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Vecchiaia di un giovane povero

Come sarà la vecchiaia dei giovani di oggi? Potrebbe essere tutt’altro che serena, perché le difficoltà all’inizio dell’attività lavorativa lasciano una pesante eredità. Aumentano anche le diseguaglianze, che si riducono garantendo uguali opportunità.

Paradossi italiani: pochi laureati e poco pagati

L’Italia ha la metà dei laureati rispetto alla media degli altri paesi Ocse. E quei pochi hanno salari bassi. Un risultato dovuto alla preferenza per le facoltà umanistiche. Ma anche ai tagli a risorse e docenti registrati nell’università italiana.

Il Punto

Pressato dalla politica tedesca che incalza per fissare una data di fine del Qe, stavolta con le sue parole Mario Draghi non è riuscito ad evitare un nuovo apprezzamento dell’euro. Ma dopo le elezioni in Germania di fine settembre la musica potrebbe cambiare almeno un po’.
Con l’introduzione del Reddito d’inclusione (Rei) entra finalmente nel vivo la lotta alla povertà. La misura coprirà 1,8 milioni di indigenti, il 38 per cento del totale. Per ora a bilancio sono stati messi 1,9 miliardi. A regime nel 2020 ne serviranno 7. Le risorse mancanti vanno trovate nelle tre prossime leggi di bilancio.
In America il sessismo all’università è stato documentato in una tesi di laurea che ha sollevato un vespaio. Anche da noi i dati testimoniano lo strapotere maschile negli atenei. Significativo discuterne in concomitanza con la manifestazione milanese “Il tempo delle donne”. Mentre i recenti episodi di violenza sessuale ci hanno suggerito una raccolta di dati che vi presentiamo. A partire da questi: i denunciati o arrestati per stupro quest’anno sono 2.438, di cui 1.534 italiani e 904 stranieri.
Nel rapporto sui Conti pubblici territoriali (Cpt) si trovano dati molto interessanti. E drammatici, perché descrivono il declino degli investimenti pubblici regione per regione nei difficili anni fino al 2016. Più pesante al Sud che al Centro-Nord. Vedremo se il 2017 porta un’inversione di tendenza.
Molti giovani di oggi avranno in futuro pensioni basse a causa di carriere discontinue e redditi incerti. Perché non concedere uno sgravio fiscale alle famiglie disposte a versare i contributi per i figli inoccupati così come ai laureati è consentito il riscatto degli anni di università a fini previdenziali?

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!

Riscatto gratuito della laurea: la peggior risposta possibile

Il governo sembra discutere sulla possibilità di “regalare” agli studenti universitari qualche anno di contributi previdenziali. Una risposta iniqua e inefficiente alle difficoltà dei giovani nel mondo del lavoro.

Jobs act: incentivi finiti e giovani ancora precari

Tra gli obiettivi del Jobs act c’era quello di ridurre la profonda segmentazione per tipologie contrattuali del mercato del lavoro, con i più giovani spesso assunti a tempo determinato. I dati sembrano indicare che i risultati non sono ancora arrivati.

Irpef ridotta per i giovani? A rischio di incostituzionalità

La modulazione delle aliquote Irpef in funzione dell’età anagrafica andrebbe probabilmente incontro a un giudizio di incostituzionalità. Se il reddito è lo stesso non c’è ragione perché un contribuente giovane debba pagare meno imposte di uno maturo. Gli argomenti a sostegno non convincono.

