Nel Regno Unito la buona salute dell’economia e la straripante affermazione dei separatisti scozzesi confermano Cameron e asfaltano le speranze dei laburisti. Utile comunque riflettere sul bipartitismo britannico, che esce comunque azzoppato, come già nel 2010. In Italia dal luglio 2016 avremo un nuovo sistema elettorale, l’Italicum. Che farà uscire un vincitore chiaro dalle elezioni. A patto che la riforma del Senato superi il lungo e impervio iter previsto dalla Costituzione.
Non si usano più i tagli lineari stile Tremonti per ridurre le risorse di 900 milioni di euro alle ex province e alle regioni a statuto ordinario. Si guarda invece alla differenza tra capacità fiscale e spesa standardizzata di ogni ente. Il rischio è comunque quello di penalizzare gli enti locali virtuosi.
Con lo “Sblocca Italia” il governo proroga generosamente le concessioni autostradali per tutti (e fino a 31 anni per l’Autobrennero!). Meglio tenere a mente che le concessioni autostradali di norma (europea) non dovrebbero superare i cinque anni.
L’analisi dei dettagli del nuovo disegno di legge sul mercato della prostituzione mette in luce che creare e fare funzionare un mercato non è cosa ovvia. Troppi – e umilianti – adempimenti burocratici sarebbero di freno all’affermarsi della legalità contro lo sfruttamento criminale di oggi. In ballo 900 milioni di potenziali tasse che lo stato potrebbe incassare.
Parità di genere e valorizzazione delle diversità, due principi che le norme europee sulla corporate governance vorrebbero vedere applicati. Sembrano in contrasto, ma possono essere strumenti complementari per una più completa affermazione delle donne nel mondo aziendale.
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Categoria: Il Punto Pagina 94 di 151
La decisione della Consulta sull’adeguamento delle pensioni farà salire la spesa pubblica di oltre 8 miliardi. Più difficile per il governo evitare lo scatto degli aumenti di accise e Iva già previsti per il 2016. Torna così in auge il ricorso ai costi standard per tagliare la spesa degli enti locali. Con seri problemi di attuazione.
L’Expo di Milano è partito. Nonostante i “no” a prescindere e le devastazioni. Nonostante gli inviti (anche di questo sito) a spendere diversamente i soldi pubblici. Ora che c’è, l’importante è che tutto sia fatto per bene. È il Pil dell’Italia che deve salire, non solo il reddito dei fortunati e bravi coinvolti nella manifestazione.
Mentre il mondo della scuola va in piazza per difendere quel che c’è, accendiamo un faro su un tema di cui si parla poco: le assenze dei docenti e la loro correlazione con i tassi di abbandono scolastico. E ciò avviene più al Sud che al Nord. Se la scuola non funziona, si ingessa la struttura sociale. I dati dicono che nelle province italiane in cui manca la mobilità sociale vengono meno anche reddito, scolarizzazione e posti di lavoro. “Mobilità sociale” è il tema di quest’anno del Festival dell’Economia di Trento dal 29 maggio al 2 giugno. Con eventi organizzati da lavoce.info.
Con i decreti attuativi della delega fiscale migliora la possibilità di definire in anticipo gli aspetti di natura fiscale e legale dell’attività delle multinazionali. Una maggiore certezza nei rapporti impresa-erario serve ad attrarre capitali esteri ma anche a far sì che le multinazionali paghino un giusto ammontare di tasse.
I derivati usati dal Tesoro non sono diavolerie ma strumenti per la copertura dei rischi finanziari. Su cui si sono finora persi tanti soldi (1,5 miliardi all’anno tra il 2007 e il 2013). Il loro uso e – soprattutto – la loro modalità di registrazione nel bilancio dello stato devono diventare più trasparenti.
Massimo Baldini e Ugo Trivellato rispondono ai commenti al loro articolo “Perché puntare sul reddito di inclusione sociale”
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Primo maggio, una festa del lavoro ancora una volta con poco lavoro e mal distribuito per genere, età e geografia. Nel lavoro al femminile le quote rosa hanno scalfito il soffitto di cristallo nelle posizioni dirigenziali. Ma la riduzione del divario occupazionale che si vede arriva solo perché tra gli uomini si è perso il lavoro, non perché le donne l’abbiamo trovato. Per ridurre davvero il gender gap servono interventi che aiutino le donne a conciliare le troppe esigenze che cascano sulle loro spalle.
L’ottimismo del ministro Poletti sulle future pensioni dei giovani di oggi è ingiustificato. Il rapporto Brambilla usato dal responsabile del Welfare si basa su attese di crescita economica poco plausibili. In più, a carico delle nuove generazioni ci sono contributi previdenziali ben maggiori.
