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Categoria: La parola ai numeri Pagina 29 di 30

LA QUALITÀ DELLA SCUOLA PUBBLICA E DI QUELLA PRIVATA

 

PETROLIO AFRICANO

 

Italia e Germania dopo la crisi: l’andamento del Pil

 

LA LEGGENDA DEL NUMERO FISSO DI POSTI DI LAVORO

 

EVOLUZIONE DELLO SPREAD ITALIA-SPAGNA

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LA PAROLA AI NUMERI: RAPPORTO DEBITO/PIL

 

 

Meno lavori, più precari

Coincidenza di interessi

 

 

La parola ai numeri: disoccupazione

 

Il disagio occupazionale in Italia non accenna a diminuire. A ottobre il tasso di disoccupazione ha raggiunto il massimo da quando esistono le indagini mensili dell’ISTAT, ovvero dal 2004 (rispetto alle serie storiche trimestrali dal I trimestre 2003 quando la discoccupazione era 9,1%). A questo tasso bisognerebbe aggiungere il numero di persone a tempo pieno le cui prestazioni sono state ridotte a zero ore grazie ai trattamenti di Cassa Integrazione (gli istogrammi nel grafico dividono il totale di ore autorizzate per il numero medio di ore mensili di un lavoratore a tempo pieno). Sommando i due dati si giunge a un indice di disagio occupazionale superiore all’11 per cento.

C’è ancora qualcuno che osa sostenere che la crisi da noi ha avuto solo un modesto impatto sul mercato del lavoro?

La parola ai numeri: prodotto interno lordo

 

Aggiorniamo il grafico dell’andamento del Prodotto interno lordo includendo le stime preliminari Istat relative al terzo trimestre. Scopo della rubrica è confrontare il livello attuale del Pil con quello prima della crisi. Il grafico mostra i dati, ripresi dal sito Istat, relativi al livello del Pil trimestrale a valori concatenati (ossia depurati dall’’inflazione) e destagionalizzati (depurati per l’’effetto di calendario).
La crescita pressoché nulla del terzo trimestre fa sì che siamo ancora lontani dai livelli precendeti alla crisi. Ancora più preoccupante pensare che tra i paesi avanzati siamo quello che ha subito il calo maggiore durante la crisi e che, ad eccezione della Spagna, siamo il paese che è cresciuto meno nel periodo successivo “Giusto segnalare come, a volte, anche l’Istat presenta grafici che potrebbero indurre il lettore meno esperto in errore.

Il grafico qui sopra, che compare nella prima pagina del comunicato, riporta i tassi di crescita tendenziali del Pil. Un lettore disattento potrebbe trarre la conclusione che “le cose sono ritornate come prima” invece così non è come mostra il nostro grafico che poi è lo stesso (con intervalli di tempo diversi) di pagina 2 dello stesso Comunicato.

a cura di Davide Baldi e Ludovico Poggi

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