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Categoria: Il Punto Pagina 69 di 147

Il Punto

Per sostenere l’occupazione giovanile il governo vuole finanziare con risorse pubbliche i contributi in busta paga dei giovani neo-assunti a tempo indeterminato. Un incentivo che nel recente passato ha aumentato i posti di lavoro. Poi però, come si è visto, l’effetto finisce. A meno che le misure temporanee non diventino permanenti. Ai giovani pensa, ovviamente, anche la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che lancia la proposta di estendere l’obbligo scolastico ai 18 anni di età. Bella idea se il tempo aggiuntivo sarà speso bene, con l’aiuto di insegnanti validi e motivati.
A Jackson Hole, al ritrovo annuale dei banchieri centrali, Mario Draghi ha parlato d’altro: di come rafforzare la crescita senza alzare steccati tra paesi. Tra le righe ha però anche fatto intendere che, pensando al Qe, il tema è come estenderlo, non come farlo finire sul più bello.
Mentre l’Europa invecchia, diversi paesi del Sud del mondo continuano a registrare tassi di natalità impressionanti. Da anni si parla poco del controllo demografico, eppure il problema è destinato a esplodere, annodato com’è con quelli di povertà, cooperazione allo sviluppo e migrazioni.
Un disegno di legge approvato dalla Camera e presto sottoposto al Senato diminuisce il rigore nei confronti del debitore inadempiente. Non vuole essere una scelta buonista, ma mirata all’efficienza economica. Che ha però un rovescio della medaglia e potrebbe produrre effetti negativi.

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Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!

Il Punto

La crescita del Pil nel secondo trimestre (all’1,5 per cento su base annua) è stata vista con soddisfazione perché siamo al decimo trimestre consecutivo di ripresa. Ma il passo è sempre così lento da lasciare l’Italia ancora lontana dai livelli pre-crisi. Al contrario dell’Eurozona che è tornata già da due anni al Pil del 2008. Resta da vedere cosa farà la Bce a cui va intestata buona parte del ritorno in salute dell’economia europea. Ma al tradizionale incontro dei banchieri centrali a Jackson Hole non si attendono svolte da parte di Mario Draghi.
Marchionne festeggia un bilancio coi fiocchi mentre nel risiko del mercato automobilistico mondiale appare Great wall motors, il gruppo cinese che vorrebbe comprare Fca. La casa italo-americana è al bivio tra un improbabile cambio di proprietà e un opportuno cambio della guardia al posto di comando.
Sotto l’ombrellone (ma anche in ambito governativo) si è discusso del riscatto gratuito degli anni della laurea per gli universitari. Sarebbe un regalo contributivo pieno di iniquità. Alla (giusta) domanda di sicurezza sul futuro, non si risponde con una mancetta previdenziale ma con lavoro, innovazione e welfare.
Le nuove scosse di terremoto e i morti di Ischia ci ricordano che la vulnerabilità sismica del nostro paese viene dalla mancata prevenzione e dall’abusivismo prima che della natura. Dal 2002 l’Italia ha ricevuto quasi metà dei 5 miliardi dal Fondo di solidarietà Ue per disastri naturali. Risorse sprecate, finora.
Un tetro capitolo di quest’estate riguarda gli omicidi di donne commessi da familiari o partner. In Italia, in tre casi su quattro, l’omicidio di donne è una questione di famiglia. E anche se nel nostro paese sono statisticamente meno a rischio che in altri, le donne italiane non si sentono protette.

Nelle due settimane centrali di agosto, come di consueto lavoce.info ha sospeso l’invio della newsletter. Abbiamo però aggiornato quotidianamente il sito con nuovi articoli su: Unione bancaria, tempi della giustizia, invecchiamento della popolazione, riforma contro l’abuso di mercato e misure del benessere equo e sostenibile. Nell’ultima puntata del fact checking de lavoce.info abbiamo verificato che Vittorio Sgarbi, brillante critico d’arte, è una capra (come dice lui) in economia, almeno quando parla di disoccupazione giovanile.

