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Coronavirus e clima: il nostro futuro tra due “epidemie”

Mentre è stata ufficialmente rimandata al 2021 la conferenza Onu sul clima Cop 26, cerchiamo analogie e differenze tra la crisi causata dai cambiamenti climatici e quella del Covid-19. Entrambe causano danni enormi. Ma la risposta dei governi è diversa nei due casi.

Il Punto

La campagna per il voto Ue poteva essere un’occasione per parlare di ambiente, una delle questioni su cui l’Europa conta di più. Invece no. Dopo le manifestazioni dietro a Greta, le piazze si sono vuotate, e così se n’è andata l’attenzione della politica e di chi potrebbe dare un contributo prezioso sul tema: imprese e sindacati.
Mentre infuriano le polemiche nella maggioranza, il governo Lega-M5s sta per compiere un anno. Come con gli altri esecutivi, analizziamo che cosa ha fatto, cosa no, cosa potrà o dovrà fare. Primo tema: il reddito di cittadinanza, che amplia molto le risorse per ridurre la povertà ma discrimina famiglie numerose e stranieri. C’è poi da accelerare la crescita che è scomparsa. E qui il decreto sbloccacantieri semplifica e sveltisce l’iter delle opere pubbliche. Con il rischio che la maggiore flessibilità nei sub appalti e l’affidamento diretto dei lavori fino a 200 mila euro (in qualche caso fino a 5 milioni) incoraggi la criminalità, attenui i controlli e peggiori le procedure di selezione.
Forse anche perché l’economia ristagna, nel Def si guarda oltre al Pil, agli indici di benessere equo e sostenibile (Bes) che rappresentano in modo più completo la salute della società. Alcuni sono strettamente correlati con il reddito, altri meno, come è naturale che sia.
Tra gli immigrati la quota di poveri è più alta in Italia che nella media Ue. Per questo beneficiano del 12 per cento degli aiuti sociali. Ma da noi c’è chi ritiene questo inaccettabile. Ma farli uscire dall’indigenza è eticamente giusto e anche economicamente conveniente.

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Il Punto

Dopo mesi di mancati rimpatri e di grida sui porti da chiudere è arrivato il decreto flussi 2019 a regolare le immigrazioni in entrata. Concentrato su lavoratori stagionali, artisti e promotori di start-up innovative, come se l’Italia – autosufficiente e piena di disoccupati autoctoni –  non avesse bisogno di colf e badanti.
Si torna a parlare di scuola. L’accordo firmato da governo e sindacati di categoria tocca il lavoro (con una nuova sanatoria in arrivo per i precari), le retribuzioni, l’autonomia regionale. In termini molto generici, mentre è assente ingiustificata la qualità dell’insegnamento. C’è poco da fare: per chi governa (oggi, ma anche ieri) l’investimento in capitale umano viene sempre dopo. In più ci sarebbe anche da considerare che l’istruzione non affiancata da misure che incoraggino lo sviluppo locale non basta. Se no – come calcola uno studio recente – le aree più povere si svuotano dei più istruiti. È così che rimane inchiodato intorno al 30 per cento – il doppio della media Ue – il tasso di disoccupazione dei giovani (i 15-24enni sul mercato del lavoro). Oppressi da un futuro incerto e con la prospettiva di emigrare. A dispetto del consenso degli scienziati sul tema, i cambiamenti climatici non sono percepiti come un rischio imminente per la terra né in Italia né in tanti altri paesi. Come nel serial del momento, “l’inverno senza fine” si avvicina ma ogni paese insegue il proprio interesse geopolitico nella “lotta per il trono”.

Il Punto

Greta Thunberg, la sedicenne svedese che stringe la mano del Papa, indica la strada di un futuro che dovrà essere segnato da più attenzione ai cambiamenti climatici e dall’adozione di politiche orientate alla sostenibilità. Per ora, però, l’ambiente rimane in fondo ai programmi elettorali per il voto europeo.
Il Def 2019 mostra che dei 520 miliardi trasferiti dallo stato alle regioni meno della metà si può attribuire alle singole regioni, mentre il resto va in un gran calderone. Il che complica l’eventuale attuazione dell’autonomia richiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia. Tra gli enti locali, l’amministrazione di Roma (oggi a 5 stelle) appare sempre alla ricerca di modi per scaricare buchi, buche e debito sui contribuenti italiani. Mentre Esino Lario, piccolo comune del lecchese con costi pro capite di gestione tanto elevati come quelli della Capitale, fa fronte alle uscite trovando nuove fonti di entrata.
Davvero reddito di cittadinanza e quota 100 spingeranno – come spera il governo – l’economia italiana fuori dalle secche della crescita zero, incrementando i consumi? A conti fatti l’effetto sarà modesto. E non compenserà i costi del più alto spread e del calo di fiducia seguìto all’annuncio delle due misure.
La crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di chi ha più di 50 anni solleva il tema di ricorrere alla tassa di successione come strumento di redistribuzione. Legittimo valutarne una riforma in senso più progressivo, controverso l’impiego delle risorse eventualmente raccolte per un bonus “nuove generazioni”. Ricordando che nella legislazione tributaria, se si commettono errori, è poi difficile tornare indietro. Esempio: la cedolare secca sugli affitti di case, introdotta nel 2011 per far emergere le molte locazioni in nero. Un po’ di riemersione c’è stata ma insufficiente a compensare l’elevata perdita di gettito d’imposta.