Arrivano i primi effetti delle regole del Jobs act su assunzioni e licenziamenti. Con la maggiore possibilità di licenziare, anche la disponibilità di alcune imprese a discutere di clausole individuali o aziendali che vadano oltre le scadenze temporali del contratto a tutele crescenti. O ad offrire come benefit la reintegra per licenziamento illegittimo. È in stallo la riforma dei Servizi pubblici per l’impiego. Il rischio da evitare è che la nuova Agenzia per l’occupazione sia un mostro statalista che da Roma legiferi sulle politiche attive del lavoro della Val Camonica e della regione Calabria. Meglio una soluzione light che metta a fattor comune le esperienze regionali positive.
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Il 5 maggio il mondo della scuola va in piazza contro il progetto di riforma della ministra Giannini. Gli scioperanti contestano il forte potere discrezionale che si vuole assegnare ai dirigenti scolastici. Con qualche ragione, data la vaghezza sui criteri per fissarne obiettivi e misurarne i risultati. Dietro le bandiere, docenti e non docenti rischiano però di arroccarsi su uno status quo indifendibile.
Diritti acquisiti di chi è o va in pensione con le vecchie regole e diritti da acquisire per i giovani lavoratori, soggetti a prelievi contributivi più pesanti in cambio di ridotti benefici futuri: ognuno ha le sue ragioni. Poi, però, arrivano l’economia e la demografia e le promesse di benefici futuri diventano d’improvviso molto labili.
Quanto è utile a 19 milioni di contribuenti il modello 730 precompilato? Dipende. Per lo più dal numero delle fonti di reddito e da detrazioni o deduzioni. Comunque più lavoro per Caf e commercialisti (ora responsabili degli errori). E una certa benigna noncuranza del fisco per una modica quantità di evasione legittimata.
A un anno dal suo varo, il bonus da 80 euro rimane un rebus, per quanto elettoralmente suggestivo. Se si voleva semplificare e ridurre la tassazione sul lavoro, sarebbe stato meglio agire sulle detrazioni d’imposta. E se si voleva dare a chi non ha, perché escludere incapienti e pensionati poveri? In ogni caso, il bonus ha almeno contrastato la riduzione dei redditi lordi e sostenuto marginalmente i consumi. Con solo scarsi effetti positivi sulla redistribuzione del reddito. Parlando di disuguaglianze, uno studio sui contribuenti del Trentino (gli unici su cui esistono dati accurati) ci dice che la crisi ha impoverito chi era già povero, il che era noto. Ma si scopre anche che i ricchi (tra i quali aumentano i pensionati) hanno perso in proporzione più dei poveri.
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Nei lavori pubblici si volta pagina, promette il neo-ministro Graziano Delrio. Procedure europee, regole semplici sugli appalti, programmazione, coinvolgimento dei territori. Sarebbe ora. Intanto, nell’allegato al Def sulle infrastrutture, si dimezza il numero delle opere prioritarie ma le 25 rimaste in lista presentano costi attesi molto elevati a fronte di una domanda piuttosto esigua. È difficile cancellare opere già decise e inserite in pianificazioni nazionali ed europee. Però le analisi costi-benefici di certi programmi di dubbia utilità come il “terzo valico” (ferrovia Tortona-Genova) sono vecchie, anche di 12 anni. E per alcune si legge di stati di avanzamento sotto il 10 per cento. Per il futuro speriamo nell’abbandono del concetto di “grande opera” in favore di interventi davvero utili, medi e piccoli, anche sull’esistente.
Aggiungendo nuovi tasselli alla riforma fiscale, il Consiglio dei ministri ha licenziato tre decreti attuativi della legge delega. Con le nuove norme su evasione ed elusione fiscale (o abuso di diritto) viene precisato ciò che distingue l’una dall’altra. Importante perché i due comportamenti danno luogo a procedure sanzionatorie ben diverse: una penale, l’altra amministrativa. Quando poi sarà completata l’applicazione della legge delega, occorrerà mettere mano agli studi di settore, oggi basati sull’analisi di situazioni “normali” che la crisi ha spesso cancellato. Vediamo intanto un bilancio di come hanno funzionato finora.
Il governo greco di Tsipras – incapace di proporre riforme che soddisfino Bruxelles e Francoforte e offrano una speranza di crescita al proprio elettorato – risuscita il contenzioso sui danni di guerra causati dalla Germania nazista. Un “tesorone” da 280 miliardi, pare. Questione chiusa per i tedeschi. Chi ha ragione in punto di diritto?
Un commento di Paolo Colonna all’articolo di Maurizio Ambrosini “Rifugiati: la tragedia continua”
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Orrore e compassione per le tragedie nel Canale di Sicilia. I disastri – e le grida contro gli scafisti – si ripetono perché la cruenta geopolitica di oggi produce sempre più rifugiati (+ 14 per cento nel 2014), perché i paesi ricchi tentano di svincolarsi dagli obblighi umanitari e per lo scaricabarile tra i paesi Ue.
