Con il Documento di economia e finanza 2017 esce confermato il quadro degli ultimi anni. L’Italia ora rispetta il vincolo del deficit, ma non riesce a ridurre il debito. E così non può fare il taglio delle tasse che servirebbe per crescere.
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Il governo ha chiesto all’Europa di attivare la clausola di flessibilità sugli investimenti. Ma le cifre indicate nei documenti per il cofinanziamento nazionale sono ottimistiche. Risorse effettivamente spese nel ciclo precedente e misure inadeguate a risolvere i problemi che ne ritardano l’impiego.
La linea tedesca continua a dominare in Europa: ognuno faccia i compiti a casa e rispetti i vincoli di finanza pubblica. Anche Renzi si sta adeguando, al di là degli annunci. Nessuna iniziativa sul coordinamento delle politiche fiscali, e tantomeno sulla governance europea
L’Italia sta attraversando quasi disarmata la crisi economica più grave del dopoguerra. Non può svalutare, avendo come moneta l’euro. Non può “stampare moneta”, come stanno facendo Stati Uniti, Regno Unito e Giappone perché non ha una banca centrale autonoma, avendo delegato alla Bce la gestione della politica monetaria. Non può avere una politica fiscale espansiva perché le regole europee impongono un rapporto deficit/Pil non superiore al 3 per cento e il Fiscal Compact imporrà (almeno in teoria) nei prossimi anni una riduzione del rapporto debito/Pil.