Lavoce.info

Categoria: Lettere Pagina 24 di 26

Quanto cambia l’Unione

La Convenzione non dà all’Europa una costituzione in senso proprio. Ma l’ordinamento prefigurato resta un buon risultato perché chiarisce i principi, come la prevalenza del diritto comunitario, e semplifica i meccanismi decisionali. Resta sostanzialmente immutata la suddivisione di competenze tra Stati membri e Ue, mentre nelle istituzioni europee si rafforza il potere di ordinamento e indirizzo della Commissione. Nell’economia, l’euro-gruppo assume un ruolo più incisivo nel coordinamento economico interno.

sommario 28 agosto 2003

Nessuno sembra ricordarselo più, ma siamo ancora nel semestre italiano di presidenza dell’Unione europea. Meglio non rimanere con le mani in mano. Lavoce.info dedicherà all’Europa un’uscita settimanale fino alla conclusione del semestre. Cominciamo con la bozza di Costituzione elaborata dalla Convenzione Europea, che sarà discussa dalla conferenza intergovernativa che si apre a Roma a metà ottobre. Un’analisi del progetto mette in luce non poche ombre. Si migliora l’efficienza decisionale con il sistema della doppia maggioranza, ma a scapito dei Paesi di medie dimensioni e a vantaggio dei grandi, in particolare dell’asse franco-tedesco. Si chiariscono i principi, ma il progetto non produce una vera e propria costituzione. La governance economica migliora, ma si sarebbe potuto fare di più, specie per l’euro-gruppo. E tuttavia è un bel passo avanti. Cerchiamo di non farne due indietro a Roma.

sommario 26 agosto 2003

Giulio Tremonti come Herbert Hoover? Speriamo di no. I dazi nei confronti della Cina sono una scelta ad altissimo rischio. Meglio derubricarla dal dibattito politico quanto prima e concentrarsi sulle vere scelte per rilanciare la crescita nel nostro Paese.
Col concorso del Totocalcio di domenica 24 giugno si è consumata una gigantesca presa in giro nei confronti di migliaia di cittadini. E i danni di immagine per il concorso saranno rilevanti, pregiudicando la maggiore fonte di entrate per lo sport italiano. Insomma un clamoroso autogol.
Molti i luoghi comuni sul mercato del lavoro italiano. Cominciano dalla favola del lavoro autonomo che starebbe progressivamente sostituendo il lavoro dipendente. Semmai è vero il contrario. C’è sempre più lavoro formalmente autonomo, che economicamente è alle dipendenze. Presto visiteremo altri luoghi comuni.

sommario 20 agosto 2003

I giornali vuoti di mezzo agosto invitano spesso a letture macabre: si sfogliano i necrologi. Perché solo in Italia si usano questi costosissimi annunci, invece di inviare messaggi e lettere affettuose ai parenti? Una risposta e una proposta: tassiamo i necrologi e devolviamo il ricavato in opere di bene.
Italiani in coda sulle strade al rientro dalle vacanze. Dato che quasi il 90 per cento della nostra rete autostradale è a pagamento (contro il 30% mediamente in Europa), perché non usare il pedaggio come strumento per scoraggiare il congestionamento della rete? Le proposte di revisione delle tariffe autostradali oggi in discussione non sembrano contemplare affatto questa possibilità.
Secondo il Financial Times, anche gli stranieri residenti nel Regno Unito saranno chiamati a votare nel referendum sull’entrata nell’euro. Da noi, invece, gli italiani all’estero (anziché gli stranieri residenti in Italia) hanno votato i referendum sull’articolo 18 e sugli elettrodotti. Nell’Europa unita, i cittadini europei dovrebbero avere diritto di voto proprio sulle materie che li riguardano da vicino in quanto residenti in quel Paese. 

La domanda di crescita economica

Pietro Garibaldi recensisce il volume di William Easterly The Elusive Quest for Growth, Boston, MIT Press, che pone alcuni quesiti fondamentali sulle cause delle differenze nei livelli di reddito pro capite tra Paesi e sulle politiche per superare questi divari, innalzando il tasso di crescita dei Paesi meno sviluppati

sommario 13 agosto 2003

A ridosso di Ferragosto inauguriamo una nuova rubrica di recensioni, rispondendo a richieste dei nostri lettori. I tre saggi passati in rassegna trattano della povertà e delle sue vie d’uscita.  Lezioni utili per paesi, come il nostro, che devono invertire la tendenza al declino economico, un problema già affrontato da lavoce.info (riproponiamo qui alcuni interventi  anticipatori).

