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Apple, Disney, Sky & c. alla guerra con Netflix

Con l’accordo tra Disney e 21th Century Fox e l’annuncio dell’Apple TV+, il processo di riconfigurazione dei media è ormai completato. Ma le società nate dalle concentrazioni dovranno adattarsi all’evoluzione in atto se non vogliono scomparire presto.

Che cinema la battaglia tra streaming e box office

Le sale dei cinema sembrano aver perso il loro fascino e sempre più spettatori preferiscono le piattaforme online. Mentre il botteghino piange, ad accentuare il problema contribuiscono alcune caratteristiche dell’industria cinematografica italiana.

Il Punto

Cittadini con redditi medio-bassi, i gilet gialli in Francia chiedono un prezzo più basso del carburante e meno tasse. Il presidente Macron – nella difficoltà di salvaguardare insieme l’equità e l’ambiente – fa qualche concessione. Ma a che prezzo? Intanto, l’allentamento del rigore di bilancio della Francia potrebbe giovare al nostro governo impegnato in un negoziato con la Ue sull’orlo della procedura d’infrazione. Un accordo eviterebbe altri guai sui mercati finanziari. Ma il braccio di ferro è soltanto rimandato a primavera.
Mentre l’euro sta per compiere 20 anni (anche se la circolazione della moneta seguì di tre anni), il presidente della Bce Mario Draghi ricorda che, purtroppo, non tutti i cittadini ne hanno beneficiato. Con ciò identificando, senza dirlo, una delle cause dell’esplosione di populismo ed euroscetticismo. Eppure la moneta unica è stata un argine contro la crisi e la politica della Bce – pur azzerando gli acquisti netti di titoli sui mercati – sarà orientata ad assecondare la crescita nel 2019.
In vista dell’eco-tassa a cui pensa il governo, facciamo un confronto dei carichi fiscali sulle auto nei principali paesi europei. Su acquisto e possesso del veicolo pesano di più in Italia e Regno Unito che in Francia e Germania. E questi due paesi premiano le elettriche e le ibride.
I compiti a casa fanno bene agli studi? Un po’ sì ma senza eccessi. La questione però non si risolve con una circolare del Miur come vorrebbe il ministro Bussetti. Ciò che fa davvero male all’apprendimento sono le pause troppo lunghe nel calendario scolastico. Ci sarebbero da adottare soluzioni già sperimentate.
I roghi ai magazzini stipati di rifiuti sono solo una faccia della medaglia: oltre ai comportamenti criminali abbiamo anche regioni più che virtuose nel trattamento della spazzatura. Che mediamente, però, per quasi un quarto finisce in discarica, mentre la Ue chiede di scendere sotto il 10 per cento entro il 2035. Bisogna darsi una mossa.
A tre anni dall’arrivo di Netflix e dei suoi concorrenti, sta cambiando il modo di “consumare” tv in Italia. I numeri dicono che nel 2020 la tv broadband sarà la modalità principale di accesso ai contenuti televisivi per 8,5 milioni di abitazioni. Perché sfrutta meglio le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica.

Netflix e le altre, una rivoluzione in tv

Nel 2020, la broadband tv sarà la modalità primaria di accesso ai contenuti televisivi per 8,5 milioni di abitazioni italiane. Perché sfrutta meglio le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica per rispondere alle mutate richieste dei consumatori.

