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Le cinque ipotesi di Juncker sul futuro d’Europa

Il 25 marzo si celebrano a Roma i 60 anni della firma del Trattato Cee. Il presidente della Commissione ha preparato un Libro bianco sul futuro della Ue. Cinque scenari su quello che può succedere. E anche sul fatto che non sarà la ri-nazionalizzazione a risolvere i problemi.

Il Punto

In vista della celebrazione del 25 marzo, Jean-Claude Juncker ha presentato il Libro bianco sul futuro dell’Europa. Non una proposta ma cinque scenari. Dal tirare a campare con l’unione di oggi a una federazione più coesa. Passando per altre idee come la Ue a più velocità e il ritorno al mercato comune.
Mentre il Senato si muove contro la povertà approvando il reddito di inclusione, molto rimane da fare per migliorare le politiche di assistenza. Le varie indennità monetarie che lo stato assegna a 2 milioni di disabili non autosufficienti potrebbero essere affiancate – come avviene in alcuni comuni – da assegni di cura da spendere presso strutture professionali.
Mentre da noi ci si preoccupa di consolidamenti e contenziosi legali, nel mercato globale dei media va in onda la sfida colossal tra Netflix e Amazon. La prima ha già rivoluzionato l’industria audiovisiva. Ma la seconda cresce a doppia cifra, con spalle finanziarie oggi più robuste. Chi vincerà?
La conversione in legge del Decreto milleproroghe presenta ogni anno curiose sorprese. Ad esempio rimanda a fine 2017 il termine per la presentazione dei bilanci 2013-15 dei partiti. Un favore da 200 mila euro per gli inadempienti. Che non sono i grandi partiti ma partitini minori. Che manina c’è dietro la proroga?
Il traffico di influenze illecite su cui si basa l’inchiesta Consip confina con l’attività di lobbying che – se trasparente – è del tutto lecita. In Europa c’è un registro dei lobbisti che conta 11.298 iscritti. In Italia la lista include solo 643 nomi e vale per ora solo per il ministero dello Sviluppo economico.
Quando una riforma fa flop, una delle cause è l’assenza del cosiddetto “ciclo di valutazione” dell’impatto dei provvedimenti politici. Prima ci vuole l’analisi delle ipotesi alternative in campo, poi il monitoraggio in corso d’opera, e alla fine la verifica dei risultati. Sembra facile e logico ma non lo è, almeno in Italia.

Ugo Arrigo, autore di “Alitalia, la zavorra dei costi che impedisce il decollo” e di “Come ridare una rotta ad Alitaliarisponde ai commenti.

Cinque presidenti e un oroscopo sulla tragedia greca

Nonostante le speranze di molti, neanche il referendum metterà la parola fine alla crisi greca. E finché i problemi della Grecia restano irrisolti, non si può pensare di riformare l’architettura dell’Unione monetaria, come promesso nel Rapporto dei cinque presidenti. Tra realismo ed equilibrismo.

Datemi un’anatra d’appoggio e solleverò l’Europa

Il piano Juncker prevede investimenti pubblici da 300 miliardi. Come riesce il nuovo Presidente della Commissione europea a far saltare fuori questi soldi? Attraverso una leva finanziaria cinque volte superiore a quella che viene generalmente usata nei piani di investimenti pubblici.

Se l’Europa mette sul piatto soldi pubblici

Nell’ultimo decennio i livelli di investimento in Europa sono stati molto bassi, determinando un forte deterioramento delle infrastrutture. Per questo il piano Juncker potrebbe dare buoni risultati, come mostrano anche le stime del Fondo monetario. E per l’Eurozona è forse l’ultima occasione.

La lunga strada verso la prossima legislatura europea

A fine maggio si terranno le elezioni europee, tuttavia solo il prossimo dicembre l’Unione Europea riprenderà a lavorare a regime. Vista l’attuale impopolarità delle istituzioni europee è necessario semplificare l’ordinamento comunitario per riavvicinarlo ai cittadini europei.

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