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Se la Brexit crea i dazi della discordia*

Se non ci sarà accordo su un nuovo regime tariffario tra Unione Europea e Regno Unito, si applicheranno le regole generali dell’Omc. Le conseguenze cambierebbero a seconda della specializzazione produttiva dei diversi paesi Ue. Sarebbe quindi difficile mantenere una posizione unitaria nei negoziati.

Il Punto

Il Ddl concorrenza è una legge “annuale” che dovrebbe promuovere le liberalizzazioni e invece rimbalza – potere delle lobby – tra Senato e Camera da 900 giorni. Dentro c’è un po’ di tutto. Dei rinvii beneficiano, tra gli altri, le Poste che mantengono il monopolio sulla consegna degli atti giudiziari (una torta da 200 milioni).
Il progetto sulla flat tax al 25 per cento lanciato dall’Istituto Bruno Leoni è un salutare sasso nello stagno. Ma non è – come fanno credere i proponenti – un progetto di riforma fiscale e del welfare articolato e organico. Mancano troppi dettagli importanti, almeno per ora. Utile discuterne. Lo faremo.
Il nuovo rapporto Invalsi conferma le differenze Nord-Sud nell’apprendimento degli studenti. E mostra divari geografici correlati con grandi disparità di esiti all’interno delle singole classi. Contano le condizioni di partenza ma anche l’incapacità delle scuole di garantire classi equilibrate per condizioni socio-economiche e abilità.
Il Regno Unito – ora paradiso della ricerca accademica con il 16 per cento dei ricercatori che viene da altri stati Ue – rischia di non esserlo più con la Brexit. I 5 mila italiani, impegnati nelle scienze fisiche e ingegneristiche, biomediche, sociali e umane, cercano di capire cosa sarà delle loro carriere.
Con il decreto legge su Veneto banca e Popolare di Vicenza il governo ha salvato depositanti, obbligazionisti senior e dipendenti, ma non gli azionisti e i possessori di obbligazioni subordinate danneggiati dalle condotte colpose e dolose tenute dalle due banche. Evitati gli effetti sistemici, non le ingiustizie.

Fausto Panunzi risponde ai commenti al suo articolo “Dove crescono i populismi

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici/donatori de lavoce si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di Brexit e banche italiane. Presto, su questo sito, il programma dell’incontro. Intanto SAVE THE DATE, vi aspettiamo!

Se la Brexit danneggia la scienza

Un convegno organizzato dall’ambasciata italiana e dall’Association of Italian Scientists in the UK ha discusso gli effetti della Brexit sull’accademia britannica e sugli scienziati stranieri che vi lavorano. Rimarcando le differenze tra Italia e Regno Unito.

Si può fermare la Brexit?

Si può fermare la Brexit? Tra i giuristi non c’è unanimità di pensiero. Ma non si può ammettere che uno stato possa revocare il recesso dall’Unione europea in base alle sue convenienze. Perché la decisione spetterebbe alla Corte di giustizia europea.

Perché gli inglesi fanno traballare la sedia della May

Il risultato delle elezioni in Gran Bretagna ha molto a che vedere con la parabola dell’Ukip. Con la Brexit avviata, i conservatori pensavano di “ereditare” i voti di Farage. Invece, la strategia laburista ha ribaltato il quadro e cambiato il dibattito.