Un commento di Franco Debenedetti all’articolo di Fabrizio Barca “Sarà l’Europa ad arginare lo strapotere degli algoritmi?”. E la replica dell’autore.

Il Punto

L’Europa matrigna è l’istituzione al mondo che prende più sul serio la lotta contro i cambiamenti climatici. È anche riuscita a “disaccoppiare” crescita ed emissioni di CO2. Sono battaglie cruciali per le generazioni future che devono essere rappresentate dai prossimi parlamentari Ue. I quali, insieme alla nuova Commissione, dovranno occuparsi di un altro dei problemi centrali per il futuro dell’Unione: la gestione dei flussi di stranieri in arrivo. È il tema che negli ultimi cinque anni ha più diviso l’Europa, mentre si diffonde una preoccupante xenofobia. Vediamo un bilancio con i numeri, i successi e i fallimenti su questo fronte. E guardiamo a cosa può succedere in Turchia, paese che gioca un ruolo controverso nell’arginare i passaggi dei profughi. Il premier Erdogan ha perso le elezioni municipali. Anche perché il suo rilancio economico – mentre schiacciava l’opposizione – si è dimostrato non sostenibile. Ora i nodi vengono al pettine.
Circa 7 milioni di donne in Italia hanno subìto atti violenti da uomini nella loro vita. E in troppi casi queste azioni preludono al femminicidio. Il disegno di legge Codice rosso dei ministri Bonafede e Bongiorno cerca di creare una rete di protezione e inasprisce le pene.
La burocrazia è croce di cittadini e imprese e delizia dei politici che – fingendo di alleggerirla – la ingigantiscono sempre più.  Un esempio recente è a Milano: la certificazione di idoneità statica degli edifici (Cis) può costare fino a 30 mila euro per immobile e non si capisce bene a cosa serva.
A mezzo secolo dal ’68, si fanno ancora i bilanci della contestazione di allora. Un libro recente si chiede se la liberalizzazione degli accessi universitari da ogni scuola, i piani di studio individuali e, nelle medie superiori, l’introduzione di nuovi organi collegiali abbiano prodotto esiti positivi.

Cop 24, clima a bassa pressione

Tra spinte verso obiettivi più ambiziosi e minacce di cancellare ogni accordo, le conclusioni della Cop24 hanno scontentato tutti. I disastri ambientali e gli allarmi degli scienziati non bastano a scardinare gli interessi particolari dei singoli paesi.

Il Punto

I numeri sui conti pubblici del governo non stanno in piedi, come osservato anche da Banca d’Italia e Ufficio parlamentare di bilancio. Troppo costosa la controriforma delle pensioni. Inverosimilmente ottimistiche le stime su crescita e inflazione. Come al solito andrà a finire che il debito non scenderà. Sul prelievo fiscale la rivoluzione è rinviata a data da destinarsi. Per ora, in continuità con il passato, la solita schizofrenia: si introducono strumenti utili – da tempo allo studio – come la trasmissione telematica dei corrispettivi e la lotteria fiscale ma arriva anche l’ennesimo condono. Intanto sembra tramontare “quota 100” per l’accesso alla pensione. Invece il governo sceglie di rilanciare la pensione d’anzianità facilitandone l’accesso dopo i 62 anni. Dimenticandosi dei privilegi che essa garantisce e dei maggiori costi addossati al sistema.
Da luoghi esotici il pentastellato Di Battista torna su un tema a lui caro: la Banca d’Italia è controllata dalle grandi banche private da cui non potrebbe essere indipendente. Non è così, come spiega il fact-checking de lavoce.info.
Se i conservatori inglesi sono divisi e litigano sulla Brexit, i laburisti non sono da meno. Nei congressi dei due partiti si va dai “brexiter” chiassosi come Boris Johnson all’ambiguo signor “Ni” Jeremy Corbyn. Mentre si fa strada l’idea di un accordo stile Norvegia con la Ue, apparentemente tabù per Theresa May.
Proprio mentre da Stoccolma si assegnava il Nobel a uno studioso del cambiamento climatico, l’Ipcc (organo intergovernativo che tiene traccia del progresso scientifico su questi temi) ha pubblicato un rapporto che discute in modo equilibrato i costi e i benefici di contenere il riscaldamento globale facendo salire la temperatura del pianeta entro la soglia di sicurezza di 1,5 gradi.

Quanto costa evitare di riscaldare troppo la terra

Puntare a un riscaldamento del pianeta di “solo” 1,5 gradi permetterebbe di salvare una parte della barriera corallina e di contenere l’innalzamento dei mari. In termini economici il costo sarebbe altissimo. Ma forse lo sarebbero anche i benefici.

Se sale il prezzo del carbonio, migliora il clima

Torna a salire il prezzo dei crediti di carbonio sul mercato europeo dei permessi di emissione, il più importante al mondo. È una buona notizia perché è un modo per indurre spostamenti su larga scala verso l’utilizzo di gas naturale e fonti rinnovabili.

Cambiamenti climatici, ancora troppe emissioni

La stabilizzazione delle emissioni di CO2 è un segnale positivo. Ma non ha effetti significativi su ciò che influenza direttamente le variazioni della temperatura: la concentrazione in atmosfera. Ecco perché bisogna continuare a puntare sulle rinnovabili.

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