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Una mobilità sostenibile è possibile

Cosa deve fare l’Italia per mantenere vitale la sua industria dell’auto? Evitare di sostenere lo status quo con risorse pubbliche e invece incoraggiare le imprese del settore a investire in ricerca e innovazione. Per una trasformazione radicale della mobilità.

Il triennio peggiore per i salari italiani

Negli ultimi tre anni i contratti collettivi non sono riusciti a proteggerli i salari reali dall’inflazione. Fra i settori le differenze sono ampie e solo in alcuni le componenti di secondo livello hanno compensato in parte le perdite di potere d’acquisto.

Le privatizzazioni, una storia di illusioni perdute

Il periodo delle privatizzazioni aveva acceso molte speranze, confermate nel settore bancario, ma andate deluse in quello industriale. Un libro di Pietro Modiano e Marco Onado ripercorre con lucida analisi un lungo tratto di storia economica italiana.

Per lavoratori e robot un futuro di convivenza

Le conseguenze dell’utilizzo dei robot sul mercato del lavoro si comprendono considerando la prospettiva aggregata, a livello d’impresa e a livello di lavoratore. Ne esce un quadro più ottimistico, dove però contano molto le competenze dei lavoratori.

Partecipazioni statali: così i politici premiavano i territori

Torna a circolare l’idea di una presenza forte dello stato nell’economia. Un’esperienza già vissuta in Italia. E le scelte di allora, ad esempio sulla sede degli stabilimenti, spesso non erano le migliori dal punto di vista della logica industriale.

Imprese troppo piccole per competere*

I dati indicano che il nanismo dimensionale delle imprese italiane è il principale ostacolo a un aumento della produttività. Sarebbe necessario un progetto di sviluppo che spinga le imprese ad aggregarsi e a crescere contando su prospettive meno incerte.

Il Punto

L’industria italiana è spesso data per morta. Non è così. Ci sono casi di successo e di insuccesso in differenti settori. E gli esiti variano anche tra le aziende all’interno dei vari settori. Uno di quelli che non se la passa bene è il trasporto aereo. Nel quale proprio in questi giorni è emerso il fallimento dell’avventura imprenditoriale di Air Italy, la compagnia che ha volato meno di due anni. E che fa il paio con Alitalia, società tenuta in vita con l’iniezione periodica di soldi pubblici garantiti da governi di ogni colore.
Nel Piano Sud del governo emerge una visione dei problemi del Mezzogiorno fondata sull’idea che per risolvere tutto basti velocizzare la capacità di spesa delle risorse pubbliche. E che ignora i successi di alcune imprese private che potrebbero essere replicati.
Si basa su una progressività solo apparente la tassazione Irpef. In realtà, per le famiglie, il prelievo fiscale sale rapidamente fino a 100 mila euro di reddito e poi precipita. Per lo più colpendo i redditi da lavoro e premiando le rendite. Tutto il contrario di quanto si fa in paesi come Francia e Regno Unito.
Parlare bene in pubblico aiuta a scuola, nel lavoro e nei rapporti sociali. A beneficiarne sono però più gli uomini che le donne – più spesso riluttanti a esprimersi, a meno che non abbiano madri che lavorano. Un chiaro segno del peso degli stereotipi sul ruolo femminile.
Democratici sempre più a sinistra e repubblicani sempre più conservatori: la politica Usa negli ultimi 30 anni si è polarizzata, causando momenti di blocco della vita istituzionale. Frequente, per esempio, la mancata approvazione del budget e lo “shutdown” del governo, con uffici pubblici chiusi e dipendenti senza stipendio.

C’era una volta l’industria italiana

L’industria italiana è in difficoltà e a volte viene data per morta. Ma i dati di lungo periodo dicono che si può essere più ottimisti. Molto dipende dal settore. Per esempio, farmaceutica e meccanica mostrano risultati assai positivi.

Senza industria non si cresce. E senza crescita niente lavoro

Il 2019 è finito male per l’economia, con Pil, industria e occupati in contrazione. La “verifica di governo”, se vuole servire a qualcosa oltre che alla sopravvivenza dell’esecutivo, deve mettere al centro come fare impresa e industria in Italia.

Perché ArcelorMittal vuole lasciare l’Ilva

Il settore dell’acciaio attraversa una fase difficile. Perciò si sono indebolite le ragioni che hanno spinto ArcelorMittal a partecipare alla gara per l’acquisizione dell’ex Ilva. La revoca dello scudo legale ha dato un buon pretesto per uscirne.

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