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Nel labirinto dell’Italicum

Ragioni squisitamente politiche portano a riemettere in discussione l’Italicum. Si ipotizza l’eliminazione del ballottaggio e l’introduzione del premio di coalizione. Due novità che però minerebbero l’intero impianto di quella legge elettorale. Non sarebbe forse meglio ricominciare tutto da capo?

Il Punto

Il piano Industria 4.0 del ministro Calenda spinge le imprese ad accelerare l’adozione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). Per ora – lo dice un confronto con la Germania – scontiamo un ritardo che ci rende meno competitivi. E che dipende dalla dimensione di impresa, non da incapacità gestionali. Il contesto – certificato dalla Nota di aggiornamento al Def – è quello di una crescita in chiaro rallentamento. I numeri della nostra infografica  confrontano le previsioni del governo con quelle di Ue, Fmi, Ocse e Confindustria.
Deutsche Bank – con il suo investment banking – è fonte di rischio sistemico, ha accumulato enormi sanzioni per illeciti e quindi non riesce a tornare a fare la banca delle imprese. Eppure a Berlino si lamentano: colpa della Bce di Draghi che tiene i tassi sotto zero. Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò.
Esame di maturità: si cambia. L’obiettivo è rendere più omogenee la valutazioni degli studenti sul territorio nazionale. Come? Il voto sarà affiancato dal risultato di un test Invalsi. Anche per risparmiare qualche soldo, le prove saranno ridotte a due e le commissioni non avranno più membri esterni.
Legge dello stato da luglio, l’Italicum probabilmente non verrà mai utilizzato come sistema elettorale. Con meccanismi bizzarri e in odore di incostituzionalità, una volta riformato può diventare oggetto politico di scambio nella contesa tra “sì” e “no” al referendum costituzionale del 4 dicembre.
Approvato dalla Camera, il disegno di legge contro bullismo e cyberbullismo colma un vuoto su un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante. Ma, a ben guardare, la norma è inadeguata e fatta male. Affida al Garante della privacy compiti che difficilmente potrà svolgere e dà spazio a ingiuste censure sul web.

 

Quell’Italicum che tutti (non) vogliono cambiare

Tra polemiche e mozioni incrociate provenienti da tutti gli schieramenti, l’Italicum è un cantiere ancora aperto e che non accenna a chiudersi. Con il rischio di trasformarsi in una legge elettorale approvata, ma mai utilizzata.

Riforma costituzionale: perché serve il limite di mandato

La riforma costituzionale così come è stata approvata e l’Italicum rafforzano il centralismo e aumentano la governabilità. Il contrappeso per una simile preminenza governativa è il limite di mandato. Istituzioni che dovrebbero facilitare la partecipazione e la libertà preservata dalla collegialità.

Tripolarismo imperfetto

La nuova legge elettorale per la Camera ricalca a grandi linee quella per l’elezione dei sindaci. L’esito del voto amministrativo del 5 giugno offre dunque un’interessante simulazione dei risultati che si potrebbero determinare alle politiche. Effetti del passaggio dal bipolarismo al tripolarismo.

Il Punto

Da oggi e nei prossimi giorni proviamo a valutare nel dettaglio i primi due anni del governo Renzi tracciando un bilancio di quanto fatto, delle occasioni mancate, di quel che c’è da fare. La ricetta del premier – ridare fiato all’Italia con un misto di riforme fatte e da completare e in più soldi pubblici per aiutare la ripresa – per ora non è bastata a far tornare una ripresa visibile e diffusa: produzione industriale e vendite al dettaglio rimangono al palo. Sul fronte delle banche l’attivismo di Renzi si è visto negli ultimi 12 mesi. Le riforme delle popolari e quella – fresca di approvazione – degli istituti di credito cooperativo dovrebbero rafforzare la struttura del sistema. Rimane controversa e ancora irrisolta la gestione di due patate bollenti: i crack delle quattro banche regionali e il negoziato con l’Europa per creare le bad bank dove far confluire i crediti incagliati. Tra i successi che il governo si attribuisce c’è l’Italicum, legge elettorale per la Camera, votata ma non funzionante finché non sarà compiuta la riforma del Senato. È un farraginoso compromesso che rimpiazza l’indecoroso “porcellum” ma esibisce capilista bloccati e la possibilità di candidature multiple. Dove si è un po’ tagliata la spesa (rispetto all’aumento tendenziale) è nella sanità, destinata forse a ridursi sotto il 7 per cento del Pil. Va bene disciplinare le regioni sprecone. Ma il governo dovrebbe chiarire quanta autonomia vuole lasciare loro, presentando una visione chiara di cosa sarà della sanità pubblica.
È partita la corsa degli enti territoriali ad adeguarsi ai sistemi contabili entrati in vigore a inizio anno. Prevedono un rendiconto semplificato per il cittadino con sintesi del bilancio, risorse finanziarie e umane utilizzate, risultati in termini di quantità e qualità dei servizi alla popolazione. Tutto sul sito internet.

