Dopo la pausa imposta dal Covid-19, nell’ex colonia britannica riprendono le proteste. A essere presa di mira è la nuova legge per la sicurezza nazionale in discussione a Pechino, ma in gioco c’è molto di più. A partire dal futuro del modello “un paese, due sistemi”.
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L’impatto economico dell’epidemia da coronavirus sarà superiore a quello della Sars. Perché il contagio si è sviluppato in una regione centrale sul piano economico. E il blocco della produzione avrà riflessi sulle filiere internazionali e sulle Borse.
Nemmeno entrato in servizio, il nuovo governo ha subito beneficiato di netta riduzione dei rendimenti sui Btp, scesi all’1 per cento. Ai mercati per ora basta che i no-euro siano stati messi alla porta. Ma poi bisognerà governare. Oltre a fare una manovra che eviti l’aumento dell’Iva il “Conte 2” dovrà aggiustare i tanti dossier lasciati incompiuti o pasticciati dal “Conte 1”. Uno di questi è l’indennizzo dei risparmiatori danneggiati dai crac bancari. Complice l’adozione di criteri discutibili, parte dei rimborsi finirà anche a chi non è in stato di bisogno.
Nelle trattative sul nuovo governo, scuola e università figurano ai primi posti. Necessario concentrarsi almeno su selezione e formazione dei docenti, carriere (senza aumenti di stipendio a pioggia), tempo prolungato, lauree a indirizzo professionale. Perché l’istruzione è centrale per lo sviluppo economico e sociale. La discontinuità rivendicata dal neo-vecchio premier si dovrebbe vedere anzitutto nelle politiche verso gli stranieri. La furia mediatica di Salvini contro i profughi ha oscurato il crollo del numero degli arrivi di migranti economici. Di cui le imprese hanno gran bisogno. Urgono misure per governare i flussi.
La protesta che da cinque mesi porta in piazza a Hong Kong fino a 1,5 milioni di cittadini non è solo per respingere una legge sull’estradizione. È la rivolta di una popolazione che, forte della propria capacità economica, sa che una destabilizzazione di questa “regione speciale” danneggerebbe molto tutta la Cina.
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Hong Kong è cruciale per la Cina: è il pilastro del modello “un paese, due sistemi”. Per questo Pechino cerca di evitare una repressione autoritaria delle proteste. La destabilizzazione dell’ex protettorato britannico sarebbe pericolosa per tutti.
Sul mercato del lavoro scendono gli inattivi e aumentano gli occupati, anche quelli tra i 15 e i 34 anni. Insomma un secondo trimestre sorprendentemente positivo. Ma con il Pil a crescita zero l’aumento dei posti di lavoro non può durare.
Matteo Renzi parte lancia in resta contro le slot machine promettendo misure draconiane. Speriamo che alle parole seguano i fatti e tutto non si stemperi nell’ambiguità dello stato che da una parte fa campagne contro la ludodipendenza, dall’altra incassa una bella fetta dei profitti del gioco d’azzardo.
In vista della Legge di bilancio – che potrebbe includere modifiche delle aliquote Iva legate alle “clausole di salvaguardia” – vale la pena vedere come ha funzionato lo “split payment”, introdotto nel 2015 per eliminare l’evasione di questa imposta da parte dei fornitori della Pa. A conti fatti sono arrivati 2,2 miliardi di gettito in più.
La bassa spesa per asili e scuole materne obbliga le nonne a fornire un welfare supplementare. Messo in crisi, però, dall’innalzamento dell’età di pensione, come rivelano i numeri di una ricerca. Nel Fertility day sarebbe stato meglio parlare di investimenti pubblici negli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia.
Frenare le migrazioni investendo nei paesi da cui originano? Si è già tentato, spesso con risultati fallimentari a tutto vantaggio dei regimi corrotti. Per impostare in maniera diversa il rapporto con l’Africa occorre coinvolgere le multinazionali e aprire maggiormente l’Europa ai prodotti africani.
Con l’affermazione del movimento Occupy nelle elezioni locali, Hong Kong è ridiventata una spina nel fianco del governo di Pechino. Che deve essere molto cauto nell’imporre il proprio dirigismo perché l’ex protettorato britannico rimane il principale crocevia dei flussi finanziari da e per la Cina.
A Hong Kong le elezioni legislative hanno visto il successo del movimento Occupy. Che chiede democrazia e indipendenza dalla Cina. Come reagirà il regime? La città ha un ruolo chiave e l’abbandono del modello “un paese due sistemi” costerebbe caro sia all’ex protettorato britannico sia a Pechino.