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Categoria: Il Punto Pagina 138 di 153

Sommario 25 aprile 2005

Il nuovo governo Berlusconi ha giurato. Nel bis non c’è più il terzo taglio delle aliquote Irpef. I primi due erano stati, in ogni caso, largamente rimangiati dal fiscal drag, l’aumento delle tasse dovuto all’inflazione, soprattutto per quanto riguarda i contribuenti più poveri. Il fronte si sposta ora sull’Irap anche in previsione della bocciatura della Corte di Giustizia europea. Ma non sarà facile sostituire la terza imposta del nostro ordinamento. Bene fare di necessità virtù evitando improvvisazioni. Se si rinuncia a interventi come lo “spacchettamento”, che tolgono base imponibile all’Irap preservando le caratteristiche del tributo, è bene studiare imposte alternative che garantiscano autonomia impositiva alle regioni essendo meno sperequate sul territorio dell’Irap e della stessa Irpef.

Aggiornamenti:
Antonveneta, i paradossi di una battaglia, di Giuseppe Montesi, 28-04-2005

Sommario 18 aprile 2005

In un paese in cui si tende a non credere alle statistiche, la nomina del nuovo Presidente dell’Istat è un’occasione importante per riformare un’istituzione che deve diventare più efficiente e più indipendente al tempo stesso. Vanno sottratti alla Presidenza del consiglio i poteri di vigilanza e di nomina e vanno rafforzati i compiti e l’indipendenza della commissione di garanzia. La nuova ISTAT dovrebbe anche definire degli “indicatori chiave”, largamente condivisi, per la società italiana, da considerare come strumento fondamentale per aiutare il paese a valutare dove si trova e a capire dove vuole andare. Un maggiore accesso ai dati da parte dei ricercatori servirà a migliorare la qualità delle indagini e delle statistiche oltre che a permettere una ricerca attenta ai problemi del nostro paese.

L’Istat risponde a lavoce.info con un comunicato stampa. Giovanni Barbieri, Direttore centrale per la diffusione della cultura e dellÂ’informazione statistica dell’Istat, commenta l’articolo di Andrea Ichino; la controreplica dell’autore.

Sommario 12 aprile 2005

Il disegno di legge sulla tutela del risparmio torna al Senato e si riapre il dibattito tra le ragioni di chi controlla le imprese – e teme troppe ingerenze nella gestione – e chi si preoccupa soprattutto degli investitori di minoranza – anche limitando le possibilità della maggioranza di disporre dell’impresa come vorrebbe. Finora gli amministratori indipendenti, scelti dal management, sono stati spesso una finzione. E’ giusto che siano le minoranze a nominarli? Il dibattito è molto acceso… Anche le proposte sulla responsabilità degli amministratori e sul bilanciamento tra regolazione dei mercati e auto-regolazione degli operatori suscitano perplessità: un impianto di controlli troppo macchinoso rischia di essere del tutto inefficace. Il disegno di legge ora in discussione prevede che chi colloca i bond delle imprese se ne faccia garante insieme alle imprese stesse. Il rischio di rendere impossibile l’emissione di tali obbligazioni è sostanziale.

 

Aggiornamenti:

Come si elegge un Papa, di Riccardo Puglisi e Gianluigi Vernasca, 15-04-2005

 

Guido Fantoni, Presidente dell’Aran, commenta l’intervento di Carlo Dell’Aringa sui contratti dei dipendenti pubblici.

Sommario 5 aprile 2005

Con il voto del 3-4 aprile, gli italiani hanno eletto i governatori di 13 regioni. Ma non sappiamo ancora quali compiti avranno e su quali risorse potranno contare. E’ ora che finisca la farsa delle riforme che stabiliscono i poteri regionali solo sulla carta. I cittadini devono sapere di cosa ritenere responsabili i loro governatori e su cosa giudicare l’operato del governo nazionale. E’ una questione di democrazia.

Governo e sindacati tornano ad incontrarsi per discutere dell’interminabile contratto del pubblico impiego. Per appropriarsi di concessioni fatte in passato ai pubblici dipendenti, il Governo ha di fatto esautorato l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Autorità (Aran) di qualsiasi funzione.  E’ un’altra autorità indipendente vittima dalla politica. Rischia di rimpiasngerla perchè adesso si trova esposta in prima persona mentre i conti pubblici non consentono deroghe ai tetti fissati dalla Finanziaria.

Continua il nostro esame del pacchetto competitività che presto approderà in Parlamento. Quella del diritto fallimentare non è una vera riforma. Ma è certamente meglio che lasciare le cose come stanno.

Tra una newsletter e l’altra abbiamo pubblicato una scheda che spiega i compiti e la governance della Banca Mondiale.  L’appello per cambiare le procedure di nomina dei dirigenti delle organizzazioni internazionali ha raccolto più di 300 adesioni ed è stato ripreso, tra gli altri, dal Financial Times.

