Qual è la situazione del mercato del lavoro? La grave crisi economica l’ha colpito, ma ora il numero degli occupati è tornato a salire. Per valutare l’effettivo apporto produttivo del lavoro bisogna però considerare un altro dato: le ore lavorate totali.
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A tenere bassa la crescita dei salari reali italiani negli ultimi vent’anni non è stata né la partecipazione all’Unione monetaria, né l’incidenza fiscale e contributiva. Probabilmente la spiegazione è che anche la produttività del lavoro è aumentata poco.
Le figure più tradizionali dell’occupazione indipendente sono in costante diminuzione. Sono i negozianti e gli artigiani messi fuori mercato dalla concorrenza o alle prese con difficili passaggi generazionali. Aumentano invece i liberi professionisti.
Chi contesta il tasso di disoccupazione giovanile conclude anche che il problema vero è la fascia 25-34 anni. Su cui dovrebbero concentrarsi le politiche pubbliche. La questione però non è anagrafica, riguarda invece alcuni passaggi cruciali.
Il governo sembra discutere sulla possibilità di “regalare” agli studenti universitari qualche anno di contributi previdenziali. Una risposta iniqua e inefficiente alle difficoltà dei giovani nel mondo del lavoro.
La contrattazione collettiva offre minimi elevati, ma un’ampia fetta di lavoratori dipendenti ne è esclusa, in particolare al Sud e nelle piccole imprese. Non servono pene più severe: la soluzione passa per un sistema più semplice e più informazione.
I voucher, utilizzati marginalmente, sono stati aboliti. Il governo ha così evitato un referendum spinoso. Però ha anche rinunciato a uno strumento utile per sostenere i lavoratori più deboli e per riportare il lavoro occasionale alla luce del sole.
I dati confermano che negli ultimi mesi non si è arrestato il lento ma progressivo miglioramento del mercato del lavoro. La decontribuzione ha avuto un ruolo importante, ma è stata un investimento ragionevole in tempo di crisi. Più difficile indicare il contributo del Jobs act.
Per capire cosa succede nel mercato del lavoro italiano bisogna considerare un orizzonte più ampio delle variazioni di mese in mese. Gli sgravi contributivi hanno comportato un anticipo dei flussi a fine 2015 in una sorta di investimento in capitale umano. Risale la quota del tempo indeterminato.
L’insostenibile leggerezza dell’università
Di Desk
il 29/07/2016
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