Il disegno di legge anticorruzione approvato in Senato aumenta le pene ma non la probabilità di scovare gli illeciti. Ripristina il reato di falso in bilancio ma distingue tra imprese quotate e non quotate, con tetti di pena e relativa possibilità di creare società veicolo delle operazioni corruttive. Rischia cioè di essere inefficace.
In un allegato al Def si legge di come, complice la crisi, l’Italia abbia quasi centrato l’obiettivo del Protocollo di Kyoto. Per rispettare gli obiettivi europei per il 2020 sulla riduzione dei gas serra serve continuare con i bonus energetici e la fiscalità ambientale. Nessun ripensamento organizzativo, zero novità, invece, nell’allegato Def sui fondi strutturali europei. Si conserva ciò che c’è, a cominciare dagli atavici ritardi di spesa. Con una grave mancanza di attenzione per le novità introdotte dalla Ue proprio sul finanziamento degli investimenti pubblici. Nei prossimi giorni torneremo sul Def, in particolare su quanto previsto in tema di infrastrutture.
Nel predisporre un sistema che eroghi un reddito minimo serve capire quante famiglie potrebbero uscire dalla povertà trovando un lavoro e quante, per i motivi più vari, avranno bisogno di trasferimenti in denaro o servizi. Oggi il rapporto percentuale tra queste due situazioni è di 60 a 40. Vediamo allora cosa si può fare.
Fino al 2008 gli squilibri commerciali tra i paesi dell’Eurozona erano finanziati dai mercati. I dubbi sul futuro dell’euro hanno inceppato questi flussi di capitale e così i paesi periferici con troppo import e poco export – prima di tutti la Grecia – hanno visto salire i loro debiti nel sistema di pagamenti tra banche centrali chiamato Target2. Spieghiamo cos’è e cosa ci dice.
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Renzi va alla Casa bianca anche per convincere Obama e la business community americana che siamo un paese dove vale la pena investire. Cosa già nota oltre Atlantico a giudicare dal buon numero d’imprese e lavoratori americani presenti in Italia. Sullo sfondo, in positivo, un netto aumento della presenza multinazionale italiana in Usa.
Il Qe della Bce per ora sta funzionando a meraviglia. Ma le riforme strutturali sollecitate da Francoforte nei paesi periferici dell’euro, per essere davvero efficaci, richiederebbero stimoli alla domanda nell’Europa del Sud. Che solo i governi nazionali possono attuare.
La proposta del presidente dell’Inps di introdurre un reddito minimo per gli over 50 in povertà solleva ragionevoli dubbi. C’è davvero bisogno di creare un’altra categoria di poveri meritevoli di aiuto nel paese che sta morendo sotto il peso delle troppe minoranze da proteggere? Meglio disegnare schemi di welfare per tutti. In questo spirito, potrebbe aiutare l’idea di un salario minimo legale. Non troppo alto, se no riduce l’occupazione, ma anche non troppo basso se serve a ridurre la povertà. Calcoli sui dati degli ultimi 20 anni indicano che un salario minimo fissato come altrove alla metà del salario di un lavoratore mediano avrebbe contenuto significativamente l’aumento delle diseguaglianze.
In Italia – dove sarebbero molto utili – i fondi pensione hanno una diffusione ancora limitata. Una direttiva europea ora vuole aumentarne la trasparenza e rafforzarne la governance per meglio definire compiti e responsabilità gestionali e tenere a bada i conflitti di interesse. Ma Parlamento e governo per ora pensano ad altro.
Dal 2008, il mercato del lavoro italiano ha creato scarsa occupazione durante i pochi trimestri buoni e distrutto molti posti di lavoro durante i tanti negativi. Oltre ai posti, si sono persi – forse per sempre – capitale umano e capacità produttiva, soprattutto al Sud. Importante tenerne conto nei prossimi passi del Jobs act e quando sarà rifinanziato l’incentivo alle assunzioni a tempo indeterminato.
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Si chiama Reddito di inclusione sociale (Reis) la proposta di 33 associazioni ed enti locali per l’istituzione di un reddito minimo. Oggi un impiego del (possibile) tesoretto di 1,6 miliardi di euro per il 2015. A regime, al costo di 7,1 miliardi, una boccata d’ossigeno per oltre 6 milioni di persone in povertà assoluta. Vediamo in dettaglio di che si tratta.
I dati su occupazione e assunzioni del primo trimestre sembrano contraddittori. Non lo sono. I numeri negativi di febbraio vanno letti come piccole oscillazioni fisiologiche. Più importante notare, invece, la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. Tra gli effetti della lunga recessione che ci attanaglia, anche la sottoutilizzazione della forza lavoro occupata e la richiesta di profili professionali sempre più bassi.