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Ritardi e disguidi negli interventi di spegnimento degli incendi estivi hanno tante cause. Forse anche lo smembramento del Corpo forestale. Non secondo il sottosegretario alla Semplificazione Rughetti, che lo esclude decisamente. Una posizione insostenibile, come risulta dall’articolato fact-checking de lavoce.info.
Torniamo sulle valutazioni dell’efficacia del bonus di 80 euro introdotto poco prima delle elezioni Ue del 2014. In un recente studio di tre economisti della Banca d’Italia si calcola che i consumi aggiuntivi attribuibili alla misura potrebbero essere stati la metà o poco più del reddito ottenuto. La controversia continua.
Con 34 mila denunce all’anno, medici e ospedali sono bersaglio di cause per danni ai pazienti. Spesso pretestuose. Ci sono però alcune novità legislative, in ambito penale e civilistico, che alleggeriscono la posizione dei sanitari. I quali altrimenti si rifugiano in rigide prassi di medicina difensiva.
Le due banche venete assorbite da Intesa dopo il dissesto sono esempi da manuale del modo di operare degli istituti di credito locali. Hanno assecondato l’economia del territorio adattandosi alle sue specificità. Anche troppo viene da dire, leggendo dei conflitti di interesse emersi dalle cronache. Intanto, dal gennaio 2019, arriveranno due nuovi requisiti patrimoniali per le banche volti ad accrescerne la capacità di far fronte a casi di insolvenza con risorse interne. Almeno se i risultati degli stress test sulla solidità sono precisi.
Quasi a sorpresa e in gran fretta, l’Italia sta varando una missione militare in acque libiche, navale e non solo. Scopo dichiarato, regolare il flusso migratorio. Tra molte contraddizioni e un po’ di ipocrisia.

Un commento di Sergio Beraldo all’articolo “Le scelte finanziarie migliorano con una spinta gentile” di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso. Con la replica degli autori.

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Quali sono gli effetti duraturi del Jobs act sull’occupazione dopo la fine della forte decontribuzione del 2015 per i nuovi assunti? Dati Inps mostrano che per i giovani continuano a prevalere contratti precari che raramente diventano permanenti. Pesa la riluttanza delle imprese a investire in capitale umano durante una ripresa debole. Riluttanza che è accresciuta dall’assenza di buone regole e di fiducia reciproca nel sistema di relazioni industriali Si può migliorare guardando ad alcuni esempi internazionali. Come i paesi scandinavi.
Banco Popular, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Monte Paschi: quattro banche Ue in crisi e tre soluzioni diverse. È plausibile? Sì, perché il legislatore europeo ha voluto lasciare una certa flessibilità per tutelare la stabilità finanziaria e per evitare gravi disturbi all’economia, anche solo regionale. Saggiamente.
Circa il 9 per cento degli studenti non sono cittadini italiani anche se in maggioranza sono nati qui. Per migliorarne l’integrazione ci sono due leve. Serve una legge che faciliti il loro percorso verso la cittadinanza. Ma anche politiche che scoraggino l’abbandono degli studi, molto frequente tra gli immigrati.

Yoram Gutgeld, deputato Pd e commissario alla spending review, commenta l’articolo di Francesco Daveri “Il Fiscal compact in Italia: tanta spesa, poca resa

