Dopo la pubblicazione del Rapporto Draghi, l’attenzione si è concentrata sugli ingenti investimenti necessari per stimolare crescita e aumenti di produttività. Ma i punti strategici centrali riguardano il diritto della concorrenza e il commercio con l’estero.
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Rispetto al passato, gli incentivi fiscali per investimenti sono diventati più efficaci. Restano alcune criticità, comprese quelle legate all’utilizzo dei crediti di imposta nelle piccole imprese e al loro coordinamento con le politiche infrastrutturali
Nonostante la completa liberalizzazione del mercato, anche in Italia il trasporto merci su ferrovia è in declino. Per ridare slancio al settore, più dei costosi investimenti europei in infrastrutture, può essere utile il ripristino di un incentivo.
Con oltre 41 miliardi destinati a progetti strategici, i comuni si trovano al centro dell’azione nell’attuazione del Pnrr. Ma non tutti hanno la stessa capacità di spesa, con le aree interne in particolare in difficoltà. Il ruolo delle unioni di comuni.
Da anni l’Italia accumula ritardi nella crescita della produttività. A penalizzarci non è la struttura settoriale dell’economia, bensì una dinamica debole nella maggior parte dei settori, pur con qualche felice eccezione, e la fragilità degli investimenti.
L’esclusione dal Pnrr di investimenti degli enti locali è dovuta anche ai target stringenti fissati dalla Commissione europea. Che sembra invece disponibile a prevedere obiettivi più facili da raggiungere per le misure che prevedono sussidi alle imprese.
La decisione politica di costruire il Ponte sullo Stretto ha preceduto la valutazione sulla sua convenienza o meno. I numeri dicono che si tratta di un’opera con benefici prevalentemente locali, inferiori ai costi che ricadono sui contribuenti italiani.
Nei primi mesi dell’anno le borse mondiali hanno avuto un discreto andamento. Ma l’ottimismo degli operatori sembra eccessivo. Perché restano le spinte inflazionistiche e perché anche un cambio di rotta sui tassi potrebbe non far crescere i listini.
Dopo trent’anni di crescita costante, l’India ha una vivace attività manifatturiera ed è diventata uno snodo importante di commercio internazionale. Potrebbe diventare un alleato cruciale per il raggiungimento di alcune delle priorità strategiche dell’Ue.
L’acquisizione di società localizzate in città globali permette alle multinazionali indiane di accrescere la loro capacità innovativa. Non mancano però i lati negativi. In alcuni casi la scelta più vantaggiosa potrebbe essere un’area più periferica.