Il reddito di cittadinanza è una misura simbolo della proposta politica del Movimento 5 stelle. Per questo è stato inserito nel contratto di governo con la Lega. La sorpresa è che ora è riservato solo ai cittadini italiani. E anche i costi cambiano.
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Il contratto di governo tra Lega e M5s prevede il superamento della Buona scuola. Ma è probabile che continui la politica delle assunzioni. Mentre forse sarà abolita l’alternanza scuola-lavoro. C’è però un grande assente: il rinnovamento della didattica.
Diventato di dominio pubblico in questi giorni, a una lettura attenta il piano Savona per l’uscita dell’Italia dall’euro si rivela un danno per i partner europei e per la parte più debole della popolazione italiana. Protegge invece le fasce più ricche.
Lega e M5s lanciano fuoco e fiamme contro l’incarico di governo a Cottarelli. Ma nel loro contratto ci sono anche idee riprese dal rapporto che l’allora commissario alla spending review presentò nel 2014, per esempio su sanità e costi della politica.
L’applicazione delle due aliquote previste dalla flat tax proposta da Lega-M5s determinerebbe alcune anomalie. Mentre le clausole di salvaguardia per i contribuenti penalizzati dalla riforma avrebbero indesiderate conseguenze sulle aliquote effettive. Ne soffrirebbero equità ed efficienza.
Il governo Lega-M5s non si farà. Ma il loro programma rimane e prevede una politica dell’immigrazione basata su analisi e concetti confusi e di difficile realizzazione, soprattutto al capitolo rimpatri. Nessuna considerazione per i diritti umani universali.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta verifichiamo quanto scritto nel contratto di governo tra M5s e Lega sull’acqua pubblica. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui
Il presidente incaricato si è definito l’avvocato difensore del popolo, impegnandosi a tutelarne il benessere. Dovrà quindi curare l’adozione di misure per la crescita di produttività e occupazione, riducendo il carico fiscale senza far scoppiare lo spread.
Nonostante un piccolo emendamento dell’ultima ora che inserisce una pennellata polemica nei confronti della riforma voluta dal Pd, sulla politica del lavoro il “contratto” M5s-Lega è in sostanziale continuità con le tendenze dell’ultimo ventennio.
Nel contratto di governo la riduzione dell’evasione fiscale è affidata solo alla “quasi” flat tax. Ma si prevede anche una riduzione degli accertamenti presuntivi e un provvedimento “salda e stralcia” (un condono?). Senza alcuna attenzione al recupero di efficienza dell’amministrazione fiscale.