Ma la legge di Stabilità stabilizza i conti pubblici? Mettiamo a confronto le prospettive fino al 2017: quanto sarebbe successo senza i nuovi provvedimenti e ciò che invece dovrebbe succedere con le misure adottate. Flessione della spesa nel 2015 e poi abbondante rialzo. Idem le entrate. Eppure il deficit dello Stato viene abbattuto nel 2017 fino allo 0,7 per cento del Pil. Sempre che il Pil abbia davvero una crescita robusta.
Con il Jobs act, Renzi manda quasi in soffitta l’articolo 18 e introduce le tutele crescenti nel contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ma non affronta il problema della precarietà lasciando in vita tutti i tipi di rapporto a tempo determinato ed esclude il pubblico impiego dalla nuova normativa. È un pezzo di vera riforma del lavoro. Da completare. Vediamo quali effetti potrà avere sulle imprese che finora -come mostra una ricerca- hanno evitato l’articolo 18 non tanto comprimendo sotto 15 il numero degli occupati (soglia di applicazione della norma) quanto ricorrendo a lavoratori temporanei e parasubordinati, non tutelati. Cresciuta in tutta l’Eurozona con l’arrivo della crisi, la disoccupazione giovanile si è assestata nei paesi del Nord e del centro ma continua a crescere vertiginosamente in quelli più fragili, Italia inclusa. Senza una svolta è alto il rischio che chi rimane a lungo inattivo si ritrovi le proprie skill professionali superate e inutili.
Emanato all’epoca dei grandi scandali finanziari USA dei primi anni 2000 (Enron), la legge Sarbanes-Oxley sanziona negli Stati Uniti l’occultamento di documenti e oggetti per ostacolare le indagini. Ora queste norme sono state applicate a un pescatore di cernie fuori regola. Storia grottesca che illustra come leggi scritte male si possono trasformare in costi e rischi eccessivi per cittadini e imprese.
Il nostro amico e collega Tito Boeri è stato nominato presidente dell’Inps dal Consiglio dei ministri. Com’è consuetudine de lavoce.info, rimane membro della redazione in aspettativa, vale a dire non attivo per la durata dell’incarico. A Tito i nostri migliori auguri di buon lavoro!
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Tag: Inps
Nella tornata di nomine nelle imprese partecipate dallo Stato, alcuni criteri sono condivisibili, altri meno. Tra i primi, le presidenze affidate a quattro donne. Si poteva fare meglio perché non sono posizioni operative.
In Italia manca una riflessione sui principi su cui fondare un buon governo dei servizi pubblici. Ne è prova la discussione sulla revisione della governance dell’Inps, durata quasi vent’anni, senza che siano stati definiti i confini dell’azione e delle responsabilità dei vari attori.
Con i primi pagamenti, la “nuova social card” entra nel vivo, anche se preceduta da qualche polemica. Invece, la sperimentazione avviata in dodici città con più di 250mila abitanti si sta rivelando molto utile per la definizione del target e per la messa a punto delle procedure di controllo.
Sulla valutazione della riforma Fornero si sono concentrate, giustamente, molte aspettative da parte dell’opinione pubblica, dei policy maker e della comunità scientifica. I motivi sono molti.
Si tratta di una delle riforme più controverse del nostro passato recente. È stata promossa e implementata da un’economista molto conosciuta, che nella legge di attuazione ha voluto che si introducesse formalmente e per la prima volta in Italia un esercizio di valutazione.
“In un’epoca e in un paese in cui tutti si fanno in quattro per proclamare opinioni o giudizi, il signor Palomar ha preso l’abitudine di mordersi la lingua tre volte prima di fare qualsiasi affermazione. Se al terzo morso di lingua è ancora convinto della cosa che stava per dire, la dice; se no sta zitto.” Italo Calvino, Palomar.
L’Inps ha tutti gli strumenti per fornire ai lavoratori italiani una stima precisa della loro futura pensione. Ma ministero e istituto di previdenza mantengono un silenzio colpevole, penalizzando così i cittadini che più hanno bisogno di quelle informazioni. I rischi per la stabilità del sistema.
Continua la discussione sulle pensioni d’oro e sul possibile “contributo di equità”. Simulazioni su dati Inps confermano che il gettito sarebbe limitato. Ma garantirebbe risorse che potrebbero essere destinato alla tutela di generazioni penalizzate dal sistema di welfare.
La lunga storia dell’estratto conto pensionistico
Di Massimo Antichi
il 30/12/2013
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