La decisione della Consulta impone una revisione radicale dell’architettura della legge sulla autonomia differenziata. I rilievi toccano punti cruciali: dall’impossibilità di devolvere intere materie, alla questione dei Lep, al ruolo del Parlamento.
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Il Piano strutturale di bilancio prevede per gli asili nido un tasso di copertura regionale di almeno il 15 per cento dei bambini sotto i tre anni, anche attraverso strutture private. Si accetta così che i territori in ritardo non adeguino le infrastrutture.
I ricorsi alla Consulta proposti da quattro regioni tratteggiano una mappa dei possibili profili di incostituzionalità della legge Calderoli. Per gli aspetti finanziari vanno dalla definizione dei Lep agli effetti sui conti pubblici, alle compartecipazioni.
Il passaggio dal bando all’avviso ha convinto vari comuni del Sud a chiedere le risorse per la costruzione di asili nido. Altri continuano a rinunciare, nonostante siano inadempienti rispetto alla quota di copertura. Per loro rimane una sola soluzione.
Non è facile capire se la legge sull’autonomia differenziata sia utile o dannosa. Un esempio di come possa funzionare si può ricavare dalla gestione e dal monitoraggio dei Livelli essenziali delle prestazioni nella tutela del lavoro nelle singole regioni.
Definire i Lep non è sempre garanzia di equità dei servizi. Vincoli di bilancio possono impedirne la completa applicazione. Alle amministrazioni locali dove i bisogni sono più alti e le capacità finanziarie più basse è chiesto uno sforzo maggiore.
Definire i Lep non è sufficiente per garantire la stessa qualità dei servizi in tutto il paese, nella sanità come in altri settori. Bisogna attuare meccanismi di convergenza verso le esperienze migliori, E non basta aumentare i finanziamenti per riuscirci.
Nel Fondo di solidarietà comunale persiste un’ambiguità tra le risorse da garantire ai comuni per il finanziamento di funzioni fondamentali e Lep e quelle per la compensazione dei differenziali di capacità fiscale. La soluzione guarda alla legge 42/2009.
Una sentenza della Corte costituzionale raccomanda al governo di correggere la struttura del Fondo di solidarietà comunale, che oggi prevede trasferimenti vincolati su particolari obiettivi. Due strategie per rispondere ai rilievi e garantire i servizi.
Ci sono almeno tre aspetti da riconsiderare nel disegno di legge sull’autonomia differenziata: criteri per l’attribuzione delle competenze alle regioni, meccanismi per finanziarle, definizione dei Lep in modo da condurre alla convergenza territoriale.