Se le decisioni di politica economica dell’area euro sono sbagliate o insufficienti, è anche perché sono inadeguate le istituzioni all’interno delle quali vengono prese. Troppo peso agli Stati e troppo poco agli organismi europei. Ricette per aumentare la democrazia e l’efficienza.
Tag: Bce Pagina 26 di 29
Il Parlamento europeo ha approvato in extremis il progetto relativo al Single Resolution Mechanism: è il secondo tassello dell’Unione bancaria. Raccogliamo in un dossier alcuni contributi apparsi sul nostro sito a proposito di questo tema.
L’accordo per la creazione del Single Resolution Mechanism è molto complesso e presenta innegabili criticità. Ma è importante perché completa l’Unione bancaria. E, per la prima volta, introduce nell’area euro il principio della gestione centralizzata delle crisi bancarie.
La Bce non ha abbassato i tassi, ma aperto la strada a un nuovo quantitative easing. Un altro fattore ha contribuito alla stretta creditizia: i requisiti di patrimonializzazione delle banche in vista dell’Unione bancaria. L’indebolimento del cambio dell’euro.
Il decreto salva-Roma doveva essere condizionato alla liquidazione di partecipazioni in società non direttamente collegate a finalità sociali. Perché gli intrecci azionari di Roma Capitale e della regione Lazio sono impressionanti. Una nuova puntata della nostra inchiesta “Spendere meno si può”.
Dalle indagini giudiziarie di Milano emerge la contiguità tra gli uomini del crimine organizzato e molti imprenditori che si mettono in affari con i mafiosi per recuperare crediti o ottenere finanziamenti. Con rassegnata naturalezza. Salvo accorgersi, troppo tardi, di esserne diventati ostaggi.
Mentre studi dell’Istat (e dell’Ocse) stimano con metodi molto discutibili i differenziali di capitale umano tra uomini e donne, un Dossier con i nostri interventi sulla questione femminile.
Se la Tobin tax in salsa italiana si è rivelata un fallimento, una piccola tassa a livello europeo su ogni transazione finanziaria potrebbe invece ottenere un gettito di 10 miliardi di euro da destinare al sostegno delle riforme strutturali. La Banca centrale europea lascia invariata la politica monetaria nonostante i tentennamenti nella ripresa. Gli euroscettici rischiano di diventare facili profeti di sventure.
Nel piano quadriennale delle Ferrovie dello Stato, investimenti per 6 miliardi all’anno, circa due terzi a carico dei contribuenti. Su come vengono spesi questi soldi mancano verifiche preventive e successive. E c’è opacità sui sussidi pubblici all’esercizio del trasporto. Sarebbe ora di dare trasparenza ai treni.
Una replica di Borri, Nisticò, Ragusa e Reichlin a “Come uscire dal pantano delle detrazioni fiscali“.
Mentre due storici parlano di fallimento dell’euro e dell’Europa, la Bce lascia invariata la politica monetaria. Il problema non è la sottovalutazione della crisi da parte di Draghi, ma che la Bce sia lasciata sola nell’affrontarla.
La Bce diventerà presto l’organismo unico di supervisione di gran parte delle banche europee. Ma la ristrutturazione dei sistemi bancari continua a passare per l’intermediazione dei governi nazionali. Serve un meccanismo comune e credibile di liquidazione. E un divieto assoluto di aiuti di Stato.
La Corte costituzionale tedesca non si è limitata a esporre alla Corte di giustizia UE i suoi dubbi sul ruolo e la funzione della Bce e sulla solidarietà europea. Ha espresso una netta visione politica. Dalle risposte che riceverà dipenderanno gli assetti costituzionali dell’Europa del futuro.
Si torna a parlare di taglio del tasso di interesse sui depositi delle banche presso la Bce al di sotto dello zero. Servirebbe a rendere più morbida la transizione dal periodo pre-Omt a quello post-Omt, con riserve molto più contenute. Gli effetti su tassi, euro e crescita non sarebbero rilevanti.