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Tag: municipalizzate

Il Punto

Alla fine di un’estate davvero calda per gli incendi nei boschi italiani ancora più che per le temperature, ragioniamo sulle cause. Da cercare nella solita incuria – di cittadini e istituzioni – verso il territorio ma anche nel nuovo assetto che la riforma Madia della Pa ha dato alle forze incaricate di prevenire e spegnere i fuochi.
Vista nel dettaglio, la lenta ripresa del Pil italiano degli ultimi dieci trimestri è trainata soprattutto da export e acquisti di mezzi di trasporto. Agli investimenti manca il contributo della componente immobiliare mentre incombe la fine degli incentivi del piano Industria 4.0. A frenare la crescita, l’eccessivo aumento dell’import.
Procede con difficoltà il negoziato sulla Brexit. Senza accordo tra le parti, gli scambi tra Uk e Ue potrebbero essere regolati dalle norme Wto. Che si tradurrebbero – dice uno studio recente – in dazi medi del 5 per cento sull’export italiano verso il Regno Unito. Tra i settori più colpiti, abbigliamento e calzature.
Si moltiplica per dieci il costo che sosteniamo per accogliere i migranti che ogni anno sbarcano sulle coste italiane (qui un nostro grafico sugli arrivi). Per ridurlo, tra proposte impraticabili e altre efficaci ma non prive di effetti collaterali, eccone una controcorrente: e se dessimo il permesso di soggiorno a tutti quelli che arrivano?
Mentre si succedono gli avvicendamenti al loro vertice, il testo unico sulle società a partecipazione pubblica prova a uniformare le norme sulla gestione del personale rispetto alle società private e dà disposizioni sul riassorbimento del personale nel caso la società venga chiusa. Norme da perfezionare.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!

Roma, città dei disservizi pubblici

Non è semplice valutare dall’esterno la gestione delle municipalizzate romane. Ma in generale le imprese pubbliche si reggono su un delicato equilibrio tra poteri di indirizzo della politica e responsabilità di amministratori e dirigenti. Se non si rispettano i ruoli, si rischia la peggior deriva.

Il Punto

Lo sfascio delle due grandi municipalizzate di Roma – per i trasporti e per i rifiuti – è la sfida numero uno per la sindaca Virginia Raggi. Le imprese pubbliche si reggono su un delicato equilibrio tra poteri di indirizzo della politica e responsabilità gestionali dei manager. Che non possono essere commissariati nel quotidiano.
È ragionevole collegare alla Grande crisi l’aumento di furti in appartamento e borseggi tra il 2007 e il 2010 dopo anni di cali quasi continui. Altri reati contro il patrimonio – come scippi e furti d’auto – continuano invece a diminuire. Anche perché sono sempre meno remunerativi per chi li compie.
Per il leader cinese Xi Jinping, il G20 di Hangzhou è stata l’occasione per presentarsi come il capo di una vera superpotenza. Dal summit – come sempre – pochi risultati solidi. Almeno però si è ratificato l’accordo sul clima COP 21 da parte di Cina e Usa.
Al bail-in, procedura europea di risoluzione delle crisi bancarie, si possono fare molte critiche. Ma non che, in Italia, sia incostituzionale. A meno che non si voglia sostenere che la tutela del risparmio sancita dalla Costituzione impedisca il possibile fallimento delle banche.
Qualche volta ritornano, nel dibattito pubblico, le cosiddette gabbie salariali, un sistema che differenziava i salari a seconda del costo della vita delle varie zone del paese. Hanno accompagnato il boom economico italiano. Ma una ricerca rivela che l’effetto sull’occupazione è stato davvero modesto. Parlando di squilibri territoriali, quelli infrastrutturali sono tra i più gravi. Da oltre 20 anni nel Sud si investe sempre meno in opere pubbliche, scuole e ospedali inclusi. È come dare per persa la battaglia per la ripresa del Mezzogiorno. Perché la possibilità di crescita parte proprio dall’esistenza di buone infrastrutture.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

Il Punto

Un’elevata disoccupazione giovanile (vicina al 40 per cento in Italia e al 25 nella Ue) è uno scempio sociale perché distrugge capitale umano. Per ridurla vanno migliorate le abilità cognitive dei ragazzi in età pre-scolare. Il programma Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) l’aveva previsto anche da noi. Ma manca un preciso protocollo di attuazione.
Con l’emergenza Siria viene a galla l’inadeguatezza delle norme europee sul diritto d’asilo. Ue e Turchia cercano una soluzione. Ma le bozze dell’accordo del 7 marzo implicano un confuso meccanismo di mutua riammissione e reinsediamento di profughi e immigrati irregolari. Meglio ricollocare un numero fisso di profughi prelevati in sicurezza nei paesi limitrofi.
Le società municipalizzate devono offrire buoni servizi (di elettricità, gas, acqua, raccolta rifiuti) ai cittadini e anche creare occupazione e dividendi per i soci. Tra i due obiettivi in contrasto, meglio che prevalga il primo. Abbandonato il controllo delle aziende, i comuni potranno concentrarsi su obiettivi misurabili di miglioramento qualitativo.
Nella campagna referendaria britannica, un argomento forte dei fautori della Brexit è il rifiuto della burocrazia europea. Salvo che le direttive Ue sono meno pervasive di quel che si pensi, mentre i burocrati inglesi non sono da meno con lacci e laccioli. Risultato: una campagna referendaria piena di equivoci. Uno dei quali è comune al dibattito pubblico in Italia e riguarda la spesa di welfare per gli stranieri. È vero che della spesa sociale usufruiscono, in proporzione, più loro dei cittadini italiani, se non altro perché il loro reddito medio dichiarato è molto più basso (18 mila contro 31 mila euro). Rimedio al problema: l’aumento dell’occupazione degli immigrati regolari.
In costante rallentamento, la Cina rischia la recessione. Le famiglie cinesi risparmiano troppo e consumano troppo poco, il che è ben noto alla leadership di Pechino. Ma le riforme del Piano quinquennale appena approvato sono poco incisive nel riorientare l’economia.
La “carbon tax” è una delle ricette per ridurre le emissioni di CO2. Bisogna però applicarla non alla fine della filiera ma – come una sorta di Iva – a ogni passaggio dei beni che contribuiscono all’emissione finale inquinante. Anche sui beni importati (per esempio le auto). Più complicato, ma forse più equo.

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