Il Punto

Fca rischia di pagare una multa di 4 miliardi di dollari – un quarto del suo valore di borsa – perché l’Epa (l’agenzia di protezione dell’ambiente che ha colto in castagna Volkswagen) la accusa di aver usato un software che trucca le emissioni. Ma a Washington qualcosa potrebbe cambiare con l’insediamento di Trump.
Ubi compera al prezzo di un caffè quel che rimane di Etruria, Marche e Carichieti, le tre “good bank”  (virgolette d’obbligo). Giungono così al capolinea istituti considerati pochi anni fa campioni del localismo bancario. In realtà centri di erogazione del credito secondo gli interessi dei ras locali. Al primo posto quelli delle costruzioni. Intanto arrivano i piani individuali di risparmio (Pir). Strumenti d’investimento nell’economia reale senza tasse ma con rischiosi vincoli di durata minima di cinque anni. Speriamo non si rivelino l’ennesimo regalo a banche e intermediari che per il disturbo incassano laute commissioni.
Il 2017 festeggia i 60 anni del Trattato di Roma con tanti appuntamenti elettorali nei paesi Ue: si vota in Francia (due volte), Germania, Paesi Bassi e forse in Italia. Alta probabilità che si affermino partiti anti-establishment, euroscettici e in qualche caso xenofobi. E alti rischi per l’Europa che abbiamo visto finora.
Grandi gruppi francesi comprano imprese italiane a mani basse ma quando noi proviamo a entrare nel capitalismo transalpino troviamo mille difficoltà. Non tanto per una questione di protezionismo. Piuttosto  come produttori e investitori loro sono più internazionalizzati di noi. Un protezionismo che solleva timori è invece quello annunciato da Trump. I paesi emergenti, a partire dal Brasile sono giustamente preoccupati e temono che possibili turbolenze finanziarie dirottino la liquidità da loro agli Usa.
Ha una laurea con 110 in una disciplina scientifica nel Nord Italia, un’esperienza Erasmus, va in Germania, Francia o Inghilterra per guadagnare il 36 per cento più che da noi, con prospettive di carriera molto migliori. È, secondo i dati Istat, l’identikit tipico di uno dei 14 mila giovani che emigrano ogni anno.

Una precisazione di Gabriele Toccafondi, sottosegretario al Miur, relativa all’articolo di Massimo Greco “Scuole paritarie: la sentenza che blocca i contributi statali”. E la replica dell’autore.

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Prendi la laurea e scappa

Il tasso dei laureati italiani che emigrano stabilmente all’estero è oggi al 4,7 per cento ed è raddoppiato tra il 2011 e il 2015. Partono per trovare un lavoro più qualificato. Il problema è dunque la drammatica incapacità del nostro paese di creare opportunità di impiego di alto livello.

Giovani italiani: storia di chi fugge e di chi resta

A partire dal 2009, il numero di italiani che emigrano all’estero è aumentato in maniera considerevole. Si tratta per lo più di giovani istruiti in cerca di prospettive migliori di quelle offerte dal nostro paese. Ma per le regioni del Sud le conseguenze possono essere particolarmente negative.

Il Punto

2017, primo anno di Trump e avvio della Brexit vera. Con Usa e Regno Unito obbligati a crescere e a importare di più, a beneficiarne potrebbe essere la Ue. Molto però dipende dalle decisioni delle multinazionali e dalla capacità dei governi dell’Europa continentale di attrarne gli investimenti.
Archiviata come gaffe ministeriale la frase del ministro Poletti sui giovani che emigrano “e in molti casi è bene che rimangano dove sono”, mettiamo a fuoco il problema attraverso i numeri. Che dal 2009 si sono impennati. Sono per lo più persone istruite in cerca di prospettive migliori. Molti dal Sud. Dove non ritornano.
Il ministro degli Interni Minniti annuncia un giro di vite sugli stranieri non in regola: molte più espulsioni e riapertura dei Cie. Ma passare ai fatti è un’impresa titanica. Per contrastare l’irregolarità meglio puntare su corridoi umanitari con una selezione alla partenza, riaprire i flussi per tipo di lavoro, organizzare rimpatri volontari assistiti.
Grande economista e vero scienziato sociale interessato al dialogo tra discipline, Anthony Atkinson ha gettato le basi della moderna teoria della misurazione della disuguaglianza, riportandola ai suoi fondamenti etici. Con il chiodo fisso di politiche di welfare per contrastare povertà e iniquità e di un’Europa che metta al centro le persone e il loro benessere. Lascia un’eredità scientifica fondamentale e – a chi ha avuto l’onore di lavorare o studiare con lui – il ricordo di una grande carica umana.
Tra Natale e l’Epifania lavoce.info ha aggiornato quotidianamente il sito con nuovi articoli. Parlando di Monte dei Paschi, corporate governance, oro delle banche centrali, qualità dell’istruzione, politiche demografiche, alternanza scuola-lavoro, lotta ai cambiamenti climatici, scuole paritarie.

Buon 2017 a lettori e autori!

Tre nuovi ingressi in redazione: Paolo Balduzzi, Silvia Merler e Alessandro Santoro che i lettori de lavoce.info già conoscono attraverso numerosi loro interventi. Ci daranno contributi originali e di alto livello rispettivamente su temi politico-istituzionali, banca e politica monetaria, fisco e finanza pubblica. A Paolo, Silvia e Alessandro un caloroso benvenuto. 

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