È stata bollata come sciocchezza. Invece vale la pena di ragionare sull’idea di favorire la mobilità universitaria interna da Nord verso Sud. Perché la perdita di capitale umano nel Meridione indebolisce le potenzialità di sviluppo di tutto il paese.
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I dati indicano che il nanismo dimensionale delle imprese italiane è il principale ostacolo a un aumento della produttività. Sarebbe necessario un progetto di sviluppo che spinga le imprese ad aggregarsi e a crescere contando su prospettive meno incerte.
L’Italia non cresce perché il sistema è schiacciato dalla burocrazia e dall’inefficienza dell’amministrazione pubblica? O le cause sono altre? Un libro di Paolo Sestito e Roberto Torrini cerca di rispondere a queste domande. Ne pubblichiamo un estratto.
Il 2020 è iniziato con un sussulto di instabilità sui mercati. Ben presto, però, è tornato l’ottimismo. L’economia mondiale sembra continuare a offrire buone opportunità a esportatori, imprese e lavoratori del nostro paese. Ma la politica italiana guarda indietro.
Un’analisi empirica studia il rapporto tra italiani e divertimento. Si scopre così che ricaviamo grandi soddisfazioni dagli acquisti online, cibo e spettacoli compresi. Il giorno migliore per divertirsi è il martedì. Il nemico è il troppo lavoro.
Il mercato dei titoli di stato italiani vive una fase positiva, con lo spread Btp-Bund in area 200 punti base. Ma avremmo potuto fare molto meglio. Come mostra il confronto con la Spagna, che pure ha problemi non molto diversi dai nostri.
La Germania è il principale partner commerciale dell’Italia, nell’export come nelle importazioni. Nelle catene globali del valore, poi, le interrelazioni sono in costante crescita. Una eventuale recessione tedesca avrebbe conseguenze gravi anche per noi.
Perché tante polemiche sul Memorandum of Understanding tra Italia e Cina? La firma di un paese fondatore della Nato e dell’Unione europea è un successo per la politica estera cinese. Per il nostro paese sono chiari i costi politici, meno i benefici.
Lo scontro politico e diplomatico tra Italia e Francia può mettere a rischio i solidi rapporti economici tra i due paesi. Di mezzo ci sono miliardi di import-export e di investimenti finanziari e nell’economia reale. Insomma, il gioco non vale la candela.
Mario Draghi ha ribadito che non è imminente un rialzo dei tassi e che il Qe continuerà. Ma il programma di acquisto dei titoli non è uno strumento per contenere gli spread. È perciò nell’interesse dell’Italia cercare un compromesso con la Commissione.