Dopo il referendum svizzero, anche l’Unione Europea si interroga sulla mobilità interna dei lavoratori. Urge riconsiderare le modalità di accesso al welfare da parte di chi si sposta per lavoro all’interno dei confini comunitari. Senza limitarne la libertà di circolazione.
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La ministra Madia ha proposto di svecchiare la pubblica amministrazione partendo da una staffetta generazionale. E un gruppo di lavoro ne sta studiando i costi. Ma prevedere regole diverse tra pubblico e privato su lavoro e pensioni è un errore che il nostro paese ha pagato duramente in passato.
Nella tornata di nomine nelle imprese partecipate dallo Stato, alcuni criteri sono condivisibili, altri meno. Tra i primi, le presidenze affidate a quattro donne. Si poteva fare meglio perché non sono posizioni operative.
I giovani sono penalizzati dalla crisi. E anche quando hanno un lavoro, guadagnano meno dei giovani di dieci anni fa, mentre per gli anziani è vero il contrario. Se però si seguono nel tempo gli stessi gruppi di famiglie, si vede che la riduzione del reddito è stata un fenomeno più generalizzato.
Lo scoppio della Grande Recessione ha evidenziato, semmai ce ne fosse stato bisogno, tutte le inefficienze del nostro mercato del lavoro e non c’è governo che non sia intervenuto per modificarne il funzionamento.
Un decreto legge che stabilisce periodi di prova interminabili e una legge delega che accenna al contratto a tutele crescenti: la contraddizione nei primi passi del Governo sul lavoro è palese. I motivi di urgenza ci sono tutti, ora bisogna scegliere.
Possibilità di infinite proroghe per tre anni al contratto di lavoro a tempo determinato. Anche una alla settimana o al mese. Con gravi rischi. È quanto previsto dal decreto legge uscito dal Consiglio dei ministri. Da cambiare al più presto!
Quali sono stati gli effetti della legge Fornero? Sembra aver ridotto le distorsioni e gli abusi nell’utilizzo di alcuni contratti atipici. Ma anche disincentivato le imprese ad assumere nuovi lavoratori o a rinnovare i contratti in scadenza, per l’incertezza del ciclo economico.
Il referendum anti-immigrazione è passato con un scarto di voti minimo e grazie al “no” dei cantoni dove il numero degli stranieri è maggiore, Ticino escluso. Gli argomenti dei sostenitori del “sì” e l’inadeguatezza della classe politica di fronte all’immigrazione.
Il fisco italiano è iniquo e penalizzante verso lavoro e imprese. L’effetto delle detrazioni fa sì che le aliquote marginali effettive siano solo due. Una proposta per una riforma che incentivi la partecipazione alla forza lavoro.