Washington e Pechino cercano di spezzare la forte interconnessione dei loro sistemi produttivi. Perché implica una dipendenza che va oltre le semplici relazioni commerciali. Difficile in un quadro di guerra fredda disegnare il futuro del multilateralismo.
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L’annuncio di voler superare il sistema di Dublino per ora s’è tradotto in generici richiami ai principi di solidarietà. Mentre sarebbe da rivedere l’intero sistema europeo d’asilo.
E se il taglio dei parlamentari fosse l’occasione per una riforma del bicameralismo? Con un Senato delle autonomie e una legge elettorale ispirata al Mattarellum.
Il nuovo contratto dei rider è un buon punto di partenza: per regolare il lavoro nelle piattaforme digitali l’unica via è quella sperimentale. Sempre in una logica negoziale pluralista. Anche quando la donna lavora a tempo pieno, il divario di genere nella suddivisione del lavoro domestico resta alto. E la pandemia potrebbe aver rallentato il cammino verso l’uguaglianza.
In Italia si evade circa un quarto dell’Iva dovuta: è quanto emerge da un rapporto della Commissione europea. Le cause sono note, i progressi ancora troppo pochi. A dimostrazione della dipendenza dell’industria italiana dalle importazioni dalla Cina, le conseguenze sulla nostra produzione del lockdown imposto da Pechino a inizio 2020 sono state immediate.
Sabato 26 settembre nell’ambito del Festival dell’Economia, in corso a Trento, sarà premiata la proposta vincitrice del concorso di idee “Un settore pubblico acceleratore di sviluppo”, rivolto a tutti gli studenti universitari e di dottorato. Sul nostro sito sarà possibile seguire in diretta alcuni degli eventi del Festival.
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Pechino ha imposto il lockdown all’inizio del 2020. Le conseguenze in Italia sono state immediate. Alla crescita di un punto percentuale della dipendenza dei sistemi produttivi da importazioni dalla Cina ha corrisposto un rilevante calo della produzione.
Dopo il crollo del secondo trimestre l’economia mondiale si avvia a un chiaro ritorno alla crescita nel terzo trimestre del 2020. Più rapido negli Stati Uniti e in Cina che in Europa. E più veloce in Germania che nel resto dell’Eurozona.
Nel peggior trimestre di sempre nelle economie occidentali, il Pil dell’Eurozona si contrae più di quello americano. Ma, nonostante il lockdown e l’efficacia solo parziale degli aiuti, l’Italia riesce a contenere il calo a un -12,4 per cento.
Quello appena concluso è stato per la crescita il peggior trimestre degli ultimi 70 anni. I segnali positivi, però, non mancano, anche se l’Italia fatica più di altri paesi. Intanto la banca centrale cinese pensa di lanciare entro fine anno la moneta digitale, e non è l’unica. Una decisione i cui effetti sono tuttora difficili da prevedere.
Milioni di lavoratori stanno sperimentando forme di smart working. Che nel settore pubblico, però, senza un adeguato ammodernamento, rischia di trasformarsi per alcuni nell’ennesimo privilegio. Non riguarda solo il Sud la piaga del lavoro nero, ancora troppo diffuso anche nel Settentrione. Dove però è più raro che i lavoratori irregolari siano gli unici occupati in famiglia.
Hanno reagito meglio all’emergenza Covid gli istituti guidati da dirigenti scolastici con doti manageriali. Competenze da valorizzare anche in futuro per garantire efficienza ed equità.
Le nostre democrazie hanno sempre più spesso un problema di partecipazione civica. Che si riduce di più nei contesti socio-economici disomogenei: lo dimostra uno studio.
È online anche la quinta puntata del podcast del Festivaleconomia, realizzato da lavoce.info in collaborazione con l’Università di Trento. Parola chiave della settimana: Gender gap, con Alessandra Casarico.
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La banca centrale cinese potrebbe lanciare lo yuan digitale entro fine anno. Ma altri progetti di questo tipo sono allo studio. Quali effetti potrebbe avere sul sistema l’introduzione della moneta digitale? Dipenderà in larga misura da come sarà disegnata.
Pandemia e lockdown potrebbero portare alla rottura delle catene internazionali di fornitura alla produzione. Un nuovo colpo al multilateralismo, dopo quello provocato dal ritorno dei protezionismi. Ma l’Unione Europea ha una risposta pronta.
I dati di maggio indicano che la recessione da Covid-19 si sta attenuando, anche se in misura variabile tra paesi. Di certo però i segni della crisi sul mercato del lavoro e nei bilanci aziendali si vedranno a lungo. Sia nell’Eurozona sia negli Stati Uniti e in Cina.
Dopo la pausa imposta dal Covid-19, nell’ex colonia britannica riprendono le proteste. A essere presa di mira è la nuova legge per la sicurezza nazionale in discussione a Pechino, ma in gioco c’è molto di più. A partire dal futuro del modello “un paese, due sistemi”.