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Salari bassi anche col reddito di cittadinanza*

L’ultima missione affidata al reddito di cittadinanza è quella di contribuire a far crescere i salari più bassi. Ma è una missione impossibile perché le politiche salariali richiedono altri strumenti. Il sussidio dovrebbe invece concentrarsi sulla povertà.

Come sarà il 2019 del mondo del lavoro*

Economia e lavoro sono la preoccupazione principale per tre italiani su quattro. Ma neanche nel 2019 la disoccupazione diminuirà in modo significativo. E c’è da sperare che non siano introdotte nuove modifiche alla regolazione del mercato del lavoro.

Piano Macron: molto più di un reddito di cittadinanza*

La povertà ha molte cause diverse e non basta un solo strumento per combatterla. Per questo il piano Macron prevede ventuno azioni, una delle quali è il reddito universale di attivazione. Un approccio che potrebbe essere utile anche in Italia.

Perché i salari non crescono*

I salari non hanno ancora recuperato i livelli pre-crisi. I motivi sono strutturali e la risposta è in una strategia incentrata su competenze e apprendimento durante tutta la vita lavorativa. Affiancata da politiche attive e di supporto al reddito.

Ma il reddito di cittadinanza non si finanzia da solo*

Il ministro del Lavoro sposa la tesi secondo cui il reddito di cittadinanza si autofinanzia, permettendo così di rispettare i parametri UE. Sembra però improbabile che ciò possa accadere sfruttando le arcane regole del calcolo del pareggio strutturale.

Salario minimo per i rider? Serve l’aiuto delle piattaforme*

Per tutelare di più i fattorini si discute di un salario minimo anche per questo mestiere. Che non rientra in una fattispecie ben definita. È quindi necessaria una buona dose di inventiva per stabilire la giusta cifra, oltre che la cooperazione delle piattaforme digitali.

Una via italiana per i lavoratori nei cda*

Forme di partecipazione dei lavoratori nella gestione di società private sono presenti in diversi paesi europei. Anche in Italia potrebbe contribuire a migliorare la cooperazione tra le parti sociali. Ma non esiste un modello unico per realizzarla.

Patto per la fabbrica. Al minimo sindacale*

Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno siglato accordo interconfederale definito “Patto per la fabbrica”. Obbliga la politica e la futura maggioranza a ripartire dalle parti sociali. Ma non tocca le questioni che dovrebbero essere al centro della discussione.

Salari come in Germania? Dipende dalla produttività*

È difficile ipotizzare futuri aumenti salariali “alla tedesca” nei contratti collettivi di lavoro italiani. A limitare lo spazio di manovra di sindacati e Confindustria è la stagnazione della produttività. Più facile procedere impresa per impresa.

Il futuro dei contratti collettivi*

Un sistema di estensione formale dell’efficacia dei contratti può aiutare a combattere il fenomeno degli accordi pirata e a ridurre le disparità di trattamento. Non deve essere automatico, ma subordinato alla valutazione degli effetti economici e sociali.

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