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Con la flat tax crescerà il popolo dei (finti) autonomi

La flat tax proposta dal governo non è altro che l’aumento a 100 mila euro della soglia per l’accesso al regime forfettario previsto per i professionisti. Con molti rischi: dagli effetti negativi sul lavoro dipendente alla possibile crescita dell’evasione.

Imprese e produttività: quanto conta l’evasione fiscale*

Cosa frena lo sviluppo dell’economia italiana? Tra le tante cause, ce n’è una spesso sottovalutata: l’alta evasione fiscale. Il suo effetto principale è sulla dimensione delle aziende. Perché restare piccoli può essere più conveniente che innovare.

Nel contratto di governo la lotta agli evasori è una pia illusione

Nel contratto di governo la riduzione dell’evasione fiscale è affidata solo alla “quasi” flat tax. Ma si prevede anche una riduzione degli accertamenti presuntivi e un provvedimento “salda e stralcia” (un condono?). Senza alcuna attenzione al recupero di efficienza dell’amministrazione fiscale.

Terzo tempo per il contrasto all’evasione

L’obbligo di fatturazione elettronica è il terzo elemento di una riforma che mira a contrastare l’evasione. Ma la sua efficacia dipende dalla capacità di trasformare la grande quantità di dati raccolti in qualità dell’azione di prevenzione e adeguamento.

Irpef, una riforma da fare

La riforma dell’Irpef è necessaria perché la sua attuale struttura presenta molti problemi. Senza compromettere il gettito, quali sono i possibili interventi su aliquote e detrazioni? Da ripensare anche il ruolo delle addizionali regionali e comunali.

Contro l’evasione è meglio l’accertamento

Nel 2016 l’attività di contrasto all’evasione dell’Agenzia delle entrate ha fatto recuperare 19 miliardi di gettito. Un risultato dovuto al successo della voluntary disclosure sui capitali all’estero. Ma gli effetti di strumenti più tradizionali, come l’accertamento, sono più persistenti.

Il Punto

Mentre lo spread torna a 200 punti, il ministro Padoan si compiace del record di 19 miliardi di euro recuperati dal contrasto all’evasione fiscale nel 2016. È il risultato della voluntary disclosure, evento eccezionale per le casse dello stato e schiaffo per i cittadini in regola. Per il futuro meglio potenziare gli strumenti tradizionali di accertamento dell’Agenzia delle entrate. Con la legge di bilancio 2017 si è anche riaperta l’idea di sforbiciare la giungla di detrazioni e deduzioni chiamate “spese fiscali”. Un gruppo di tecnici scriverà una relazione. Ma, forse per non disturbare il manovratore, solo dopo che il governo avrà presentato i suoi programmi nel Documento di economia e finanza.
Un’altra novità di quest’anno è l’estensione del congedo di paternità. Due giorni pienamente retribuiti nel 2017 e quattro nel 2018 (media Ocse: 8 settimane). Rimane uno strumento importante per promuovere la cultura della condivisione nella cura dei figli. E per ridurre la disuguaglianza.
Va bene sancire per legge il diritto all’educazione come servizio pubblico nazionale come ha fatto un recente decreto legislativo sui nidi e le scuole per l’infanzia. Ma bisogna anche fissare criteri per la ripartizione delle (scarse) risorse predisposte. Tenendo in conto le disparità di copertura e le dinamiche demografiche.
Ogni volta che Draghi menziona l’irreversibilità dell’euro, si torna a discutere di un eventuale ritorno alla lira. Esistono però le clausole di azione collettiva, che potrebbero complicare parecchio la riconversione del debito pubblico in una neo-valuta nazionale. Anche se, in caso di uscita dall’euro, i cavilli legali sarebbero l’ultimo dei problemi.

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Mito e realtà del contrasto all’evasione fiscale

Nel 2015 il fisco ha recuperato una cifra record di imposte evase, vicina ai 15 miliardi. Ma nello stesso tempo si è indebolita l’attività di contrasto al fenomeno, con una caduta di accertamenti e controlli formali e degli incassi che ne derivano. Nessuna soluzione per la micro-evasione di massa.

Tetto più alto all’uso del contante: quei dati discutibili

La relazione illustrativa della legge di stabilità giustifica l’innalzamento del tetto sull’uso del contante in base al valore delle banconote in circolazione e al numero di cittadini che non hanno accesso a conti correnti o carte di credito. Ma in entrambi i casi si tratta di dati non corretti.

Il tetto al contante: tanto rumore per nulla

I dati sui cambiamenti nelle abitudini di pagamento delle famiglie italiane indicano che il tetto al contante è una misura inutile. E il gran parlare che se ne fa finisce per deviare l’attenzione dai problemi reali e dalle soluzioni che si dovrebbero adottare per un’efficace lotta all’evasione.

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