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Purtroppo rischia di riaprirsi il cantiere della previdenza. La proposta bipartisan Damiano-Sacconi vuole abolire per il 2019 l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita. Ai posteri la grana di pareggiare i conti con “scaloni” che costringono a rimandare anno dopo anno l’uscita dal lavoro.
A Silvio Berlusconi piace documentare i propri argomenti con la concretezza dei numeri. Qualche giorno fa però, discutendo in tv di povertà e di strumenti per combatterla, ha citato dati falsi e fatto un gran pasticcio, come ricostruito nel fact-checking de lavoce.info.
Da noi l’acqua “pubblica” costa così poco agli utenti che i distributori non hanno le risorse per fare gli investimenti. Con sprechi a go go. Nel caso dell’Acea che rifornisce Roma, il Comune si trova nel paralizzante conflitto d’interessi di cliente della società e azionista di maggioranza affamato di dividendi.
Sindacati e associazioni imprenditoriali sono alla vigilia di una stagione di rinnovi contrattuali. Entrambi non godono di popolarità. Ma in Italia rimangono tra i più forti tra i paesi Ocse, mentre altrove il loro declino è più pronunciato. Persino in Germania, culla delle buone relazioni industriali.
Tenere basso il cambio dell’euro è stato forse l’effetto più evidente del Quantitative easing. Ma ora i mercati spingono per una rivalutazione, e si vede. Rimane da capire se si aspettano da Draghi la fine del Qe in autunno oppure credono che la moneta unica sia destinata ad apprezzarsi ancora, con o senza Qe.
A poco meno di dieci anni dall’inizio della Grande crisi, ci si interroga sulle sue cause. Una nuova metodologia di analisi conferma che per l’Italia c’è una cronica mancanza di crescita di produttività. A cui dopo il 2007 si sono aggiunti il crollo degli investimenti e dell’occupazione.
Parliamo di terremoto a quasi un anno dai drammatici eventi di Amatrice. Ma pressoché tutta l’Italia è a rischio e perciò la parola d’ordine diventa “prevenzione”. Utile dunque il bonus sisma dell’ultima legge di bilancio: non soldi a pioggia ma detrazioni fiscali commisurate all’efficacia degli interventi edili realizzati.

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Dal Comitato esecutivo della Bce nessuna notizia su cosa sarà del Quantitative easing (Qe), la politica monetaria non convenzionale che ha salvato l’euro e fatto ritornare la crescita in Europa. Il programma continua. Fino a quando? Se ne discuterà in autunno. Ma quando inizia l’autunno a Francoforte?
Iva al 25 per cento: è questa l’aliquota ipotizzata sulla maggior parte delle compravendite nella proposta di flat tax di cui continuiamo a discutere. C’è il rischio che un’aliquota così alta faccia salire ancora la già elevata evasione dell’imposta. Entrate difficili da compensare con l’eventuale emersione di gettito Irpef. Intanto, uno degli autori della proposta flat tax la raffronta con altre idee di riforma del fisco emerse nel dibattito pubblico con una tabella che ne mette in evidenza impatto e risultati.
L’homo oeconomicus perfettamente razionale, si sa, esiste solo nei libri di testo. Errare è umano anche con i nostri risparmi. Per ridurre gli sbagli e le loro conseguenze va bene l’istruzione finanziaria, ma molto farebbero anche semplici “aiutini” da tener presenti quando facciamo le scelte di investimento.
Da Bolzano a Lampedusa, i contratti nazionali di lavoro fissano minimi salariali uguali per tutti. In realtà circa il 10 per cento dei lavoratori riceve un salario del 20 per cento inferiore rispetto a quello stabilito a livello generale. Che cosa si può fare per raggiungere un’effettiva omogeneità di trattamento?
Nei paesi anglosassoni le corti possono condannare il responsabile di un illecito civile – se c’è intenzione o grave negligenza – ai danni punitivi, cioè a pagare al danneggiato più del danno patito. Un istituto che potrebbe entrare nell’ordinamento italiano con una legge, dopo una recente sentenza della Cassazione.

