I dati suggeriscono come evitare un secondo picco di epidemia nella fase di riapertura. Comportamenti dei cittadini ispirati alla prudenza sono più efficaci di qualsiasi politica di variazione graduale della mobilità. Una simulazione per la Lombardia.
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L’analisi sul tasso di mortalità in eccesso mostra l’estensione del rischio contagio tra zone limitrofe. Con lo stesso criterio si potrebbe costruire un indicatore per definire la mappa delle aree da sottoporre a lockdown in caso di nuovi focolai del virus.
La tutela di dati personali è uno dei diritti fondamentali della persona. Può essere limitato in caso di emergenza, come lo è adesso quella sanitaria. Ma solo a determinate condizioni: temporaneità, necessità e proporzionalità delle misure restrittive.
La diffusione del coronavirus ha causato una pandemia che ha interessato in sequenza prima la Cina, poi Italia e Spagna e ora gli Stati Uniti. Le varie fasi dell’emergenza sono associate all’adozione e ai ritardi di attuazione delle politiche di contenimento.
C’è un modo semplice per limitare i contagi tra persona sana e persona infetta: indossare la mascherina. Renderle obbligatorie permette di salvare vite. E potrebbe permettere anche di riprendere le normali attività. Aumentarne la produzione è possibile.
Lascerà senz’altro molti strascichi l’emergenza coronavirus. Ma ci fa scoprire una volta di più che i nostri destini di abitanti del pianeta sono strettamente intrecciati. La solidarietà dimostrata da altri paesi è forse il seme di un mondo migliore.
Nel contrastare la diffusione della pandemia, i risultati migliori sotto il profilo sanitario ed economico si ottengono con politiche coordinate tra i vari stati. Altrimenti c’è il rischio che tra le vittime del coronavirus si debba contare la Ue.
I cittadini rimangono frastornati davanti alla mole di dati sull’epidemia di Covid-19. Servono invece informazioni chiare e stime attendibili. Si possono ottenere da un protocollo di osservazione a campione riferito all’intera popolazione italiana.
Per capire un fenomeno, ancorché angosciante come l’epidemia di coronavirus, occorre sempre una buona contabilità. Invece ogni giorno intorno ai numeri diffusi dalla Protezione civile nasce una discreta confusione. Ecco come si arriva al calcolo corretto.