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Tag: donne

Più posti per le donne. Solo ai vertici delle società?

Il primo passo del nuovo governo è stata la scelta di un governo “paritario” con un 50 per cento di ministri donne. Qualche giorno fa  un’altra scelta in questa direzione è stata quella di avere solo donne capolista alle elezioni europee, a parziale compensazione della bocciatura della parità nella rappresentazione di genere nella nuova legge elettorale.

Più donne al lavoro con un trasferimento

Il tasso di occupazione femminile in Italia è di dieci punti sotto la media europea. Il fenomeno non è solo un retaggio di altri tempi e riguarda tutte le Regioni, anche le più sviluppate. Un sostegno al lavoro femminile può arrivare sostituendo la detrazione per il coniuge con un trasferimento.

Consigli per le donne

La tabella rappresenta la percentuale di donne nei consigli di amministrazione delle imprese partecipate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e la percentuale di compensi che ottengono.

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Fonte: MEF. Elaborazione Dati Emiliano Mariotti 

(1) Il 17/09/2012 la Società è guidata da un Amministratore unico. Il totale comprende anche le somme erogate al Cda in carica fino al 25/06/2012, composto da 7 persone (tutti uomini).
(2) Dal 24/07/2012 il Cda è composto da 3 persone (di cui una donna). Il totale corrisponde quindi non soltanto al Cda tuttora vigente ma anche a quello dei primi sei mesi.
(3) Il totale comprende anche le somme erogate al Cda in carica fino al 12/07/2012, composto da 5 persone (tutti uomini).
(4) Il totale comprende anche le somme erogate al Cda in carica fino al 09/07/2012, composto da 9 persone, di cui una sola donna.
(5) Il totale comprende anche due persone (entrambi uomini) facenti parte del Cda in carica fino al 22/07/2012.

Otto Marzo

Quote di genere in politica e nelle imprese, conciliazione lavoro-famiglia, pari opportunità e molti altri temi che riguardano la questione femminile in questo articolo e nel Dossier a seguire che raccoglie i contributi pubblicati sull’argomento.

L’economia alle prese con la questione di genere

Dall’ultimo rapporto Istat sul capitale umano emerge un’enorme disparità di genere. Soprattutto perché, come dimostrano molti studi di economia comportamentale, le donne hanno una minore propensione alla competizione e sono meno sensibili agli incentivi monetari. È possibile invertire la tendenza?

Il Punto

Mentre ci si accapiglia su preferenze e dimensione del premio di maggioranza, ci sono aspetti fondamentali della legge elettorale che vengono ignorati: hanno a che vedere con il disegno dei collegi elettorali. Ecco come bisognerebbe ridefinirli e chi dovrebbe farlo. Una proposta per superare le liste bloccate senza alterare gli interessi in campo dei due partiti. Bene che la politica tenga presente che da parte dei cittadini c’è una forte richiesta di un Parlamento di eletti, non di nominati dai vertici dei partiti.
Il Governo presenta il primo bilancio della riforma Fornero del mercato del lavoro. Ma in realtà è un’autopromozione delle norme varate dal ministro Giovannini. Non c’è alcuna valutazione degli effetti della legge 92 perché, come confermano due studiosi che hanno collaborato a questo rapporto, i dati per fare queste valutazioni non sono stati resi disponibili.
Confrontiamo la legge di stabilità presentata a ottobre dal Governo con quella approvata a dicembre. Poco è cambiato. Anche il nostro giudizio: poco incisiva, si naviga a vista. E le previsioni sull’aumento di Pil e avanzo primario vanno riviste al ribasso.
Si risparmia poco con la riforma delle province. Ma ci sono aspetti del disegno di legge che possono diventare opportunità. Se le associazioni di comuni e le regioni sapranno riorganizzare funzioni e servizi.
È vero che le donne sono meno competitive degli uomini, evitano di rischiare e hanno minore autostima? Abbiamo verificato questa tesi con un esperimento su 720 studenti. Il risultato sembra dirci l’opposto.

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La redistribuzione non va al nido

Le rette degli asili nido variano molto da comune a comune. Forse perché attraverso le tariffe gli amministratori attuano politiche redistributive? Non sembra. Per una maggiore redistribuzione conta di più l’area geografica e l’avere un sindaco-donna. Nessuna differenza fra i partiti.

Più proposte e meno attacchi per avere il voto delle donne

Una campagna elettorale può basarsi su messaggi positivi che evidenzino le proposte o su messaggi negativi per mettere in cattiva luce gli avversari. Ma l’efficacia dipende anche delle caratteristiche dei destinatari. Le differenze tra uomini e donne nelle elezioni comunali di Milano nel 2011.

Donne e giovani, l’impatto degli incentivi

Qual è stato l’effetto del decreto del 2012 che prevedeva incentivi all’occupazione giovanile e femminile? Una prima analisi mostra che ha arginato la tendenziale flessione delle trasformazioni di contratti, favorendo donne e giovani senza spiazzare i maschi adulti. I costi dell’agevolazione.

Due crediti d’imposta per il lavoro delle donne

Favorire l’occupazione femminile è senz’altro una necessità in Italia. Ma anche la riforma del mercato del lavoro del governo Monti non contiene misure adeguate. L’eliminazione degli assegni familiari, sostituiti da due crediti d’imposta, potrebbe avere effetti positivi sull’offerta di lavoro e sulla redistribuzione, senza aggravi per le casse dello Stato. L’Earning Income Tax Credit è più efficace nel promuovere l’occupazione delle donne, mentre il Working Tax Credit è uno strumento migliore per contrastare la povertà. Bonus per le famiglie con due percettori di reddito.

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