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“Il rapporto debito-Pil – scriveva Padoan alla Ue – si è di fatto stabilizzato con un prolungato sforzo di bilancio senza confronti nell’eurozona”. Non proprio. Il debito cresce meno e abbiamo ridotto il deficit. Ma dal 2009 gli altri paesi dell’area euro hanno fatto ben di più. Per questo Bruxelles mette il naso nei nostri conti.
Oltre alla flat tax al 25 per cento, la proposta dell’Ibl, di cui abbiamo già discusso, vuole fare piazza pulita delle varie forme di assistenza e introdurre invece una misura di contrasto della povertà denominata minimo vitale. Per curare le tante povertà, al posto dell’Isee un solo strumento basato sul reddito dichiarato.
Del voucher per retribuire i lavoretti, messo da parte sotto la pressione del referendum Cgil, era apprezzata la semplicità di attivazione e l’assenza di burocrazia. Con il contratto di lavoro occasionale che lo ha sostituito torna la complessità amministrativa. Non vincono i precari ma i nemici della semplificazione.
Si chiama Reggio Emilia Approach la filosofia educativa prescolare che ha ispirato un gran numero di scuole in Italia e nel mondo. Una ricerca recente mostra che, malgrado la difficoltà di isolare l’effetto di tale approccio da altri condizionamenti sociali, l’istruzione prescolare è associata a migliori risultati individuali.
Aiutiamoli a casa loro”: anche Renzi, parlando di immigrati, si è lasciato andare a questo slogan accattivante e di apparente buon senso. Ma superficiale. Spesso lo sviluppo nei paesi d’origine fa aumentare la propensione ad andar via. E anche noi abbiamo bisogno di lavoratori dall’estero.
Sul sistema elettorale, sospeso l’inconcludente confronto politico, si ricomincia da capo. Si può così tornare a parlare del maggioritario, in uso da anni nelle amministrative. Tra i suoi difetti, il rischio della discriminazione delle candidate donne. Forse superabile con i “collegi binominali di genere”.

Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini e Chiara Tronchin rispondono ai commenti ai loro articoli “Ius soli, una strada per l’integrazione” e “Cittadinanza: non dimentichiamo gli adulti

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Ritorniamo sulla proposta di flat tax al 25 per cento con una lettera di uno dei suoi autori a commento del nostro primo articolo. E vediamo in maggiore dettaglio cosa succederebbe alla progressività del sistema. Ci guadagnerebbero i poveri (grazie all’“imposta negativa”) e i più ricchi. Per la classe media – già tartassata dal fisco e dalla crisi – cambierebbe poco, se non l’aggravio potenzialmente associato al nuovo metodo di finanziamento della spesa sanitaria.
Matteo Renzi propone di porre il veto all’integrazione del fiscal compact nei trattati Ue. Un gesto politico per sottolineare l’importanza di riformare la governance europea. Con scarse conseguenze pratiche sul processo di monitoraggio delle finanze pubbliche nazionali che incorpora da tempo le nuove regole. In base alle quali è arrivata sull’Europa una temporanea austerity peraltro finita da due anni e mezzo. Quella di ridurre il debito con politiche fiscali espansive rimane una pericolosa illusione (oltre che un bisticcio logico).
A fine ottobre si vota in Lombardia e in Veneto per due referendum identici. Promossi dai governatori leghisti, chiedono ai cittadini se vogliono più autonomia, senza entrare nel dettaglio e senza specificare i possibili costi. Esperimenti di marketing politico a spese dei contribuenti. Marketing di prodotto, invece, in casa Volvo dove – con l’aria di un annuncio epocale – è stato lanciato il programma “un motore elettrico su ogni automobile”. Un sistema esteso a tutta la gamma delle ibride che, lungi dall’affossare il motore a combustibile, ne ottimizza l’uso.
La condanna per corruzione dell’ex presidente Lula inchioda ancora una volta il Brasile e l’intero Sud America ai suoi eterni problemi irrisolti. Una ciclica instabilità politica che trova origine in enormi disuguaglianze tra paesi e tra classi sociali all’interno dei paesi.

