Perché in Italia la flat tax esercita tanto fascino? È davvero così diversa dall’Irpef? E quali potrebbero essere i suoi effetti? A queste e altre domande cerca di rispondere un agile libriccino di cui pubblichiamo qui un estratto.
Tag: flat tax Pagina 3 di 7
Nel Documento di economia e finanza il governo incorpora nei suoi numeri una crescita 2019 quasi azzerata e quindi meno entrate fiscali, più spesa assistenziale e più deficit del previsto. Dal 2020 l’indebitamento netto calerebbe grazie al recupero del Pil e a 23 miliardi di aumento suicida dell’Iva. A parole poi però dicono che nessuna tassa salirà e che invece si farà la (quasi) flat tax sui redditi al costo di 17 miliardi per le casse dello stato. I casi sono due: o si lascia intatto il gettito e si alzano altre tasse (sul ceto medio) o si perde gettito senza altre coperture né tagli sociali per comprare il consenso degli elettori. In ogni caso l’iniquità della tassa può essere temperata con l’uso di detrazioni e deduzioni, contrariamente a quanto dice Matteo Salvini, come spiega il fact-checking de lavoce.info.
Nell’Italia delle culle vuote il governo ha pensato bene di cancellare il bonus infanzia. Pur non rivolto a conciliare lavoro e famiglia, dava un aiuto nei sei mesi post-parto per pagare baby sitter o nido e, dice una ricerca, ha incentivato il rientro al lavoro delle neo-mamme. Difficile capire se le scelte del governo su questo tema siano frutto del caso o di una strategia. Il nostro fact-checking mostra che il ministro “competente” Luigi Di Maio fa fatica a orientarsi tra i diversi aiuti alla maternità e confonde congedo di maternità e parentale.
Un altro pasticcio è stato combinato sul bonus-malus per le nuove auto inquinanti. Introdotto con l’ultima legge di bilancio, il provvedimento non è uscito in tempo in Gazzetta ufficiale. Ma il malus è stato puntualmente richiesto. È anche così che il mercato italiano dell’auto frana ancor più che negli altri paesi Ue.
L’Europa si è mostrata sensibile nella protezione dei cittadini e della proprietà intellettuale nel mondo del web. Deve continuare con i prossimi Parlamento e Commissione perché non diventiamo tutti – con i nostri profili di consumatori e di elettori – preda degli algoritmi.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle dichiarazioni di Matteo Salvini sulla progressività della flat tax.
Il governo torna a parlare di flat tax. Allo studio è una misura per le famiglie, che favorirebbe quelle monoreddito. Il gettito perso sarebbe di circa 17 miliardi. Ma il problema più grave è che scoraggia il lavoro, soprattutto quello delle donne.
Dopo 300 giorni di “cambiamento” sbandierato senza cambiare granché, il governo prepara un decreto per sostenere l’economia: dall’attivazione degli investimenti già finanziati a un taglietto del cuneo fiscale, più altre misure non rivoluzionarie che si potevano fare otto mesi fa. Mentre il ministro dell’Interno (e di Tutto il Resto) promette una flat tax al 15 per cento sul reddito delle famiglie che guadagnano meno di 50 mila euro. Per gli altri tutto come oggi. Fanno circa 17 miliardi di entrate in meno. Vediamo chi guadagna e chi perde.
La morte di Alan Krueger, brillante economista e consulente di Clinton e Obama, lascia un grande vuoto nella cultura e nella politica. È stato l’esempio di come uno studioso possa mettere la sua capacità di analisi dei dati a disposizione di chi deve prendere decisioni che condizionano il benessere di tutti.
Con la riforma dei servizi idrici presentata in Parlamento – che vuole “attuare il referendum del 2011” – torneremmo allo stato sia padrone che gestore dell’acqua, come prima del 1994, cioè quando gli acquedotti perdevano acqua da tutti i buchi.
Scuola e università sono le aree di maggior peso che il federalismo differenziato trasferirebbe a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Ad esse andrebbe un terzo dei 34 miliardi annui destinati alle regioni ordinarie. Le regioni ricche dovrebbero caricarsi parte delle spese trasferite con un’adeguata compartecipazione. In ogni caso meglio evitare di peggiorare il divario Nord-Sud che, come ci insegna la storia, nasce in tempi lontani, subito dopo l’Unità d’Italia. E che nessuno ha saputo ridurre.
Salvini rivendica di avere quasi azzerato sbarchi e morti in mare. In realtà i risultati ottenuti – nel bene e nel male – sono il frutto degli accordi con autorità e milizie libiche del governo Gentiloni-Minniti. Di suo il ministro dell’Interno ha completato l’opera e di fatto messo fuori legge (lo fa anche oggi) l’attività di salvataggio delle Ong che prestano aiuto ai naufraghi.
Patrizio Tirelli risponde ai commenti al suo articolo “Ridurre il debito con il consenso dei cittadini”.
Con la presentazione di una ricerca di Massimo Bordignon e Piergiorgio Carapella, illustrata su lavoce.info, si terrà a Roma martedì 26 marzo il convegno “Quali idee per la nuova Europa? Ricette a confronto”.
