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Salviamo i dati economici dal Covid-19 *

L’epidemia Covid-19 avrà effetti negativi su imprese e famiglie. A chi prende decisioni di politica economica potrebbe mancare oggi la bussola di dati accurati e affidabili. La soluzione è nella costruzione di collaborazioni fra una vasta rete di attori.

Il Punto

Il calo del Pil è colpa degli altri: dei precedenti governi, della Cina e della Germania. Così si auto-assolvono il premier Conte e la maggioranza Lega-M5s di fronte all’aumento del pessimismo delle imprese e al calo degli investimenti di fine 2018 che hanno fatto cadere l’Italia in recessione. A conferma dello scarso clima di fiducia delle scorse settimane, i dati sui flussi di capitale da e per il nostro paese mostrano che i tanti fondi disinvestiti dai Btp non sono finiti in borsa ma parcheggiati in depositi bancari a breve, facilmente liquidabili. Merito del governo – secondo il vicepremier Di Maio – lo 0,1 per cento di occupati in più del mese di dicembre. Un’ardita pretesa, di fronte a un più zero virgola di dati mensili. I più stabili dati trimestrali dicono semmai che l’occupazione totale è ferma dopo aver raggiunto il livello massimo nel secondo trimestre 2018.
Il reddito di cittadinanza è previsto uguale per tutti, da Nord a Sud. Eppure la soglia di povertà assoluta varia nelle diverse aree da 826 euro mensili a 560. Il sussidio avrà così effetti iniqui sul territorio. Tra le varie componenti, si potrebbe differenziare almeno l’importo dell’integrazione per l’affitto.
L’autorità francese per la privacy ha multato Google per 50 milioni di euro, prima applicazione delle nuove regole Ue sulla protezione dei dati personali. In nome di tre principi: trasparenza, informazione chiara e consenso. Contro l’invadenza della pubblicità indesiderata.
Per regolare i flussi migratori dall’Africa occorre capirne le cause. A partire dalla crescita demografica (oggi si contano oltre 1,2 miliardi di abitanti, il doppio della Ue) e da processi di sviluppo lunghi e complessi. Per ora il contributo dell’Italia vale solo lo 0,2 per cento del nostro Pil invece dello 0,7 a cui ci eravamo impegnati.

Quando Google inciampa sulla privacy

L’Autorità francese per la protezione dei dati personali ha imposto a Google una multa di 50 milioni di euro. Per la violazione dei principi di trasparenza, informazione e consenso degli utenti, applicando così per la prima volta la direttiva Gdpr.

Il Punto

Arrivato al timone di un’impresa quasi fallita, Sergio Marchionne ha creato Fca – un’azienda oggi competitiva – con operazioni spesso impopolari. Disse no ai sussidi statali e chiuse Termini Imerese. E puntò sulla contrattazione aziendale, uscendo da Confindustria. La sua visione non ha però attecchito nel paese.
Il decreto “dignità” ha introdotto il “giustificato motivo” di assunzione a termine oltre i 12 mesi. Una manna per gli avvocati che vedranno aumentare i contenziosi. Perché la nuova norma crea più incertezza e burocratizza le scelte imprenditoriali. Eppure ci sarebbe un efficace sistema alternativo. Come si è visto, la stima degli effetti della riduzione dei tempi dei contratti a termine (8 mila occupati in meno) ha poi indotto vari membri del governo ad attaccare l’Inps. Con generiche accuse di non scientificità, senza indicare alternative.
La Ue ha inflitto la multa record di 4,3 miliardi di euro a Google per aver imposto proprie app preinstallate su smartphone e tablet funzionanti con sistema operativo Android. Secondo Bruxelles, una pressione indebita su consumatori abitudinari. Che però – ricorda la società californiana – dispongono di molte opzioni.
Tra poche settimane, si torna sui banchi. La scelta della scuola superiore è stata particolarmente importante per gli studenti usciti dalla terza media e per le loro famiglie. Che però faticano a utilizzare le classifiche serie per valutare la qualità degli istituti. E spesso le usano solo per evitare quelli più malconci.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce,info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre a Milano. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo luogo e programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Cacciatori di Android a Bruxelles

La Commissione europea ha imposto a Google la più alta sanzione pecuniaria della storia dell’Unione. Ma la questione esemplifica l’attuale complessità del rapporto tra politica antitrust e le dinamiche che caratterizzano i nuovi mercati digitali.