Raffaele Lungarella risponde ai commenti al suo articolo “Piano casa per rilanciare l’Italia

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Il Ddl concorrenza è una legge “annuale” che dovrebbe promuovere le liberalizzazioni e invece rimbalza – potere delle lobby – tra Senato e Camera da 900 giorni. Dentro c’è un po’ di tutto. Dei rinvii beneficiano, tra gli altri, le Poste che mantengono il monopolio sulla consegna degli atti giudiziari (una torta da 200 milioni).
Il progetto sulla flat tax al 25 per cento lanciato dall’Istituto Bruno Leoni è un salutare sasso nello stagno. Ma non è – come fanno credere i proponenti – un progetto di riforma fiscale e del welfare articolato e organico. Mancano troppi dettagli importanti, almeno per ora. Utile discuterne. Lo faremo.
Il nuovo rapporto Invalsi conferma le differenze Nord-Sud nell’apprendimento degli studenti. E mostra divari geografici correlati con grandi disparità di esiti all’interno delle singole classi. Contano le condizioni di partenza ma anche l’incapacità delle scuole di garantire classi equilibrate per condizioni socio-economiche e abilità.
Il Regno Unito – ora paradiso della ricerca accademica con il 16 per cento dei ricercatori che viene da altri stati Ue – rischia di non esserlo più con la Brexit. I 5 mila italiani, impegnati nelle scienze fisiche e ingegneristiche, biomediche, sociali e umane, cercano di capire cosa sarà delle loro carriere.
Con il decreto legge su Veneto banca e Popolare di Vicenza il governo ha salvato depositanti, obbligazionisti senior e dipendenti, ma non gli azionisti e i possessori di obbligazioni subordinate danneggiati dalle condotte colpose e dolose tenute dalle due banche. Evitati gli effetti sistemici, non le ingiustizie.

Fausto Panunzi risponde ai commenti al suo articolo “Dove crescono i populismi

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Il salvataggio delle banche italiane ha messo in luce problemi europei. Troppa confusione tra le procedure Ue di risoluzione e la liquidazione nazionale degli istituti in crisi. Troppe istituzioni dicono la loro sulle potenziali insolvenze e su quanto “sistemici” siano i problemi. I risparmiatori (alcuni più di altri) pagano.
Di destra o di sinistra, i populismi sono frutti della globalizzazione. Nascono dal rancore di categorie sociali penalizzate dalla liberalizzazione degli scambi, che gli stati dovrebbero cercare di indennizzare redistribuendo i benefici. Ma non ci sono paesi che ci riescano davvero. Meno che mai l’Italia, dove la scure retorica del leghista Matteo Salvini ha già cominciato ad abbattersi sul Ceta (il trattato di libero scambio Ue-Canada). Il fact-checking de lavoce.info evidenzia le sue false affermazioni sugli effetti negativi dell’accordo.
In Svezia hanno proibito di vendere armi a paesi che violano i diritti umani. Si può fare anche da noi, grazie a una legge del 1990 e a un trattato Onu. Ma chi dovrebbe controllare (lo stato) è anche primo azionista della maggiore società che produce armamenti. Ci vorrebbe un’agenzia indipendente, meglio se Ue.
Mentre i Grandi parlano al G20, l’Italia resta la peggiore per crescita della produttività. Anche l’Europa non brilla. Bruxelles raccomanda che ogni paese abbia una struttura dedicata. Noi ce l’avremmo già: il Cnel – restaurato e con nuove competenze – di cui gli italiani hanno bocciato l’abolizione nel referendum di dicembre. Chi indubbiamente frena la crescita sono i burocrati, grandi sacerdoti del cavillo e depositari di uno spropositato potere d’interdizione sulle scelte della politica. Come sa bene Matteo Renzi, uscito perdente dal confronto con loro. Un libro suggerisce alcune ricette per ridimensionarne la forza.
Molti insegnanti abusano della legge 104 che permette il trasferimento vicino a un familiare disabile con precedenza sulle altre richieste. L’incidenza è del 53 per cento nei trasferimenti verso il Sud, mentre al Nord è nell’ordine dell’1 per cento. Servirebbero dati più completi ma già così viene da pensar male.

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