La legge di bilancio 2019 estende il regime dei minimi per le partite Iva. Le condizioni per rientrarvi così come disegnate dal governo Conte aprono la via a comportamenti strategici da parte dei contribuenti. E creano comunque incentivi all’evasione.
Facendo da cassa di risonanza distorta a un pezzo del Wall Street Journal, una parte dei media italiani enfatizza la rilevanza dell’effetto Salvini sul calo degli sbarchi di migranti dal Mediterraneo. I dati dicono però che tale riduzione è da attribuire molto più al suo predecessore Minniti che all’attuale ministro dell’Interno.
Per gli istituti di credito il 2019 è iniziato con il botto del commissariamento di Carige da parte della Bce. Una procedura mai attuata che sfocerà nella cessione a un’altra banca italiana. Prima una ricapitalizzazione con soldi pubblici: alla faccia dell’impegno del governo di non mettere più neanche un euro nelle banche.
La flat tax per le famiglie promessa in campagna elettorale è rinviata a un futuro imprecisato. Meglio così perché l’esperienza di altri paesi mostra che una tassazione bassa con una o due aliquote è sostenibile solo in paesi con poca spesa sociale come quelli dell’Europa orientale.
Il nuovo anno doveva essere quello del ritorno dell’indicizzazione delle pensioni. Invece, con un virtuosismo contabile, dalla finanziaria arriva un taglio – nascosto – nella dinamica di oltre 5 milioni di pensioni (molte più delle 24 mila “d’oro”) per più di 3,6 miliardi in tre anni. Nella legge di bilancio niente di nuovo neanche per le politiche per la famiglia. Il governo sembra rassegnato a un rapido declino demografico dell’Italia che vanta – si fa per dire – il più basso tasso di fecondità in Europa. Eppure ci sarebbero esempi in controtendenza da cui imparare. Come la provincia di Bolzano.
Anche senza consultare l’oroscopo si può prevedere che il 2019 non sarà un anno di svolta positiva in tema di lavoro. Nel migliore dei casi la disoccupazione continuerà a scendere solo marginalmente. In calendario cambi della guardia in istituzioni e associazioni, a partire dai vertici Inps e Cgil. Intanto il mondo del lavoro globale va avanti. Proprio in questi giorni si è svolto ad Atlanta il “mercato dei PhD” dove i dottorandi in economia hanno incontrato università, banche centrali e altre istituzioni che potrebbero assumerli. Attraverso una selezione rigorosa.
Tra Natale e l’Epifania lavoce.info ha aggiornato quotidianamente il sito con nuovi articoli. Parlando di e-commerce, disinformazione, terzo settore, lotta alla povertà, lavoro via piattaforma.
Buon 2019 a lettori e autori!
In una manovra con tagli di spesa ancora da dettagliare, il governo vuole eliminare quasi 150 milioni di contributi pubblici alla stampa di cui oggi beneficiano enti senza scopo di lucro e cooperative editoriali, di solito poco note tranne qualche testata d’opposizione. Dietro l’angolo una minaccia al pluralismo.
Termometro del rischio finanziario, lo spread tra rendimenti dei bond italiani e tedeschi segna febbre alta in questo momento perché i mercati temono che il governo si stia cacciando in un vicolo cieco. Già nel 2011 e nel 2012 si era impennato e ne seguirono atti e parole per ridare fiducia agli investitori. In particolare, nella crisi del 2012 erano a rischio contagio i vari paesi europei. Da qui gli interventi della Bce. Oggi, anche guardando il mercato dei Cds (credit default swap, polizze per investitori in caso di default del debito sovrano), si vede che il potere contrattuale del nostro governo pare molto limitato.
Flat tax e reddito di cittadinanza assieme fanno saltare i vincoli di bilancio, scoraggiano il lavoro e non riducono la povertà. Ci sarebbe un sistema migliore, l’imposta negativa sul reddito (copyright: Milton Friedman). Con un supporto al reddito più contenuto – ma universale – e aliquote un po’ più alte di quelle proposte oggi.
Per Alitalia la sola offerta d’acquisto rimasta è di Ferrovie dello stato. Sponsorizzata dal governo che vuole creare sinergie commerciali offrendo ai viaggiatori pacchetti treno+aereo. Soluzione forse praticabile, ma coinvolgendo altre compagnie. Senza bisogno che Fs diventi azionista di Alitalia e ne incorpori le perdite.
Concentrati sui problemi di oggi, non pensiamo al futuro. Intanto, l’intelligenza artificiale viene sperimentata anche in campo giudiziario con risultati sorprendenti. Potrebbe non essere troppo lontano il giorno in cui il giudice in tribunale sarà un robot e le sentenze decise da un algoritmo.
Così come formulate dal governo, flat tax e reddito di cittadinanza rischiano di non essere efficaci. Ma si può progettare una misura alternativa, che rispetti i vincoli di bilancio, non penalizzi gli incentivi al lavoro e riduca la povertà.
I promotori descrivono la flat tax come un mezzo per rilanciare l’economia, grazie al sostegno fiscale. Ma i risultati di una stima degli effetti macroeconomici mostrano che la riforma non si autofinanzia. È quindi necessario trovare le coperture.