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Stipendi, una crisi lunga trent’anni

Lavoce in mezz’ora è il nuovo format di divulgazione de lavoce.info. Due volte al mese, in mezz’ora di conversazione, affrontiamo temi centrali per il dibattito pubblico insieme a esperti del settore. In questa terza puntata parliamo con Andrea Garnero, economista del lavoro all’Ocse, redattore de lavoce.info e autore di un recente libro sulla questione salariale.

L’Italia vive una condizione unica tra i paesi Ocse: da oltre trent’anni i salari non crescono, e in termini reali oggi valgono persino meno rispetto al 1991. Un fenomeno che va oltre il tema del “lavoro povero” o della pressione fiscale, e che ha radici profonde: la stagnazione della produttività, le rigidità della contrattazione, un mercato del lavoro sempre più frammentato e la difficoltà delle imprese a valorizzare competenze e qualifiche.

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Agosto mio, non ti riconosco

Alla fine del mese clou di un anno che avrebbe dovuto essere eccezionale, a partire dal Giubileo, le informazioni sul nostro turismo continuano a essere lacunose e contraddittorie. Senza dati veri, detta la linea la ripetizione di termini e parole-chiave. 

Se nel mercato del lavoro dominano rabbia e risentimento*

Nel mondo del lavoro globale sono molto diffusi i sentimenti di rabbia e di indignazione, che però non danno luogo a una reazione dei lavoratori. L’Italia ha un problema in più: una pressione fiscale che pesa soprattutto sulla classe media lavoratrice.

Aspettando ogni mese una nuova busta paga*

Tante famiglie italiane non sono in grado di affrontare una spesa imprevista di 800 euro. Avere un lavoro e uno stipendio discreto non è più garanzia di sicurezza. La fragilità finanziaria è un problema serio, anche nei paesi di welfare consolidato.

Si fa presto a dire il 5 per cento del Pil

La cifra del 5 per cento del Pil per la sicurezza decisa al vertice Nato è stata scelta per compiacere Trump. Per l’Italia significa almeno 33 miliardi in più, da trovare aumentando le tasse o tagliando le spese. Sarà il prologo di una difesa comune europea?

Fratture vecchie e nuove in Europa e in Italia

Crisi dei debiti sovrani e pandemia hanno influito sui divari di reddito e di benessere tra territori, in Italia come in Europa. Le direttrici sono però diverse rispetto al passato. Per esempio, da noi le aree deboli non sono più solo quelle meridionali. 

Sul Bayesian nessuna maledizione, ma poco rispetto della sicurezza

In Italia mancano norme specifiche di sicurezza per il lavoro nelle profondità marine. C’è però il Repertorio telematico della subacquea industriale della Regione Siciliana. Applicarne le prescrizioni avrebbe probabilmente evitato la morte di un sub.

Sull’aliquota piatta restano molti dubbi

Servirebbero tagli di spesa pubblica per almeno 30 miliardi e poi un contributo dei più abbienti per la sanità: sono tante le perplessità sull’ipotesi di una flat tax per tutti i contribuenti. Come tutelare dipendenti e pensionati rispetto al fiscal drag.

La flat tax si può fare

La flat tax non è di per sé incompatibile con il rispetto di severi vincoli di bilancio. E non è neanche vero che gli attuali livelli di spesa e dunque di prelievo siano intoccabili. Già nel 2017 una proposta mostrava i vantaggi dell’aliquota piatta. 

Referendum sulla cittadinanza: un ritorno al passato per andare avanti

La vittoria del “sì” nel referendum sulla cittadinanza ripristinerebbe una norma del 1912. Per la politica migratoria dell’Italia sarebbe però un passo avanti. Favorirebbe l’integrazione degli immigrati e aiuterebbe a contrastare l’inverno demografico.

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