Aggiornamenti:
Un ottimismo ingiustificato, di Giuseppe Pisauro, 06-04-2005
I costi di un’alternanza annunciata, di Tito Boeri, 06-04-2005.

Sommario 30 marzo 2005

Si avvicina il voto delle regionali e si parla di tutto tranne che di ciò che fanno le regioni. Molte di queste hanno varato leggi regionali di sostegno alla spesa scolastica delle famiglie. Un sostegno efficace dovrebbe premiare il merito, sostenere famiglie a basso reddito e orientare gli studenti verso scuole di qualità, ma nessuna delle leggi regionali attualmente in vigore si ispira a questi principi. L’intervento regionale esercita piuttosto la funzione di sostenere le scuole private, aggirando il divieto costituzionale.

I dati ISTAT sugli sbocchi professionali dei laureati italiani registrano le performance occupazionali a tre anni dalla laurea. Emergono differenze significative tra le retribuzioni degli studenti provenienti dai diversi atenei, anche a parità di background familiare, talento individuale e regione di occupazione. L’indagine PISA sulle competenze degli studenti fornisce dati attendibili per il confronto dei sistemi scolastici a livello internazionale e rimedia all’assenza in paesi come il nostro di sistemi di valutazione. Non viene però utilizzata per rivedere i curricola in funzione delle competenze che gli studenti debbono acquisire e per redistribuire risorse allÂ’interno del nostro sistema scolastico.

Aggiornamenti: Wolfowitz è stato nominato Presidente della Banca Mondiale.  Mentre continua la raccolta di firme all’appello per cambiare le procedure di selezione dei dirigenti delle organizzazioni internazionali, una scheda spiega quali sono le funzioni della Banca Mondiale e come migliorare la governance della più importante istituzione di sostegno dello sviluppo. 

Sommario 24 marzo 2005

La richiesta di introdurre misure protezionistiche nel decreto sulla competitività ha diviso la coalizione di Governo.
Per dare una risposta ai problemi delle imprese italiane sempre più in difficoltà di fronte alla concorrenza internazionale i dazi non servono. Il tessile-abbigliamento è stato protetto per quaranta anni, senza che ciò abbia consentito a buona parte del settore di diventare competitivo a livello internazionale. Servono invece misure di struttura che accrescano la flessibilità dei mercati del lavoro e del capitale e consentano alle risorse produttive di spostarsi dai settori in declino ai settori di vantaggio comparato. Il decreto per la competitività punisce le imprese che delocalizzano: una misura sbagliata e controproducente. Ancora sul Patto di stabilità e crescita: dall’ambiguità dell’accordo vantaggi per i paesi maggiori.

Aggiornamenti: anticipiamo ai nostri lettori i principali contenuti del documento Ocse sulle politiche sociali che verrà presentato questo fine settimana a Parigi ai ministri del welfare.

Sommario 21 marzo 2005

Il Consiglio europeo vara la riforma del Patto di stabilità. Il vero problema è chi eserciterà la nuova discrezionalità del Patto. Francia e Germania premono per dare questo potere all’Ecofin, cioè ai governi. Questo non è nell’interesse dell’Italia che dovrebbe chiedere di rafforzare il ruolo della Commissione europea. Si discute anche di competitività e crescita: ma è davvero possibile rivitalizzare il progetto di Lisbona? Infine il bilancio dell’Unione: con 25 paesi, le vecchie regole non funzionano più. La trattativa sul nuovo bilancio pluriennale apre un lungo braccio di ferro che rischia di affossare le istituzioni comunitarie.

Il Ministro dell’economia accoglie con nonchalance l’annuncio della probabile bocciatura dell’Irap (la terza imposta del nostro sistema tributario) da parte della Corte di Giustizia europea. E’ vero che l’Irap rappresenta una zavorra per la crescita? E quali le alternative possibili? La bocciature, da parte di Eurostat, dei nostri conti pubblici ha due conseguenze spiacevoli: la possibile violazione dei parametri di Maastricht e, ben più grave, la perdita di credibilità dei nostri conti pubblici.

Il mercato del lavoro italiano cresce, soprattutto grazie agli immigrati, ma sembra aver perso per strada il Mezzogiorno, che nel 2004 ha distrutto più di 70 mila posti di lavoro. Occorre più contrattazione decentrata.

Mentre i Governi europei sembrano essersi pronunciati a favore della candidatura di Wolfowitz a Presidente della Banca Mondiale, ospitiamo un appello di economisti europei che chiedono di cambiare le procedure di selezione, sempre meno adatte al loro compito.

