L’innovazione è il principale motore per la crescita economica. Ma creare un sistema di imprese che investano e scommettano sulla ricerca non è cosa semplice e richiede il contributo di tutte le parti sociali. Anche il sindacato dovrebbe perciò riflettere sugli effetti delle richieste che avanza.
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Senza dubbio, i dati indicano una correlazione negativa tra debito pubblico e crescita. Ma resta da dimostrare il nesso causale tra i due fenomeni. Così come l’esistenza di un effetto soglia. Le decisioni di politica fiscale e i limiti della ricerca economica.
La bassa crescita dell’Italia è rinconducibile all’euro? Se guardiamo i dati, la risposta è no. Le difficoltà della nostra economia sono dovute ad altre e ben note ragioni. Ed è di questi temi che dovremmo discutere. L’euro non deve essere un tabù, ma neppure un comodo capro espiatorio.
Nell’Italia ancora senza Governo, c’è chi sottolinea il buon andamento dell’economia belga nel lungo periodo in cui il paese è rimasto senza un esecutivo. Ma i dati indicano che anche Bruxelles potrebbe aver pagato un prezzo in termini di minore crescita economica per l’instabilità politica.
Il decreto per sanare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese ha suscitato lo sdegno della capogruppo alla Camera del M5S. Chi vorrebbe essere esempio di rinnovamento non si è documentato e mostra presunzione nell’affrontare un problema dalla cui soluzione dipendono migliaia di posti di lavoro.
L’edilizia è spesso vista come un settore che può dare un forte contributo alla crescita del paese. Ma oggi le stime dicono che ci sono circa 340mila nuove abitazioni invendute. Anche perché le banche hanno praticamente bloccato la concessione di mutui. Gli strumenti per cambiare la situazione.
Il Consiglio europeo del 14 e 15 marzo è stato positivo. Ha gettato alcune basi che potrebbero costituire la piattaforma per avanzare con maggiore decisione dopo le elezioni tedesche. Pur con grande cautela, si parla finalmente di risanamento di bilancio “differenziato e favorevole alla crescita”.
Il superindice Ocse indica qualche dato positivo per l’eurozona. Anche nel 2009 in un periodo buio per l’economia segnalò l’arrivo della ripresa dopo sei mesi. Il miglioramento per l’Italia sembra associato all’aumento degli ordini esteri. Il mercato interno italiano invece continuerà a soffrire.
Molte start-up italiane investono poco in innovazione tecnologica e in protezione della proprietà intellettuale. Anche a causa dei forti vincoli finanziari, che il decreto legge sulla crescita si propone di allentare. Mancano però le opportunità che possono derivare dai brevetti inutilizzati.
Qual è l’impatto sulla crescita delle riforme strutturali? È il tema di un recente Working Paper del Fondo monetario internazionale dedicato al caso Italia. Vi sono riportati risultati promettenti. Accompagnati, però, da un ammonimento: le riforme vanno attuate e poi rafforzate con tempestività.