Il Dossier statistico sull’immigrazione permette di riflettere sul tema a partire dai dati, smentendo molte posizioni anti-immigrati. Soluzioni pragmatiche ed efficaci esistono. Ma serve la volontà politica di estenderle a un numero più ampio di migranti.
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Nel 2022 la quota di persone e famiglie in povertà assoluta è salita rispetto al 2021. Lo dicono i nuovi dati Istat. La causa è soprattutto l’inflazione, che ha colpito di più le fasce meno abbienti. Per quest’anno sono tre i fattori da tenere d’occhio.
I giornali hanno ripreso una ricerca sui salari in alcune province. I numeri sono spropositati, ma non c’è stato alcun controllo con fonti più affidabili. Produzione e recezione acritica di statistiche come queste non aiutano nell’analisi dei problemi.
Conoscere il numero di persone entrate in terapia intensiva nelle 24 ore è fondamentale per capire l’evoluzione dei contagi. Ma il dato non è pubblico. Diventa così difficile stabilire se le misure di contenimento già adottate siano state o meno efficaci.
Con la crisi del coronavirus abbiamo capito che la scienza non ha sempre soluzioni pronte, a volte serve tempo. Ma siamo in grado di padroneggiare probabilità, curve, tassi e seguire le prescrizioni per gestire l’incertezza che pervade la nostra vita?
I servizi che nascono dal riutilizzo di dati pubblici possono trasformare le economie, anche rompendo alcune rendite di posizione nei mercati. Ma servono dati di qualità e non sempre le pubbliche amministrazioni hanno le risorse per renderli tali. Bisogna favorire la collaborazione con i privati.
Il decreto Poletti ha davvero favorito l’incremento dei contratti a tempo indeterminato e di apprendistato, come sostiene il ministero? La notizia non sembra confermata dai dati sulle comunicazioni obbligatorie. Equivoco frutto dell’assenza di una cultura della valutazione. E di microdati