanto agli stipendi dei calciatori quanto agli ammortamenti. Ma la vera questione è che in Italia gli introiti derivano soprattutto dai diritti televisivi, lasciando del tutto in secondo piano la vendita dei biglietti per le partite. Lo dimostra il confronto con i bilanci delle squadre straniere.
Categoria: Società e cultura
La Commissione europea ha bocciato il decreto salva-calcio. Riproduciamo qui gli interventi di Giuseppe Pisauro all’atto dell’introduzione del provvedimento. Mettevamo in luce come le agevolazioni abbiano un effetto distorsivo sul mercato perché offuscano la rappresentazione che il bilancio dà della situazione economica delle società calcistiche e consentono una riduzione delle imposte da pagare in futuro.
I diritti televisivi sono stati un fattore scatenante della crisi finanziaria delle squadre italiane. Perché le società hanno dovuto trasferire ai giocatori buona parte di questi inaspettati e improvvisi ricavi. Daltra parte, la necessità di assicurarsi le esclusive ha alzato i prezzi e diminuito la remuneratività delle partite in tv. E tutti ne hanno sopravvalutato il potenziale di sviluppo. Ma se le emittenti possono permettersi di trasmettere in perdita per un breve periodo, alle squadre per pareggiare costi e ricavi non resta che abbassare gli stipendi dei calciatori.
Si gioca una sola partita, ma la schedina non si ferma. Eppure lunica risposta corretta a una situazione paradossale sarebbe stata lannullamento del concorso e la restituzione delle somme versate agli scommettitori. Ma i Monopoli hanno scelto la strada tortuosa del risultato virtuale. Esponendosi ad accuse di irregolarità e insider trading. In definitiva, una presa in giro per migliaia di cittadini e un grave danno dimmagine, che potrebbe pregiudicare la maggiore fonte di incassi per le attività sportive nel nostro Paese.