Il problema dell’Italia è l’elevato livello di debito pubblico, sopra il 130 per cento del Pil. Pensare che uscire dall’euro apra una strada facile per ridurne l’onere è illusorio. Sia il default sia la monetizzazione avrebbero pesanti conseguenze sull’economia reale.
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Le banche europee dovranno presto affrontare nuovi stress test. L’Eba chiede di applicare perdite di valore alle posizioni in titoli di Stato, particolarmente penalizzanti per quelli italiani. Con conseguenze negative per l’economia italiana e per il nostro sistema bancario e industriale.
Il nuovo libro di Luigi Zingales è una lunga riflessione sul passato e sul futuro dell’euro e dell’economia italiana. Errori di partenza e problemi dovuti a una specializzazione produttiva impermeabile alla rivoluzione delle nuove tecnologie.
Il rischio deflazione incombe sul mondo, in particolare su Europa e Italia. Non è la grande depressione degli anni Trenta, anche per la presenza di valvole di sicurezza sociale. Ma il margine sostenibile di intervento dei governi è molto più risicato, per l’elevato peso della spesa pubblica.
I sussidi alle energie rinnovabili pesano oggi sulle bollette elettriche per circa 12 miliardi l’anno. Si possono ridurre prendendo decisioni impopolari, ma inevitabili viste le difficoltà economiche e finanziarie del paese.
In una recente intervista, il vice ministro dell’Economia Stefano Fassina ha dichiarato che l’austerità “ha fatto salire i debiti pubblici in Europa dal 60 al 90 per cento del Pil”. Quella del vice-ministro è un’opinione diffusa. Ma non è confermata dai dati Eurostat disponibili.
All’Italia serve un immediato rilancio della domanda per evitare il collasso e riacquistare la fiducia. Si può ricorrere ai meccanismi di emergenza dell’euro per finanziare nuova spesa con nuova moneta, senza creare debito. La strada è alquanto eterodossa, ma altri paesi l’hanno già intrapresa.
Senza dubbio, i dati indicano una correlazione negativa tra debito pubblico e crescita. Ma resta da dimostrare il nesso causale tra i due fenomeni. Così come l’esistenza di un effetto soglia. Le decisioni di politica fiscale e i limiti della ricerca economica.
Con Monti abbiamo affrontato l’emergenza economica. Adesso dobbiamo affrontare quella politica. Dopotutto il declino dell’economia italiana è legato al fallimento di un’intera classe dirigente. E’ possibile cominciare a farlo anche con questo Parlamento.
Il debito pubblico italiano ha raggiunto la cifra insostenibile di quasi 2mila miliardi di euro, mentre nel 1960 era di appena 4 miliardi. (1)