Libertà e uguaglianza, due belle parole. In nome della prima lo stato americano dell’Indiana ha negato la seconda consentendo una sorta di diritto all’obiezione di coscienza, ad esempio per un ristoratore che si rifiuti di servire banchetti per nozze gay se il suo credo religioso li condanna. Polemiche e boicottaggi hanno indotto i legislatori a una parziale marcia indietro.
Puntare su più sicurezza negli aeroporti prima dell’imbarco, o più sicurezza sugli aerei in volo? E come? Il dilemma, già affrontato dopo l’11 Settembre, si ripropone all’indomani del disastro della Germanwings.
I cittadini delle regioni del Nord danno allo stato più di quanto ricevono. Viceversa quelli del Sud. Questi residui fiscali (positivi e negativi) vanno contenuti ma sono inevitabili: le entrate delle regioni crescono con la base imponibile, più alta al Nord, mentre la spesa viene spesso distribuita uniformemente tra tutti i cittadini.
Un commento di Angela Ferruzza e Stefano Tersigni, ricercatori Istat, all’intervento di Antonio Massarutto “Acqua: quello che ancora vorremmo sapere dall’Istat”. E la replica dell’autore.
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Con l’avvio dell’unione bancaria, prosegue opportunamente il calo nel numero delle sedi della Banca d’Italia. Meno opportuno è che, quando in Europa si discute del disegno e dell’impatto della vigilanza sugli intermediari finanziari, a via Nazionale scarseggino gli studi in materia. Mentre ad esempio se ne trova uno sulla propensione alla lettura dei bambini, tema lontano dal core business di una banca centrale.
Sullo sviluppo della banda ultralarga si gioca una partita a scacchi tra governo, Cdp controllante di Metroweb, Telecom Italia e gli altri operatori delle comunicazioni. Cerchiamo di decifrare il gioco. Spiegando che la scelta Fttb (portare la fibra in ogni immobile) causa rigidità con costi tutti da valutare e rischi di concentrare risorse pubbliche dove servono meno. In più, l’ombra di un’infrazione al divieto di aiuti di stato.
Il moltiplicarsi dei vincoli all’edificazione ha fatto salire la rendita urbana e i prezzi degli immobili sono andati alle stelle ovunque nel mondo. Consentire la costruzione di palazzi più alti potrebbe ridurre i prezzi al metro quadro. Con benefici per i meno abbienti e salvaguardando il territorio. Non è una panacea il piano casa del governo Renzi. Parte dalle case popolari e da quelle sfitte per carenza di soldi per ristrutturarle. Però le risorse stanziate (500 milioni) sono poche anche perché diluite in piccoli interventi e su molti anni.
Nel Documento di economia e finanza (Def), il governo parla di crescita 2015 allo 0,7 per cento. Ma informalmente la ministra Boschi si sbilancia fino a un +1 per cento, spiegando candidamente che ufficialmente è meglio “dare margini più bassi”. Come dire che anche le previsioni economiche sono uno strumento di marketing politico.
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Anticipato ai giornalisti da Renzi e Padoan, il Documento di economia e finanza (Def) 2015 dice che il Pil crescerà un po’ più del previsto a parità di obiettivi di bilancio. Senza nuove tasse e senza tagli alle prestazioni per i cittadini. Nella lunga lista di riforme annunciate, manca – ed è grave – la riforma del welfare. Un pezzo del quale, con 110 miliardi di spesa, è la sanità. Nella spending review di Cottarelli si legge come ridurre sprechi e corruzione soprattutto negli acquisti delle Asl. Individuando prezzi di riferimento che non ripetano la parodia dei costi standard del 2011. Ma evitando tagli indiscriminati a enti già virtuosi.
Hanno detto tutti “no” all’Opas su Rai way di Mediaset: la Rai stessa, l’Antitrust e – buona ultima – la Consob. Perché allora la tv privata ha speso soldi e credibilità in un’offerta impraticabile fin dall’inizio? C’è ancora da attendersi una mossa a sorpresa o la vicenda va archiviata come un clamoroso errore?
Nella scuola per le attrezzature didattiche poche risorse. In più, investite senza una verifica della loro efficacia. Da una ricerca su 156 classi delle medie che con uno stanziamento speciale si sono dotate di lavagne multimediali e altri strumenti informatici viene fuori che il miglioramento nell’apprendimento degli allievi è zero. Forse meglio spendere quei soldi per rimettere a posto qualcuno dei troppi edifici scolastici fatiscenti.
Reti di relazioni non gerarchizzate – basate su reciprocità e fiducia – spesso intrecciate a rapporti parentali e affettivi. Ogni membro del network ne conosce pochi altri e ad ogni crocevia un broker intermedia i contatti. Non è un nuovo social su internet: è la corruzione made in Italy che emerge dalle ultime inchieste giudiziarie.
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