Due riforme inseparabili

Il governo Renzi ha incassato due importanti vittorie sul piano delle riforme: l’approvazione definitiva della legge elettorale e quella ancora in itinere della revisione costituzionale. L’analisi dell’Italicum ne rivela pregi e difetti. Il rischio di votare con sistemi diversi per Camera e Senato.

Rebus spagnolo

Dopo i risultati delle elezioni in due paesi europei, è più semplice schierarsi a favore di un sistema elettorale a doppio turno. In Francia, ha permesso di neutralizzare posizioni ritenute troppo estreme. In Spagna la legge elettorale proporzionale ha prodotto un rebus di difficile risoluzione.

Le possibili salamandre dell’Italicum

Pronto lo schema di decreto legislativo che definisce i nuovi collegi elettorali previsti dall’Italicum. Non si tratta solo di un problema tecnico perché il ridisegno dei collegi è una pratica spesso utilizzata per rafforzare o indebolire alcuni gruppi elettorali. Come insegnano gli Stati Uniti.

Il Punto

L’annullamento da parte della Consulta della deindicizzazione delle pensioni più alte del 2011 è una bomba a orologeria nei conti pubblici. È anche irragionevole perché con la sua decisione discrimina tra pensionati di oggi – meritevoli di tutela – e lavoratori pubblici e pensionati di domani che invece, secondo l’Alta corte, evidentemente non lo sono. Si parla (lo abbiamo fatto anche su questo sito) di reversibilità della pensione anche per le unioni civili. Ci sarebbero una più ampia platea di aventi diritto e più basse prestazioni, con marginali effetti sui conti pubblici. Meglio se entità e destinazione della reversibilità fossero una scelta, non un obbligo di legge.
Che cosa succederà con l’Italicum? Certo non la fine della democrazia. Molto fermento invece nel sistema politico con partiti che si organizzeranno in modo da trarre vantaggio (o minor danno) dalle nuove regole su preferenze, capilista bloccati, candidature multiple, eventuale ballottaggio. Qualche lezione sulle logiche del maggioritario si può trarre dall’esito delle elezioni britanniche. Dove Cameron cannibalizza i suoi alleati lib-dem ed esce vincente con uno striminzito +0,7 per cento di voti in più. Mentre i laburisti guadagnano suffragi ma sono sconfitti dal boom dello Scottish national party. Con tutta probabilità, addio Regno “Unito”.
Anche grazie al Quantitative easing della Bce, i mercati azionari europei ritornano ai livelli pre-crisi. Il rischio è che i piccoli investitori entrino tardi nelle borse, comprando a prezzi troppo alti e rimanendo delusi. Una più diffusa educazione finanziaria ridurrebbe gli errori dei risparmiatori.
Questa volta l’Italia in testa a una classifica! Siamo tra i paesi con più parti cesarei: quasi il 40 per cento del totale, con punte del 60 per cento al Sud. Un costo per il Servizio sanitario, uno spreco nella maggior parte dei casi. Il modo per ridurre questi numeri alla normalità ci sarebbe. Lo insegnano piccoli e grandi casi di successo, a Castellammare di Stabia e in Lombardia.
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