Google, lo spezzatino può attendere

Obbligare Google a vendere Google Shopping avrebbe alcuni vantaggi certi. Ma si apre più di una perplessità. Intanto perché esiste una accesa concorrenza tra i giganti tecnologici. E poi perché gli utenti stessi possono punire i comportamenti scorretti.

Il Punto

Salvini e Di Maio vorrebbero dal Parlamento un Documento di economia e finanza che incorpori già le loro proposte su tasse e spese. Cioè più deficit e più debito. Meglio sarebbe mandare a Bruxelles un Def minimale che capitalizzi i buoni risultati ottenuti nel 2017. Poi il nuovo governo disporrà. Tra le patate bollenti del nuovo esecutivo ci sarà anche quella delle politiche attive per il lavoro, in particolare per ricollocare chi ha perso l’occupazione. Introdotte dal Jobs act, si sono arricchite di dettagli la cui efficacia è tutta da valutare.
C’è fermento nel mondo high-tech. Margrethe Vestager, commissario Ue alla concorrenza, marca stretto Google. E si ipotizza uno spezzatino imposto al gigante del web per aver messo insieme motore di ricerca e attività commerciali. Se smembrare o meno un campione troppo potente rimane un tema controverso. Circondata da blogger entusiasti che ne hanno convalidato l’immagine innovativa, ecologica e di eccellenza di prestazione, Tesla rischia il testa-coda. L’auto elettrica è incappata in gravi incidenti tecnici e fallisce sistematicamente i promessi obiettivi di produzione. Così il titolo ha perso un quarto del suo valore di borsa.
Tra guerre sui dazi e tagli al bilancio federale, l’economia americana e la borsa rischiano di avvitarsi nell’incertezza. E non arriva chiarezza dal neo-governatore della Fed Jay Powell che – avviandosi su un sentiero di rialzo dei tassi – allude a un futuro roseo in contrasto con il previsto rallentamento della crescita.
Con la Brexit mancheranno nel bilancio Ue fino a 12 miliardi di euro annui. Stanti le resistenze ad aumentare i contributi al bilancio dei 27 paesi rimanenti, si parla di usare gli utili delle banche centrali dell’eurosistema versati alla Bce. Idea malsana e poco praticabile, con complicati dettagli di attuazione.
Il rebus che il presidente Mattarella cerca di risolvere è stato generato da una legge elettorale piena di rigidità, studiata con l’illusione di raggiungere un risultato preordinato (l’esclusione del M5s). Che invece ha prodotto un tripartitismo gestibile solo con spericolate capriole politiche. E addio governabilità.

Pietro Ichino rientra nella redazione de lavoce.info, della quale è stato uno dei fondatori nel 2002. Eletto senatore nel 2008, Pietro si è autosospeso dalla redazione pur continuando a pubblicare sul sito alcuni interventi. Vi ritorna, dopo due legislature consecutive, non essendosi ripresentato candidato. Saranno più frequenti su lavoce.info i suoi contributi sul diritto del lavoro e le relazioni industriali. Bentornato Pietro!

La lunga estate calda dei giganti della rete

Finora è stato tutto molto semplice: tanto più si diffonde internet, tanto più i colossi della rete si rafforzano e gli affari aumentano per tutti. Ora, però, il paradigma inizia a cambiare e tra le grandi società la competizione diventa diretta.

Perché è difficile tassare le multinazionali

Su Google vince il fisco, perde il diritto

Google paga al fisco italiano 306 milioni di euro per chiudere il contenzioso. Oggi non è semplice far emergere la base imponibile di una multinazionale in un singolo paese. Ma è l’obiettivo da raggiungere. A partire da una proposta di direttiva europea.

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