Nelle grandi città l’affluenza alle urne è superiore nelle zone dove il reddito è più alto. E l’astensione, che i sondaggi danno in aumento, colpisce in modo diverso le varie forze politiche. È a questo bacino di voti che i partiti dovrebbero guardare.
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Il risultato di cancellazioni, definanziamenti, rifinanziamenti e creazione di nuovi progetti è una distribuzione delle risorse finanziarie all’interno del Pnrr decisamente diversa dal piano originale. Anche tra i ministeri c’è chi guadagna e chi perde.
Il Reddito di cittadinanza è stato uno strumento cruciale per contenere il disagio economico di molte famiglie nella pandemia. Le misure che lo sostituiscono potrebbero causare un aumento della povertà assoluta e una maggiore concentrazione del reddito.
Tra il 2016 e il 2022, la spesa per abitante destinata dai comuni al sociale è aumentata. Ma rispetto alla spesa finale non è cambiata la quota di risorse dedicata al settore dai bilanci comunali. La situazione nel Mezzogiorno è particolarmente critica.
La revisione della spesa pubblica, così come concepita adesso, ha dato pochi risultati. Bisogna intervenire sulle modalità di formazione del bilancio dello stato e sulla razionalizzazione della spesa. Una specifica riforma è prevista nel Pnrr.
Il sito Italia Domani dovrebbe riportare lo stato di avanzamento dell’attuazione del Pnrr, ma mancano aggiornamenti sul primo semestre 2023. Forse perché molti progetti hanno accumulato ritardi. Il timore è che derivino da limiti di gestione strutturali.
Una possibile soluzione per arrivare a una riforma previdenziale senza pesare sui conti pubblici è sostituire le pensioni di vecchiaia e di anzianità con un assegno calcolato sul montante contributivo versato, integrata per i lavoratori in regime misto.
Le scelte elettorali dei cittadini dipendono da molti fattori e non solo dall’appartenenza a un ceto sociale. Ma il reddito ha comunque un ruolo importante. Ecco cosa dicono i risultati dei partiti alle Regionali nelle diverse zone di Roma e Milano.
L’intervento dello stato per sostenere economicamente imprese, famiglie e governi locali nell’emergenza sanitaria era inevitabile. Ma forse le risorse a debito impegnate sono state eccessive. E non sempre sono andate a chi ne aveva bisogno.