Da settimane la Lega calcio rinvia la decisione sui diritti televisivi della Serie A per il prossimo triennio. Due le offerte, di Sky e Dazn. Quali effetti avrà la scelta finale sul futuro del calcio e di tutto il sistema dei media e delle comunicazioni?
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Il lockdown ha fatto crescere il consumo di televisione, tradizionale e on demand. Ma gli operatori broadcast e le pay-tv classiche risentono i contraccolpi della crisi economica. Ne beneficiano i servizi in streaming. E la pubblicità ne prende atto.
La decisione della Corte europea sul contenzioso Mediaset-Vivendi apre la strada anche in Italia al processo di convergenza tra televisioni e società di telecomunicazioni. Con la prevalenza del videostreaming diventa centrale l’infrastruttura.
Durante la quarantena forzata il consumo di servizi di streaming video ha raggiunto livelli straordinari. Il successo continuerà. Perché tv tradizionale e pay pagheranno le conseguenze della crisi economica. Unico rischio è il blocco delle produzioni.
Il settore televisivo italiano affronta una trasformazione radicale, guidata dall’innovazione. E infatti i dati del 2019 certificano che a calare è soprattutto la pubblicità. La pay-Tv cresce, mentre si prospetta un futuro luminoso per la broadband Tv.
Disney è il più serio concorrente di Netflix perché ha i contenuti e le risorse per combattere ad armi pari. E la battaglia non sarà tanto sul numero di abbonati, quanto sulla capacità di conquistare la vera risorsa scarsa: il tempo dello spettatore.
Il video on demand sta diventando un prodotto di massa. Ma il modello Netflix deve ora fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita: dai servizi streaming approntati dai proprietari dei contenuti alle reazioni delle grandi aziende televisive.
Con l’acquisizione di Prosiebensat1, Mediaset assume la leadership a livello europeo nella tv in chiaro. L’obiettivo però è competere con i nuovi grandi operatori globali. Non sarà un’operazione facile né priva di rischi, ma è l’unica strada percorribile.
Il settore televisivo, da sempre preminente in Europa, è il più penalizzato dalla rivoluzione dei video on demand. Potrebbe però riguadagnare posizioni puntando sulle produzioni originali e locali. Anche la regolazione avrà un ruolo nei futuri sviluppi.
Con l’accordo tra Disney e 21th Century Fox e l’annuncio dell’Apple TV+, il processo di riconfigurazione dei media è ormai completato. Ma le società nate dalle concentrazioni dovranno adattarsi all’evoluzione in atto se non vogliono scomparire presto.