Il dato di aprile sull’occupazione è superiore alla attese. E si aggiunge ad altri segnali che fanno ben sperare. Ma qualche cautela andrebbe mantenuta. Perché se il lavoro cresce più velocemente del Pil, la produttività media si abbassa. L’aumento inatteso del tempo determinato.
Tag: lavoro Pagina 30 di 34
Il lavoro è essenziale per ridurre il rischio di povertà, ma non sempre è sufficiente, perché in molte famiglie povere non vi sono disoccupati o persone facilmente “attivabili”. In questi casi, servono trasferimenti in denaro o servizi che sostituiscano la spesa privata. Il patto di reinserimento.
L’aumento della disoccupazione non è la sola conseguenza della crisi sul mercato del lavoro italiano. Si aggiunge anche una diminuzione dell’utilizzo della forza lavoro occupata. Ne è un esempio il massiccio ricorso alla cassa integrazione. Ripercussioni anche sulla qualità della domanda di lavoro.
L’aumento della speranza di vita richiede un allungamento della vita lavorativa. Che però si scontra con altre problematiche sul mercato del lavoro. Come la presunta minore produttività dei lavoratori anziani e i salari più elevati con il passare degli anni. Il ruolo delle imprese e del welfare.
L’evidenza empirica mostra che ritardare la nascita del primo figlio ha effetti positivi sui risultati delle madri nel mercato del lavoro. Anche in Italia. Se però si rimanda troppo, diventa difficile riuscire ad avere il numero di figli desiderato. L’importanza delle politiche di conciliazione.
I dati mensili dell’Istat su occupati e disoccupati si limitano a pochissimi indicatori. Per evitare spiegazioni congiunturali di dubbia tenuta, è opportuno analizzarli in una prospettiva temporale più lunga. Ed è utile metterli a confronto con i numeri sulle unità di lavoro.
Il primo decreto attuativo del Jobs Act è l’inizio di una vera riforma del lavoro. Quello che ancora manca è la lotta contro la precarietà. E sarebbe bene disegnare le regole del mercato del lavoro in condizioni normali, senza i benefici fiscali. Troppa confusione sui dipendenti pubblici.
L’articolo 18 sembra non avere un impatto significativo sulle scelte dimensionali delle imprese. Ma ne ha sul contratto offerto al lavoratore: aumenterebbe l’incidenza di quelli a termine di 2,5 punti percentuali. E ne ha anche sulla produttività. Come il Jobs Act può cambiare la situazione.
Gli immigrati sono una delle componenti più vulnerabili della forza lavoro: la crisi economica li ha colpiti più duramente rispetto agli italiani. Ancora più gravi sono state le conseguenze per gli stranieri irregolari. Sale la percezione di precarietà.
Mentre il tasso di disoccupazione giovanile sale, scende la fiducia dei giovani nella possibilità di trovare un lavoro, tanto più se adeguato al livello di istruzione. Forse anche perché le politiche sulla fase di ingresso nel mercato del lavoro si sono spesso rivelate inadempienti e inefficaci.