Lavoce.info

Tag: fine vita

Il Punto

Le elezioni del 4 marzo (e la grande recessione) cancellano il principio fondatore delle politiche attuate dagli anni Novanta, l’idea che fosse possibile conciliare l’efficienza del mercato con la tutela dei più deboli. Oggi invece prevalgono – e dureranno a lungo – le richieste di protezione. E così dopo il voto l’Italia si ritrova con un Parlamento in mano a Lega e M5s, cioè con una maggioranza di euroscettici che però non è una coalizione. Un terremoto che lascia al presidente Mattarella il problema più difficile: dare l’incarico di governo al partito o alla coalizione che ha preso più voti?
In ogni caso il governo che verrà dovrà occuparsi dei nostri piccoli grandi problemi quotidiani. Come quelli della rete ferroviaria, andata in tilt per la neve nei giorni scorsi. Un confronto internazionale mostra che in Italia gli investimenti pubblici in questo campo sono più ingenti che altrove. E ci vorrà anche più attenzione per i modi e i luoghi dove finisce la vita. Una volta erano gli ospedali. Da 35 anni, invece, grazie al movimento per le cure palliative, ora si muore spesso a casa propria o in un hospice, assistiti da familiari e specialisti che riducono le sofferenze.
Alla vigilia del voto il governo ha firmato con Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto l’accordo preliminare per l’allargamento delle competenze di queste regioni. Su politiche del lavoro, istruzione, salute, ambiente ed ecosistema, rapporti internazionali e con l’Ue. Col nuovo governo si passerà al secondo atto dei negoziati.
La diversità nei consigli d’amministrazione crea valore? Pare di sì, secondo i molti studi che identificano una relazione tra buoni risultati aziendali e varietà di genere e nazionalità nei board. Ma rimane da chiarire con maggiore precisione quale sia la causa e quale l’effetto.

Il Punto

Dopo i fuochi di artificio della Commissione parlamentare d’inchiesta, in campagna elettorale sul tema banche è calato il sipario. Eppure il nuovo governo dovrà subito negoziare in Europa su assicurazione dei depositi, regole di vigilanza e titoli pubblici nei bilanci bancari. Se no, a decidere saranno Merkel e Macron. L’Embraco che delocalizza dal Piemonte alla Slovacchia solleva tanti punti di domanda. Giusto vigilare su forme di concorrenza sleale nei paesi Ue. Sbagliato stupirsi che le produzioni a basso valore aggiunto si spostino verso paesi più poveri. Anche l’Italia si è industrializzata così nel dopoguerra. E lo sviluppo di questi paesi significa meno flussi migratori. A proposito di immigrazione (e pensioni) Matteo Salvini dice che gli stranieri in Italia prendono un miliardo all’anno senza aver versato contributi. Falso, come dimostra il fact-checking de lavoce.info.
Si allunga la nostra aspettativa di vita ma non per tutti allo stesso modo. Ci sono grandi differenze tra Nord e Sud Italia. Poi contano le differenze ricchi-poveri, più o meno istruiti. Non è difficile indovinare chi campa più a lungo. Oltre a vivere sani importa anche morire dignitosamente e soffrendo il meno possibile. Un nuovo libro racconta il cammino delle norme per i malati terminali dalla fine del secolo scorso a oggi. E anche qui l’applicazione della legge (hospice, cure palliative, terapia del dolore) è ben diversa tra Nord e Sud.
Andata in crisi dopo alterne vicende, Meridiana diventa Air Italy e cerca di riprendere quota grazie al nuovo azionista Qatar Airways che – a differenza di ciò che fece Etihad con Alitalia – investe massicciamente e rivolta il modello di business basandolo sul lungo raggio. Sembra un progetto sensato.
Andando verso la fine della campagna elettorale è ancora più pressante del solito l’esigenza di verificare le affermazioni dei politici. Il difetto principale del Reddito di cittadinanza (proposto dal M5s) è il suo costo elevato. Secondo Matteo Renzi sarebbe invece un incentivo a non lavorare, il che è una semplificazione che può tuttavia essere argomentata. La coalizione di centro-destra lancia ambiziosi programmi di maggiori spese e minori entrate. In tv Berlusconi ha spiegato che i costi delle proposte ammontano a “soli” 110 miliardi a fronte di ben 275 miliardi di possibili coperture. Il nostro fact-checking mostra che questi conti non tornano. In ogni caso, dopo le promesse di meno imposte sui redditi, quando si governa, si preferiscono tagli visibili e quantitativamente modesti, più facili da finanziare. E così l’Irpef rimane quella che è.

Alla fine della vita

Qual è la situazione nell’assistenza ai malati terminali in Italia? Solo dal 2010 le cure palliative hanno avuto un forte impulso, ma restano ancora molte differenze tra le regioni. Per i nostri lettori un estratto dell’ultimo libro di Marzio Barbagli.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén