Le classificazioni usate per definire e valutare le politiche economiche appaiono obsolete. Se decidesse di classificare come investimenti alcune spese oggi definite correnti, l’Unione europea dimostrerebbe che i suoi valori stanno veramente cambiando.
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La crisi legata alla pandemia di Covid-19 ha aumentato le diseguaglianze, generando nuove povertà e discriminazioni. Tra i più colpiti ci sono i lavoratori immigrati perché spesso più vulnerabili e in una situazione socio-economica peggiore dei nativi.
La crisi innescata dal Covid-19 ha colpito duramente il settore culturale. E gli effetti sull’occupazione si fanno sentire, soprattutto tra i lavoratori autonomi. Le politiche necessarie per migliorare una situazione di incertezza lavorativa strutturale.
La strategia Ue ha assicurato a tutti gli stati membri la disponibilità del vaccino contro il Covid-19. Ma la somministrazione richiede capacità organizzative coordinate, a livello nazionale e regionale, tra cui un procurement sanitario più efficace.
La cassa integrazione permette di dare sostegno economico ai dipendenti adibiti ad attività sospese o ridotte a causa di una crisi temporanea, come il lockdown. Per applicarla ai dipendenti pubblici, si può estendere l’istituto della “disponibilità”.
Il Covid-19 rischia di danneggiare la qualità dei nostri processi democratici. Anche quando le elezioni vengono organizzate, molti elettori potrebbero scegliere di non recarsi ai seggi per paura di essere contagiati. Servono misure adeguate.
Benché abbia costi evidenti, la sospensione delle attività lavorative riduce i contagi e i decessi da Covid-19. E gli effetti positivi si fanno sentire anche nelle aree vicine. Ecco perché le scelte dovrebbero essere prese a livello centrale.
Durante la pandemia i redditi delle famiglie italiane sono scesi più di quanto sia accaduto altrove. Eppure, le risorse mobilitate sono ingenti. Le cause vanno ricercate nel funzionamento del sistema di protezione. E nell’incidenza dell’economia sommersa.
La Campania ha chiuso le scuole due settimane dopo la riapertura. La scelta sembra aver prodotto pochi vantaggi in termini di diffusione del contagio, mentre è inalterato il sovraccarico degli ospedali. Ma chi ha pensato ai costi per bambini e ragazzi?