Lo scambio proposto da Intesa Sanpaolo agli azionisti di Ubi è vantaggioso per chi cede le proprie azioni. La mossa non si spiega solo con la ricerca di sinergie. Ma con il potere di mercato che una mega-banca acquista verso famiglie, imprese e governi.
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La Banca centrale europea riempie le banche di finanziamenti a tassi negativi, per sostenere i prestiti alle imprese. Azione giusta nell’emergenza in corso, ma che potrebbe contribuire ad alimentare il circolo vizioso tra rischio bancario e rischio sovrano.
Pochi ma semplici e utili gli interventi previsti dal piano Colao per la capitalizzazione delle imprese: misure attuabili in tempi brevi. Sempre che ci sia la volontà di farlo: i 220 miliardi già stanziati ma non ancora spesi per le infrastrutture, uno dei volani della ripresa, testimoniano i danni dell’iper-regolamentazione. Buone notizie per le banche dalle modifiche al “fondo salva mutui”: la sospensione dei pagamenti permetterà loro di prevenire nuovi crediti deteriorati. Nulla per i giovani nei provvedimenti d’emergenza varati dal governo. Colpa di una cultura politica che fa ricadere sulla famiglia il compito di occuparsi di loro.
È stata letta come una decisione anti-europea ma la sentenza della Corte costituzionale tedesca riafferma alcuni principi democratici che sono alla base dell’Ue.
Le imprese familiari non sono tutte uguali. La famiglia funziona nelle aziende piccole, ma in quelle più grandi rende poco preparati alla concorrenza.
Continuano le puntate del podcast del Festivaleconomia, realizzato da lavoce.info in collaborazione con l’Università di Trento. “Parola chiave” della settimana: Recovery Fund, con Tommaso Monacelli. Da lunedì: Salute, con Gilberto Turati.
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I decreti legge in risposta alla crisi da coronavirus hanno modificato i requisiti di accesso al fondo di solidarietà per i mutui sulla prima casa. La sospensione del pagamento delle rate permette alle banche di prevenire nuovi crediti deteriorati.
Socio al 10 per cento, Leonardo del Vecchio vuole raddoppiare la quota in Mediobanca. Che non è più il “salotto della finanza” ma ha il 13 per cento di Generali. Il mercato, tuttavia, non capisce la strategia dell’operazione.
La sottoscrizione di capitale delle banche da parte delle autorità pubbliche può già avvenire nel rispetto delle regole europee sugli aiuti di stato e di quelle prudenziali. Nessuna conseguenza per gli amministratori se gli istituti trattengono gli utili.
Nel garantire liquidità agli operatori colpiti dalla crisi, il sistema bancario ha un ruolo ancor più centrale. Restano però immutate alcune norme che allungano le procedure. Così come non tutti gli istituti sono pronti a rispondere alle nuove richieste.
Si può pensare di fare arrivare liquidità alle piccole e medie imprese sotto forma di capitale di rischio anziché di debito. Se abbinate a vantaggi fiscali, queste azioni potrebbero diventare appetibili per il mercato, con vari vantaggi diffusi.
Il decreto promosso dal governo garantisce risorse più che sufficienti per le esigenze del sistema delle imprese. Ma è necessario che il bazooka inizi subito a “sparare” liquidità. L’istruttoria approfondita andrebbe riservata solo alle imprese più rischiose.
Fin dalla loro nascita le fondazioni bancarie avrebbero dovuto finanziare progetti di utilità sociale. La crisi in atto rende irrinunciabile questo ruolo a complemento delle misure decise dal governo. Dovrebbero dare garanzie per prestiti a famiglie e imprese in difficoltà.