Il Punto

Il “Decreto dignità” è un – poco dignitoso – omaggio agli avvocati: rendendo confusa e incerta la legislazione sul lavoro, aumenterà il contenzioso (precipitato negli ultimi anni). Mette a rischio gli aumenti di occupazione degli ultimi anni, non avvantaggia lavoratori né imprese ed è un disincentivo a investire in Italia.
Dal Nord dell’Eurozona arrivano controproducenti proposte di modifica delle clausole di azione collettiva (Cac) che regolano le ristrutturazioni dei debiti sovrani nell’area euro. Con l’obiettivo di rendere il sistema più stabile, si otterrebbe il risultato opposto, facendo salire il costo del debito per i paesi più esposti.
Completando un altro tassello della sua agenda, il presidente Trump ora affossa le direttive sulla “affirmative action” che da decenni promuovono la diversità etnica nelle scuole e nelle università americane. Con effetti molto discussi nel favorire l’accesso degli afroamericani e scarso impatto sui divari salariali osservati.
Come mai, dopo aver cantato vittoria, il premier Conte non ha portato a casa nulla dall’ultimo vertice Ue? Forse perché i numeri – in rapporto sia alla popolazione nazionale sia al Pil – dicono che in Italia l’emergenza immigrati non c’è. Leggere i dati per credere.
Nel contratto di programma il governo vuole ridiscutere gli accordi di Basilea sui rating delle Pmi che ne danneggerebbero il finanziamento. Ma cambiare i modelli di valutazione del rischio sarebbe sbagliato. Si potrebbe invece attenuarne i requisiti di capitalizzazione imposti da una regolamentazione troppo severa.
Una Netflix italiana per favorire innovazione e sviluppo della tv nazionale: l’idea di Luigi Di Maio è suggestiva ma arriva tardi. Ora i giganti mondiali del settore stanno già giocando la partita a suon di svariate decine di miliardi. Servono accordi a livello europeo, non necessariamente in opposizione a Netflix e soci.

Giovanni Dosi, Marcello Minenna, Andrea Roventini, e Roberto Violi commentano l’articolo “Ma i tedeschi non sono masochisti” di Roberto Perotti. Con la replica dell’autore.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce,info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre a Milano. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo luogo e programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Troppo tardi per la Netflix italiana?

Negli ultimi anni il mondo della televisione è cambiato profondamente con l’arrivo dei contenuti on demand. Per competere con i grandi attori di questo cambiamento occorrono alleanze e accordi internazionali, perché servono produzioni di grande qualità.

Sky oggetto del desiderio nella tv che cambia

Disney, Comcast e Fox si contendono Sky, che nel frattempo ha sottoscritto per l’Europa un accordo con Netflix. Sono tutte grandi manovre di un settore in trasformazione. Ed è una partita che definirà gli scenari competitivi dei prossimi anni.

Il Punto

Il lavoro lampo della Commissione parlamentare sulle banche ha portato a qualche risultato. Forse inevitabili le divisioni elettoralistiche, ma almeno due i punti condivisi. Consob e Bankitalia devono collaborare. E la tutela dei risparmiatori deve essere sostanziale, non solo rimanere lettera morta nella Costituzione.
Anche il M5s ha la sua riforma dell’Irpef. Con la riduzione da cinque a tre aliquote perdono le famiglie dei dipendenti a basso reddito e guadagnano autonomi e pensionati. E l’ampliamento della no-tax area fa perdere gettito.
I “figli di” partono con un vantaggio. Ovunque ma soprattutto in Italia. Anche nella politica locale. Un’analisi approfondita dei dati degli ultimi 30 anni mostra che i figli di sindaci imparano presto il mestiere di candidati e hanno una maggiore probabilità di essere eletti. Ma non governano né peggio né meglio degli altri.
Parliamo di big data e della loro utilità per profilare gli utenti attraverso le loro scelte. Un modo pratico di farlo è rappresentato dai “recommender system” che usano l’intelligenza artificiale per dare una audience a prodotti di nicchia e per fidelizzare gli utenti di una piattaforma. Ne beneficiano provider come Netflix.
Prezioso servizio gratuito del sistema sanitario, lo screening per il tumore al seno, viene spesso utilizzato da un insufficiente numero di donne. Come aumentare le adesioni? Un esperimento con lettere d’invito differenziate dice che la risposta aumenta se si sottolineano i rischi della mancata partecipazione.

Così Netflix ci dà i suggerimenti giusti*

Netflix deve il suo successo a un sistema di raccomandazioni ritagliate su misura per ogni abbonato e capaci di sfruttare l’ampiezza del catalogo. Alla base ci sono algoritmi sofisticati. Che fanno risparmiare all’azienda 1 miliardo di dollari l’anno.

Così Topolino risponde alla rivoluzione di Netflix

Netflix ha rotto il predominio delle major nella produzione e distribuzione di contenuti per la tv. Ora Disney passa al contrattacco con l’acquisizione di 21th Century Fox. Il settore si avvia probabilmente a un nuovo cambiamento, Antitrust permettendo.

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