Sommario 14 marzo 2005

Per tornare a crescere bisogna incoraggiare lÂ’innovazione e la ricerca. Ma come? Il governo francese propone di istituire una Agenzia Europea per lÂ’Innovazione. Gli altri paesi europei, invece, sembrano orientati verso un supporto indiretto – attraverso crediti di imposta – alla ricerca e sviluppo privata. Per scegliere utile valutare l’efficacia di politiche attuate in passato, cosa che l’Italia continua a non fare. Mentre “vende” in Europa anche misure mai attuate, come la tecno-Tremonti. Discutibile anche la scelta di rifiutare lÂ’appoggio alla nascita del CER, il Centro Europeo Ricerche.
Sostenere l’innovazione significa anche salvaguardare la proprietà intellettuale. La Commissione intende utilizzare i brevetti, ma lÂ’esperienza statunitense ci mette in guardia contro i rischi di una corsa alla “brevettazione” del software. Meglio semmai una direttiva che istituzionalizzi la pratica dellÂ’Open Source. Servirebbe a promuovere anche la ricerca di base.

Escono in ritardo i dati sulla crescita nel 2004. E sono dati di un paese sempre più in ritardo.  Il 2005 parte piatto e molto probabilmente la crescita si collocherà sotto l’1 per cento, a dispetto del 2,1 per cento previsto dal Governo.

La riforma del risparmio rischia di ritardare ulteriormente il trasferimento del Tfr alla previdenza integrativa.  Vediamo perchè.

Aggiornamenti:
La buona fede dell’Argentina, di Pier Carlo Padoan, 16-03-2005
Wolfowitz e l’ipocrisia europea, di Alberto Alesina e Roberto Perotti, 20-03-2005

Sommario 7 marzo 2005

E’ giusto contrapporre gli interessi di tutte le parti coinvolte nell’attività aziendale (lavoratori, fornitori e comunità locale) a quelle degli azionisti? Apriamo il dibattito sulla responsabilità sociale d’impresa (Rsi). Al di là del giudizio che ognuno di noi ne può dare, è giusto imporla per legge? Molti i dubbi in merito. Anche perchè, non essendo la Rsi misurabile, questa normativa potrebbe mascherare intenti ben diversi e rendere meno trasparenti le prassi aziendali.

Un’occasione persa. La riforma del risparmio approvata dalla Camera è senza gambe. Non istituisce un adeguato apparato sanzionatorio a presidio della trasparenza dei mercati. E rinuncia a riorganizzare le autorità di vigilanza. Rischia di restare sulla carta.

L’Italia è un paese arretrato nel panorama europeo in quanto a divisione tra i coniugi degli oneri domestici e della cura dei figli.  La legge sull’affidamento congiunto dei figli in caso di separazione offre un segnale importante. Ma sarebbe stato meglio adottare una normativa al tempo stesso più pragmatica e più equa, come quelle olandese o tedesca. E mentre cade l’8 marzo ricordiamoci dell’alta mortalità femminile. La biologia ci dice che dovrebbero essere almeno 100 milioni in più sul nostro pianeta.

Francesco Daveri e Fausto Panunzi commentano il contributo di Magnoli. Costanza Torricello commenta l’articolo di Luigi Buzzacchi e Michele Siri sull’anatocismo; la controreplica degli autori.

Aggiornamenti:
Lo tsunami e gli aiuti allo sviluppo, di Carlo Sdralevich, 11-03-2005
La Scala di seta, di Giuseppe Pennisi, 11-03-2005.

Sommario 2 marzo 2005

I piani di privatizzazione della Rai prevedono la cessione del 20-25% della capogruppo. Agli investitori vengono così offerte quote di una azienda gravata da obblighi di servizio pubblico, con un finanziamento misto di canone e pubblicità che non corrisponde nè ai costi del servizio pubblico nè a quelli della televisione commerciale. Meglio invece concentrare il servizio pubblico in una rete finanziata dal canone e cedere quote delle reti commerciali rimanenti. Realizzando un’offerta più attraente per gli investitori, più remunerativa per il Tesoro e capace di promuovere una maggiore concorrenza nel mercato televisivo.

Escono i dati 2004 sui conti pubblici, ma non quelli sull’andamento dell’economia. Apprendiamo al contempo di avere i) vissuto tre anni sull’orlo del precipizio, ii) conti pubblici sempre meno trasparenti e iii) un istituto di statistica che non riesce a fornire un bene pubblico essenziale, quale una tempestiva informazione sull’andamento dell’economia. Preoccupante.    

Il Sen. Luigi Grillo commenta l’intervento di Tito Boeri e Roberto Perotti sui costi della mancata concorrenza nel sistema bancario; la controreplica degli autori e il commento di Federico Ghezzi sulla relazione fra Banca d’Italia e Antitrust.

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