Ma vogliamo offrire anche un’immagine di ottimismo: un fenicottero rosa liberato in questi giorni nella riserva naturale delle saline di Margherita di Savoia, popolate anche da numerosi cavalieri d’Italia.

sommario 6 agosto 2003

Serve la politica economica? Comparando i Documenti di programmazione economico-finanziaria degli ultimi tre anni viene da pensare che il Governo abbia sempre meno fiducia nella capacità delle proprie politiche di sollevare il tasso di crescita dell’economia sopra il tendenziale. Oppure che abbia rinunciato a qualsiasi azione riformatrice. E quelle poche riforme di cui ancora si parla in settori chiave quali l’istruzione e la sanità potrebbero avere molti effetti indesiderabili.

sommario 29 luglio 2003

La ripresa dei corsi azionari e la felice cessione della ETI spingeranno finalmente questo Governo a riprendere il cammino di privatizzazioni e liberalizzazioni avviato nella precedente legislatura? Anche su questo aspetto il Documento di programmazione economico-finanziaria è reticente.
Una proposta per rendere più efficiente il controllo antitrust degli operatori con posizione dominante nel settore delle telecomunicazioni.
Uno studio recente trova nuove ragioni per separare attività di vigilanza bancaria e politica monetaria.
Milioni di italiani in viaggio per godersi meritate vacanze. Il nuovo codice della strada, assieme a provvedimenti preventivi molto utili, prevede l’abolizione della corsia per i veicoli lenti. Ma le simulazioni sugli effetti di questa misura sono tutt’altro che incoraggianti.

Nel mese di agosto lavoce.info uscirà con un solo aggiornamento alla settimana, il mercoledì. E che nessuno si illuda: terremo gli occhi ben aperti. Anche sott’acqua. A tutti i lettori auguri di buone vacanze.

sommario 24 luglio 2003

In occasione del decennale degli accordi del luglio 1993 molti interventi commemorativi, poche riflessioni sul modello contrattuale oggi più adatto per il nostro paese. Riportiamo tre riletture del Patto da parte di autorevoli interpreti delle relazioni industriali in Italia. Hanno tutte il pregio di guardare in avanti e di prendere posizione, anche se non sempre con opinioni fra di loro convergenti. Vi è chi è a favore del rafforzamento della contrattazione decentrata, chi sostiene invece che “la nuova concertazione” dell’era Euro deve guardare all’Europa e, infine, chi ritiene che si deve mantenere e rafforzare il sistema a due stadi, nazionale e aziendale. Una segnalazione su cosa significa decentrare la contrattazione. E una rassegna stampa per capire cos’è successo alla IG Metall.
Torniamo sulla tutela dei risparmiatori alla vigilia delle assemblee Cirio e di una nuova riunione del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio. Con una proposta: perchè non imporre agli investitori istituzionali di non cedere i bond acquistati su mercati non regolamentati almeno per un anno?

sommario 22 luglio 2003

Il Documento di programmazione economico-finanziaria 2004-7 approda in Parlamento.  Manca di tutto: contenuti e trasparenza. Non c’è l’arrosto. Per fortuna questa volta non c’è neanche il fumo. Non serve a capire nè lo stato di attuazione dei programmi di governo, nè gli impegni e i programmi futuri.  Insomma un documento inutile.  Ma non è affatto inutile avere un Dpef: serve a tenere separato il momento della fissazione dell’obiettivo sul disavanzo da quello in cui si definiscono gli interventi concreti (la Finanziaria). Servirebbe il Dpef anche a tracciare un bilancio dell’azione di governo e a stabilire i rapporti di finanza con le amministrazioni locali.
Il peggioramento del disavanzo commerciale degli Stati Uniti e l’apprezzamento dell’euro danno nuovo impulso alle lobby che chiedono misure protezionistiche da una parte e dall’altra dell’Atlantico.  Peccato che trovino sponda nelle dichiarazioni del nostro Ministro dell’Economia, secondo cui la globalizzazione è responsabile del declino economico dell’Italia.  Il protezionismo ci condannerebbe davvero al declino industriale, imponendoci una specializzazione produttiva troppo simile a quella dei paesi emergenti e, quindi, non in grado di reggere la loro competizione.

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