Di fronte alla grave situazione del Monte dei Paschi, il governo italiano si è opposto a qualsiasi forma di coinvolgimento dei creditori subordinati nella procedura di insolvenza. Eppure, in Europa e nel mondo, in situazioni analoghe, ciò è avvenuto. Rimane la necessità di salvaguardare i truffati.
Tag: bail-in Pagina 3 di 5
I soldi rimasti ad Atlante 1 non bastano per risolvere i problemi di Monte dei Paschi. Dunque serve un Atlante 2. Se l’operazione riesce con le sole forze di mercato, gli obbligazionisti subordinati sono salvi. Difficile la deroga per aiuti di stato. (Primo di due articoli, il secondo a seguire).
Bloccare come ha fatto il Tar della Lombardia l’aumento delle bollette elettriche mortifica l’autorità di regolazione e colpisce le società di distribuzione elettrica che si limitano a scaricare sulle tariffe i maggiori costi del mercato all’ingrosso. Sui quali si può eccepire perché non hanno una chiara motivazione. Ma la pezza scelta dal Tar è peggiore del buco.
Ci vorrebbero oltre 7 miliardi all’anno per far arrivare il reddito di inclusione alle famiglie povere come previsto dalla legge delega approvata pochi giorni fa. In realtà al momento ci sono risorse per 1,6 miliardi per i primi due anni. Un piccolo aiuto a un massimo di 1,3 milioni di persone indigenti, il 30 per cento del totale.
Il governo teme che qualcuna (una) delle nostre banche esca con le ossa rotte dagli stress test dell’Eba (Autorità bancaria europea). Per questo sta negoziando con la Ue una controversa applicazione del bail-in che eviti perdite agli obbligazionisti subordinati. Il problema è: bisogna salvaguardarli tutti o solo i truffati? Parlando di bilanci bancari, se Roma piange Berlino non ride, anche se per ragioni diverse dalle nostre. Le grandi banche tedesche (in prima fila, Deutsche bank) sono piene di derivati, strumenti finanziari anche più opachi dei bond subordinati e potenziali cause di una nuova crisi sistemica.
Il Parlamento europeo ha approvato la nuova Guardia costiera per il controllo comune dei flussi migratori extra-Ue, con più risorse e più autonomia di Frontex. L’esperienza americana dice che, senza interventi nei paesi d’origine, la sua efficacia sarà limitata perché nasceranno nuove rotte ad arricchire i trafficanti. Nei giorni in cui il mondo assiste impotente alla repressione di Erdogan, diventa ancora più urgente studiare la relazione tra Islam, democrazia e politica. In Indonesia e Malesia la religione scende a patti con la vita pubblica in termini di pluralismo e tolleranza. Molto più di quanto accada in Medio Oriente e, ora, in Turchia.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).
Alcune banche italiane potrebbero aver bisogno di ricapitalizzarsi. Il governo cerca di contrattare con Bruxelles una diversa applicazione del bail-in per non coinvolgere nelle perdite gli obbligazionisti subordinati, spesso piccoli risparmiatori. Ma è una scelta sbagliata, per almeno tre motivi.
Si sta cercando una soluzione per le banche in crisi senza applicare il bail in. Se ciò avviene con soldi pubblici, è un favore agli azionisti. Che invece dovrebbero essere i primi a pagare per il salvataggio. L’alternativa è un aumento di capitale emettendo diritti a forte sconto.
L’enorme esposizione di Deutsche bank sui contratti derivati rischia di produrre un crack dai gravi effetti sistemici? Intanto, l’esposizione effettiva è minore. E le obbligazioni emesse per assorbire le perdite non sono nei portafogli dei piccoli risparmiatori. Come invece accade in Italia.
Un’adeguata protezione dei risparmiatori è ancora lontana, nonostante la scossa dei recenti dissesti bancari. L’industria del risparmio gestito continua a ingannare gli investitori, promettendo cedole taroccate e nascondendo le commissioni. Con buona pace dei controlli formali delle autorità.
Sono almeno cinque i profili di incostituzionalità che si possono ipotizzare per la disciplina del bail-in. La norma meno difendibile è quella che applica le nuove regole anche ai rapporti sorti prima della loro entrata in vigore. Perché il Parlamento rimanda il problema alla Corte costituzionale.
Se il governo italiano spera di chiudere un buon accordo con la Ue sul salvataggio delle banche, è anche perché i nostri non sono gli unici istituti problematici. Come diceva il Fondo monetario la banca tedesca Deutsche bank, esposta per cifre iperboliche con i derivati, può rappresentare un rischio sistemico. Almeno, però, a differenza delle piccole banche italiane, ha piazzato i suoi titoli agli investitori professionali e non ai risparmiatori. Da noi gli scandali hanno evidenziato l’opacità del collocamento ai clienti che include vari raggiri legalizzati. Ad esempio, molti fondi comuni con cedola garantita la pagano – quando la gestione non ha rendimento – intaccando il capitale investito. Il che è riportato in prospetti letti poco e capiti di meno. Ci si chiede anche se non sia anticostituzionale il bail-in, la procedura europea che addossa le perdite delle crisi bancarie ad azionisti, obbligazionisti e correntisti ora incorporata nella legge italiana. Vari motivi per sollevare il dubbio. L’alternativa era ed è quella di far pagare comunque Pantalone.
Le imprese familiari nei paesi sviluppati sono per lo più guidate da manager esterni. In Italia, invece, più di due terzi delle posizioni di responsabilità sono coperte da membri della dinastia proprietaria. È credibile che nella stessa famiglia ci siano tutte le eccellenze necessarie al successo dell’azienda?
Un nome evocativo, Nuova via della seta, per un piano di potenziamento del traffico commerciale della Cina con l’Europa. Con sei corridoi che uniscono mare e terra. Forse una grossa opportunità per l’Italia e per il Mezzogiorno. Se si supera la frammentazione del sistema portuale e non si distrugge l’ambiente marino.
Si scoprono, in Lombardia, giudici tributari corrotti. Le mele marce vanno eliminate ma il rischio più alto della giustizia tributaria è in una proposta di legge per l’abolizione delle commissioni tributarie, assegnando le controversie a sezioni specializzate dei tribunali ordinari. Anche se le une appaiono più efficienti degli altri.
Corrado del Bò e Francesco Pallante commentano l’intervento di Giovanni Facchini e Cecilia Testa “Meno potere alle lobby con la riforma del Senato”.
Spargete lavoce: 5 per mille a lavoce.info
Destinate e fate destinare il 5 per mille dell’Irpef a questo sito in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, Via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Grazie!
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare”. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre a Milano. SAVE THE DATE, dunque, vi aspettiamo!
La partecipazione alla prima parte dell’incontro, a porte chiuse, è riservata alla redazione de lavoce.info e a chi ci ha finanziato con almeno 100 euro o raggiunge cumulativamente 100 euro di donazione negli ultimi tre anni. Chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione!
L’emissione di obbligazioni con valore fiscale da parte di Cassa depositi e prestiti potrebbe essere la soluzione dei problemi del sistema bancario. Cdp avrebbe risorse a basso costo da impiegare per garantire le sofferenze e ricapitalizzare le banche. Ma anche per un’efficace politica industriale.