Nella crisi del 2012-2013 erano i vari paesi europei a rischio contagio in caso di peggioramento della situazione. Da qui gli interventi della Bce. Oggi, la situazione è diversa. E il potere contrattuale del nostro governo potrebbe essere molto limitato.
Tag: debito pubblico Pagina 7 di 12
È arrivata la Nadef (Nota di aggiornamento al Def). Un pacchetto contenente l’avvio di quasi tutto ciò che era stato promesso. Compreso l’aumento del deficit al 2,4 del Pil nel 2019. Che avverrà proprio quando il rialzo dei tassi Usa accresce il costo dell’indebitamento per tutti e in particolare per noi. Comunque, con i 9 miliardi destinati a reddito e pensione di cittadinanza – secondo Luigi Di Maio – “abbiamo abolito la povertà”. Un’esagerazione per l’inevitabile insufficienza delle risorse dedicate allo scopo e per l’elevato rischio che i sussidi monetari inducano al lavoro nero. Qualche lezione si può prendere dall’esperienza degli altri paesi di cui offriamo un breve riassunto.
Per due anni commissario straordinario (senza retribuzione) per l’attuazione dell’Agenda digitale, Diego Piacentini torna nel settore privato lasciando un lavoro ben avviato ma da completare. Impresa non facile, perché per digitalizzare c’è da smontare e rimontare processi e assetti stratificati da decenni.
Il responsabile del Miur Bussetti vuole sopprimere un pezzo del meccanismo di reclutamento degli insegnanti introdotto dalla Buona scuola. Quello che serve a garantire che i vincitori dei concorsi da insegnante siano adeguatamente formati prima di entrare in aula per tre anni. Troppi per chi vuole ottenere risultati spendibili elettoralmente tra pochi mesi.
Adesso la vigilanza bancaria europea punta la propria lente non soltanto sull’adeguatezza patrimoniale e di liquidità ma anche sui fattori di redditività e i modelli di business delle grandi banche. C’è maggiore attenzione per i principi gestionali e le strategie. E qualche suggerimento ai Cda.
Una eventuale crisi italiana sarebbe diversa da quelle di Turchia e Argentina? Le cause profonde sarebbero simili: debito altissimo e sfiducia dei mercati. La differenza sostanziale è che all’Italia basta rispettare le regole per scongiurare il peggio.
La Grecia è ufficialmente uscita dal terzo programma di salvataggio. Anche se restano dubbi restano sulla capacità di rispettare gli impegni presi con la Troika, è un segnale positivo per tutta l’Europa. Ma nuovi rischi aleggiano all’orizzonte.
Non è la prima volta che l’Italia vive una fuga dei capitali stranieri. Ma a far suonare il campanello d’allarme è il volume dei flussi in uscita registrato tra maggio e giugno: 76 miliardi. Nella legge di bilancio non c’è perciò spazio per errori.
Tra i tanti problemi che nascerebbero dall’uscita dell’Italia dall’euro, si dovrebbe tener conto anche degli eventuali risarcimenti dovuti per inadempimento di talune clausole contrattuali che da tempo i creditori “impongono” agli stati debitori.
Alcuni paesi nordici dell’area euro propongono di modificare le clausole di azione collettiva che definiscono le procedure in caso di ristrutturazione di un debito sovrano dell’area euro. Ma la soluzione ipotizzata rischia di destabilizzare il sistema.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Roberto Saviano sulla spesa per l’accoglienza dei migranti.
Come assicurare il debito pubblico della periferia dell’Eurozona e spingere la crescita: è una recente proposta di quattro autori. Questo contributo vuole ricostruire il contenuto “autentico” della proposta, per concentrarsi sui suoi pro e contro invece che su “cosa dice esattamente”.
I rischi dell’Eurozona
Di Desk
il 06/07/2018
in Commenti e repliche
Leggi tutto