Il ritorno di Trump è una pessima notizia per il clima. Il presidente eletto ha promesso di revocare molte norme ambientali dell’amministrazione Biden. Mentre riprenderà le trivellazioni e favorirà la produzione e l’export di combustibili fossili.
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Il secondo mandato di Trump avrà conseguenze sulle politiche del clima a livello internazionale. Molto probabilmente gli Usa usciranno dall’Accordo di Parigi e forse abbandoneranno anche l’Unfccc. L’Europa deve tornare a esercitare un ruolo di leadership.
Arrivano molti spunti di riflessione dalla Cop28 di Dubai: sul ruolo dei paesi produttori di fonti fossili e su quello dei paesi consumatori; sulla volontà di crescita dei paesi in via di sviluppo e sulle speranze legate alle tecnologie, di oggi e di domani.
L’accordo per rendere operativo il fondo Perdite e Danni arriva in avvio di Cop28. È un successo dopo le tensioni che hanno accompagnato il negoziato e in una Conferenza che si preannuncia comunque interlocutoria. Gli altri temi in discussione.
La riduzione delle accise significa la disponibilità della politica a sospendere l’azione climatica per evitare la stagflazione. È un messaggio negativo. La riforma fiscale annunciata dal governo dovrebbe invece aumentare la tassazione sule fonti fossili.
Il bilancio della Cop27 è magro: ben pochi i progressi su questioni cruciali. Fa eccezione l’accordo sul fondo “loss & damage”. Ma l’iniziativa non sembra in grado di dare un contributo concreto alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici.
Le tensioni internazionali peseranno sui risultati della Cop 27. La stabilità geopolitica è infatti una condizione necessaria per progressi concreti sui cambiamenti climatici. Poco ottimismo anche sulla questione dei finanziamenti per la mitigazione.
Negli ultimi quindici mesi il prezzo netto della benzina e quello del petrolio sono quasi perfettamente allineati. Difficile ipotizzare speculazioni: ad amplificare la crescita della componente materia prima del prezzo netto dei carburanti è l’Iva.
Se la Cop26 sia stata un successo o un insuccesso dipende dalla prospettiva con cui la si giudica. Alcuni risultati importanti ci sono stati, anche se si tratta di annunci. Ma questa è la natura stessa delle Cop. Le decisioni concrete vanno prese altrove.
In vista della Cop 26 di Glasgow si moltiplicano gli appelli per interventi decisi contro il cambiamento climatico. Proprio per questo non è il momento di concedere sussidi alle fonti fossili, anche quando sono temporanei e motivati da buone intenzioni.