L’Iva è diventata un bersaglio negli Stati Uniti: il presidente la equipara a un dazio, alcuni commentatori la ritengono un incentivo alle esportazioni. Ma come la sales tax Usa, l’imposta europea non fa distinzioni sulla provenienza delle merci.
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Il problema della spesa per la difesa in Europa è oggi la frammentazione nei diversi stati. Un semplice aumento delle percentuali non servirebbe a molto. Si dovrebbe invece investire su progetti comuni. Farlo nella Ue a 27 è però praticamente impossibile.
Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha annunciato nuovi dazi sulle importazioni, colpendo inizialmente la Cina con una dazio del 10 per cento e minacciando misure simili per Canada, Messico e Unione europea. Messico e Canada sono i principali partner commerciali degli Stati Uniti e dipendono fortemente da questo mercato, con oltre il 70 per cento delle loro esportazioni dirette lì. La Cina, invece, ha ridotto la sua dipendenza dagli Usa a seguito della guerra commerciale iniziata nel primo mandato di Trump. Infine, nel 2023 gli Stati Uniti sono stati il principale mercato di sbocco dell’Unione europea, con la Germania e l’Italia tra i maggiori esportatori. Il commercio tra Italia e Stati Uniti, in particolare, è cresciuto costantemente, con esportazioni italiane pari a 67,3 miliardi di euro e un saldo commerciale positivo di 42,1 miliardi.
I dazi potrebbero avere in generale conseguenze economiche significative, aumentando i prezzi negli Stati Uniti e riducendo il commercio internazionale. Ne parliamo in questa serie di grafici.
È probabile che l’amministrazione Trump imponga dazi anche sulle esportazioni europee negli Usa. Nello scenario peggiore la Bce potrebbe trovarsi a fronteggiare contemporaneamente il rallentamento dell’attività economica e il rialzo dell’inflazione.
I produttori di auto dicono di non essere pronti a rispettare i limiti alle emissioni previsti nel 2025, 2030 e 2035 e paventano scenari drammatici. Ma l’Europa non è chiamata a scegliere tra sopravvivenza dell’industria e lotta al cambiamento climatico.
L’invecchiamento della popolazione mette a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico. Occorre incentivare il prolungamento dell’attività lavorativa e controllare meglio le uscite anticipate. In più servono politiche di sostegno alla natalità.
Il 2000 è un anno di svolta per Alitalia. In un mercato oramai liberalizzato dovrebbe trovare un partner industriale che le permetta di crescere. L’idea dell’aggregazione con Klm però fallisce, così come falliranno tutti i successivi tentativi di alleanze.
Dal 2009 al 2022 Alitalia prosegue nelle scelte sbagliate. Si concentra sui voli domestici e subisce la concorrenza di low cost e alta velocità ferroviaria. Tornata in mano pubblica, tratta con partner non troppo affidabili, fino all’arrivo di Lufthansa.
Una delle prime iniziative del rieletto Trump sarà l’aumento dei dazi verso i prodotti di altri paesi, cinesi in primo luogo, ma anche europei. La Ue potrebbe trovarsi nella posizione più difficile, anche per la dipendenza dagli Usa per gas e petrolio.
Il secondo mandato di Trump avrà conseguenze sulle politiche del clima a livello internazionale. Molto probabilmente gli Usa usciranno dall’Accordo di Parigi e forse abbandoneranno anche l’Unfccc. L’Europa deve tornare a esercitare un ruolo di leadership.