Il monitoraggio del ministero della Salute sui livelli essenziali di assistenza per il 2020 “promuove” molte regioni, segnalando in particolare miglioramenti nell’assistenza territoriale. Un risultato davvero sorprendente per l’anno della pandemia.
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Ammesso che si riesca a definirli, come saranno finanziati i Lep per attuare il federalismo differenziato? Oggi probabilmente sulla base della spesa storica. Ma in futuro si prospettano rischi finanziari se si usano solo compartecipazioni differenziate.
Il calcolo del carico fiscale complessivo dei lavoratori dipendenti deve comprendere anche i contributi pagati dalle imprese. Appare così chiaro come la flat tax avvantaggi le partite Iva e produca rischi per la sostenibilità del sistema di welfare.
La Commissione europea ha presentato la proposta di riforma delle regole fiscali. Sono differenziate e chiedono ai paesi ad alto debito di presentare un piano pluriennale di rientro. Danno più rilievo alla crescita. Ma resta il problema del rispetto delle norme.
La lettera di un artigiano al principale quotidiano italiano toglie il velo a tutta la retorica sull’utilizzo del contante come forma di libertà. Si tratta invece di una facilitazione all’evasione. E a stupire è il silenzio degli onesti.
L’eventuale attivazione dello scudo anti-spread della Bce è condizionata al rispetto delle regole fiscali europee da parte del paese interessato. Diventa così cruciale la discussione sulla riforma del Patto di stabilità, che vede ora l’Italia più debole.
La crisi causata dalla guerra in Ucraina riporta alla ribalta la questione del debito pubblico. Storicamente elevato nel nostro paese, torna a preoccupare per l’aumento dei tassi di interesse. Un libro ne analizzata le origini e le strategie per uscirne.
Liberare il bilancio della Bce dai titoli pubblici è meno urgente di quanto si pensi. All’inflazione in crescita si può rispondere in altro modo. Le proposte di introdurre un debito europeo sottovalutano il problema della condivisione del rischio.
Il governo ha deciso di destinare 8 miliardi per anticipare un modulo della riforma fiscale. Le due proposte in campo si concentrano sull’Irpef. Entrambe razionalizzano almeno in parte il sistema. Sarebbe invece meglio posticipare l’intervento sull’Irap.
Una riforma delle regole fiscali europee è auspicabile, perché molto è cambiato dai tempi di Maastricht. Ma solo modificare il parametro del debito dal 60 al 100 per cento non è sufficiente. Il problema potrebbe ripresentarsi in futuro.