Il Punto

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il portavoce di Renzi, Michele Anzaldi, hanno polemizzato sulla proposta di reddito di cittadinanza, usando definizioni e dati confusi. Sottoponiamo le dichiarazioni dei due parlamentari al fact-checking de lavoce.info.
Dopo la battuta d’arresto elettorale per la signora May e l’invito ai britannici a ripensarci da parte di Emmanuel Macron, i giuristi si chiedono se e come si possa tornare indietro sulla Brexit. Tante interpretazioni del famoso articolo 50 del trattati Ue. Con un po’ di buon senso si può definire come e quando ciò sia praticabile. Nel frattempo si fanno i conti sui flussi elettorali nel Regno Unito. Emerge che Corbyn si è mostrato abile nell’intercettare il voto di giovani e scontenti. Ma non abbastanza da vincere.
Uno European safe bond che tragga il suo valore da un paniere di titoli di debito sovrano dei vari paesi dell’eurozona è una buona idea. Ma per farla decollare serve spingere le banche a investirvi. Il sistema più sicuro è quello di incentivarle a diversificare, mettendo un tetto ai titoli di stato da esse detenuti.
In un rapporto appena pubblicato, l’Istat fotografa la demografia di un paese triste in cui, nel 2016, il numero dei morti ha superato quello dei nuovi nati di 142 mila unità. Senza i bambini stranieri, la cifra salirebbe a 205 mila. Per invertire la tendenza, cercasi politiche di welfare per donne e giovani.
La povertà va ben oltre la mancanza di reddito. Le famiglie meno abbienti destinano al pagamento delle bollette una quota rilevante del loro bilancio e sono esposte alla “vulnerabilità energetica” e alle sue conseguenze socio-sanitarie. Un recente studio prova a quantificare il problema.

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Regno Unito, ma nel caos

Sembrava un’elezione dall’esito scontato. Invece il Regno Unito sorprende ancora con un risultato elettorale che ha l’apparenza del cataclisma. Ma Theresa May è ancora al potere, almeno per il momento. E per i negoziati Brexit rimangono due scenari.

Elezioni in Gran Bretagna, dove regna l’incertezza

Le elezioni dell’8 giugno vedranno la conferma di Theresa May alla guida del Regno Unito e delle trattative sulla Brexit. Ma molte cose non sono andate come aveva sperato la primo ministro. E i giovani potrebbero metterle un bel bastone fra le ruote.

Il Punto

Come abbiamo discusso nelle nostre feste/convegno di Milano e Roma, tutti gli esperti – anche i più ottimisti – sono d’accordo: l’architettura dell’euro è incompleta e richiede di essere corretta per evitare nuove crisi. Si può partire dai quattro elementi descritti in un e-book del nostro sito “gemello” VoxEu.
Theresa May dovrebbe essere la vincitrice delle elezioni nel Regno Unito di giovedì 8 giugno. Ma, se tanti giovani andranno a votare, potrebbe prevalere una coalizione con a capo Jeremy Corbyn, il cui programma include anche l’abolizione delle rette universitarie. In ogni caso, improbabile che dalla Brexit si torni indietro.
Dei problemi di Alitalia si è detto tutto? No. Un’analisi accurata dei dati degli ultimi anni mostra che il costo del lavoro è stato ridotto e oggi conta meno sul totale che per British, Lufthansa e Air France-Klm. Le spese di gestione esplodono a causa di una flotta mal calibrata per competere con le compagnie low-cost.
Con il nuovo anno i prodotti finanziari e assicurativi proposti allo sportello saranno accompagnati da tre agili paginette con indicatori che combinano rischio di mercato e di credito, oltre che simulazioni di scenari alternativi di rendimento. Un passo avanti sulla strada impervia dell’assunzione di decisioni di risparmio più consapevoli.

Giuliano Cazzola, deputato di centro-destra (gruppo Misto), commenta e puntualizza i numeri del fact-checking de lavoce.info alla base di una polemica tra lui e Matteo Salvini in tema di pensioni. Con la replica del nostro fact-checker.

Fernando Di Nicola e Ruggero Paladini rispondono ai commenti al loro articolo “Disboschiamo la giungla dell’Irpef

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Regno Unito al voto: una decisione dettata dal cinismo

Con smisurato cinismo, Theresa May chiama il Regno Unito al voto. Il suo obiettivo è distruggere il partito laburista e quel che resta del cameronismo nei tory. Lo raggiungerà, ma il significato della Brexit non diventerà più chiaro.

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